Indice
Chiesa di Santo Stefano (Palanzano)
Chiesa di Santo Stefano | |
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Facciata | |
Stato | Italia |
Regione | Emilia-Romagna |
Località | Ranzano (Palanzano) |
Indirizzo | strada della Chiesa 4 |
Coordinate | 44°27′36.3″N 10°15′27.9″E |
Religione | cattolica di rito romano |
Titolare | santo Stefano |
Diocesi | Parma |
Consacrazione | 1669 |
Stile architettonico | romanico e neoromanico |
Inizio costruzione | 1070 |
Completamento | 1921 |
La chiesa di Santo Stefano è un luogo di culto cattolico dalle forme romaniche e neoromaniche, situato in strada della Chiesa 4 a Ranzano, frazione di Palanzano, in provincia e diocesi di Parma; fa parte della zona pastorale di Langhirano-Lesignano Bagni-Tizzano-Corniglio-Monchio-Palanzano.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il luogo di culto originario dedicato a santo Stefano protomartire fu edificato in stile romanico nel 1070.[1][2]
Intorno al 1200 fu collocato il fonte battesimale all'interno della Capelle de Ranzano,[2] che fu menzionata nel 1230 nel Capitulum seu Rotulus Decimarum della diocesi di Parma tra le dipendenze della pieve di San Vincenzo di Pieve;[3] tale appartenenza si mantenne anche in seguito, come dimostrato dalla Ratio Decimarum del 1299 e dal Regestum Vetus del 1493.[4]
Intorno al 1300, dopo la prima già esistente da tempo, fu edificata la seconda cappella laterale, dedicata alla Madonna del Rosario.[2]
Nel 1524 la famiglia della Palude divenne assegnataria del diritto di patronato dell'Immacolata Concezione nella chiesa.[5]
Tra il 1662 e il 1669 l'edificio fu profondamente ristrutturato: fu completamente ricostruita la zona absidale precedentemente distrutta da un terremoto, fu modificata la facciata chiudendo l'arcata del portale d'ingresso e intonacando la parete, fu risistemata e decorata la cappella della Madonna del Rosario, fu aggiunto il coro e fu edificata la sagrestia; il 22 settembre 1669, al termine dei lavori, il tempio fu solennemente consacrato.[1][6]
Nel 1890 fu sostituito l'altare maggiore.[1][7]
Nella prima metà del XX secolo la chiesa fu interessata da una serie di radicali interventi di ristrutturazione: tra il 1908 e il 1910 la zona del presbiterio fu ricostruita in stile neoromanico, mentre fu abbattuto l'ormai pericolante campanile addossato alla facciata; nel 1912 furono restaurate la navata e la cappella dedicata a san Michele; tra il 1920 e il 1921 la facciata fu ristrutturata, modificando il portale seicentesco e murando intorno a esso tre rilievi romanici provenienti dalla chiesa di Santa Maria Maddalena di Roncarola,[1][7] crollata nella prima metà del XVII secolo;[8] infine nel 1936 fu riedificata, ad alcuni metri di distanza dalla chiesa, la torre campanaria.[1][7]
Nel 2012 fu messa in sicurezza la facciata in seguito al terremoto del gennaio di quello stesso anno.[1]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]La chiesa si sviluppa su un impianto a navata unica affiancata da due cappelle per lato, con ingresso a ovest e presbiterio absidato a est.[1]
La simmetrica facciata a salienti, quasi interamente rivestita in pietra, è scandita in tre parti da quattro lesene in laterizio coronate da capitelli dorici; nel mezzo è collocato l'ampio portale d'accesso delimitato da una seicentesca cornice in pietra e sormontato da una lunetta ad arco a tutto sesto,[1] contenente un altorilievo romanico raffigurante l'Angelo di San Matteo, proveniente dalla chiesa di Roncarola; ai lati sono murate altre due sculture coeve rappresentanti il Leone di San Marco e il Toro di San Luca,[3] sormontate da due alte monofore strombate ad arco a tutto sesto; più in alto si apre al centro un rosone strombato con cornice in mattoni; in corrispondenza delle cappelle laterali sono poste due piccole finestre strombate ad arco a tutto sesto; in sommità lungo gli spioventi del tetto corre una cornice ad archetti intrecciati in laterizio, che prosegue anche nei prospetti laterali.[1]
Sulla destra si eleva isolato l'alto campanile in conci regolari di pietra, decorato con lesene in corrispondenza degli spigoli; i due ordini sono scanditi da archetti pensili in mattoni; la cella campanaria si affaccia sulle quattro fronti attraverso ampie monofore ad arco a tutto sesto.[1]
Sul retro si erge l'abside semicircolare, ornata in sommità con un motivo ad archetti intrecciati in cotto retti da mensoline romaniche, in parte decorate con altorilievi raffiguranti teste di uomini e di animali.[3]
All'interno la navata, coperta da una serie di volte a crociera intonacate, è affiancata da paraste coronate da capitelli dorici, che scandiscono le ampie arcate a tutto sesto delle cappelle laterali, coperte da volte a botte.[1]
Il presbiterio, lievemente sopraelevato, è chiuso superiormente da una volta a crociera; al centro è collocato l'altare maggiore a mensa in arenaria, decorato con bassorilievi; l'ambone è costituito da una colonna in pietra coronata da un capitello romanico[1] a cubo scantonato dell'XI secolo, le cui facce sono ornate con bassorilievi raffiguranti un Rapace che ghermisce una preda, un Uomo che uccide un serpente, Motivi vegetali e l'Albero della vita.[3][7] Sul fondo l'abside, coperta dal catino a semi-cupola, è illuminata da due monofore laterali.[1]
La chiesa conserva alcune opere di pregio, tra cui un capitello romanico, scolpito nel XII secolo e murato nel presbiterio, una croce astile in rame sbalzato e, all'interno della cappella della Madonna del Rosario, un'ancona lignea barocca, intagliata da Antonio Abati nel XVII secolo e delimitata da due colonne corinzie tortili a sostegno di un frontone spezzato triangolare, al cui interno due pilastrini affiancano una nicchia contenente quindici dipinti raffiguranti i Misteri del Rosario.[7]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g h i j k l m Chiesa di Santo Stefano "Ranzano, Palanzano", su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 27 agosto 2024.
- ^ a b c Dall'Aglio, p. 794.
- ^ a b c d Fallini, Calidoni, Rapetti, Ughetti, pp. 120-121.
- ^ Fontana, p. 117.
- ^ Fontana, p. 116.
- ^ Dall'Aglio, pp. 794-795.
- ^ a b c d e Dall'Aglio, p. 795.
- ^ Fontana, p. 118.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Italo Dall'Aglio, La Diocesi di Parma, II Volume, Parma, Scuola Tipografica Benedettina, 1966.
- Marco Fallini, Mario Calidoni, Caterina Rapetti, Luigi Ughetti, Terra di pievi, Parma, MUP Editore, 2006, ISBN 88-7847-021-X.
- Filippo Fontana, La chiesa di S. Maria Maddalena di Roncarola: nuovi dati, in Le Valli dei Cavalieri, n. 30, Parma, Comunità delle Valli dei Cavalieri, 2013. URL consultato il 20 gennaio 2018.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
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