Chiesa di San Bartolomeo dei Vaccinari
San Bartolomeo dei Vaccinari | |
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Pianta di Giovanni Battista Nolli (Nuova Topografia di Roma, 1748), con l'indicazione topografica della Chiesa di San Bartolomeo dei Vaccinari (n. 748) | |
Stato | Italia |
Regione | Lazio |
Località | Roma |
Coordinate | 41°53′32″N 12°28′29.9″E |
Religione | Cristiana |
Titolare | Bartolomeo apostolo |
Diocesi | Roma |
Inizio costruzione | menzionata nel XII secolo |
Completamento | ricostruita nel 1723 |
Demolizione | attorno al 1885 |
La chiesa di San Bartolomeo dei Vaccinari era una chiesa di Roma, nel rione Regola. Essa era collocata in via della Regola, oggi denominata a ricordo dell'antico edificio via di San Bartolomeo dei Vaccinari, che collega la moderna via Arenula con piazza delle Cinque Scole. Fu demolita attorno al 1885[1] per la costruzione di via Arenula; l'altare maggiore fu ricollocato nella Chiesa della Beata Vergine del Rosario (Asmara) in Eritrea.
Storia e descrizione
[modifica | modifica wikitesto]La chiesa è menzionata per la prima volta in una bolla di papa Urbano III del 1186 tra le chiese filiali di San Lorenzo in Damaso con il nome di Santo Stefano de cacabariis. Nella seconda metà del XIV secolo è ricordata con il nome di Santo Stefano de Benedectinis, indizio che a quell'epoca essa apparteneva ai Benedettini. Dal 1408 e fin dopo la metà del Cinquecento assume il cognome de silice, fino ad assumere quello dei Vaccinari con papa Pio V. Era conosciuta anche come santo Stefano de Arenula, dal nome del rione in cui era collocata la chiesa: così è riportata nel catalogo di Torino (nº 349).
La chiesa fu sede di una parrocchia senza fonte battesimale in quanto filiale di San Lorenzo in Damaso; in una visita del 1560 si dice che « ha da 16 a 20 case che sono dei vaccinari e genti povere e che sta maltrattata e poco monda ». Con Pio V nel 1570 smise le sue funzioni parrocchiali e fu affidata alla confraternita dei conciatori di pelli, chiamati a Roma vaccinari; essi fecero riedificare la chiesa nel 1723 dedicandola al loro santo patrono, l'apostolo Bartolomeo. Nello scavo per la costruzione del nuovo edificio fu trovata una gran quantità di corna, indizio della presenza dei vaccinari nella zona.
L'interno della chiesa era a navata unica con due altari laterali per lato. Il quadro dell'altare maggiore raffigurante il santo titolare era di Giovanni De Vecchi (1536-1614); gli altri altari erano decorati con tele di Jacopo Zoboli (1681-1767) e di Michelangelo Cerruti (1663-1748).
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Mariano Armellini, VII. RIONE REGOLA, in Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX, Roma, Tipografia Vaticana, 1891, p. 399. URL consultato il 7 maggio 2021 (archiviato dall'url originale il 15 dicembre 2012).
- Christian Hülsen, Le chiese di Roma nel Medio Evo, Firenze 1927, p. 473
- Antonio Nibby, Roma nell'anno MDCCCXXXVIII, Parte prima moderna, Roma 1839, p. 128
- Mauro Quercioli, Rione VII Regola, in AA.VV, I rioni di Roma, Newton & Compton Editori, Milano 2000, Vol. II, p. 493
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di San Bartolomeo dei Vaccinari
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Foto dell'interno della chiesa, utilizzato come deposito
- (EN) La chiesa sul sito Roma Felix
- (EN) [1] sul sito di Roman churches
- Estratto della mappa XXVIII della Forma Urbis Romae di Rodolfo Lanciani, con l'indicazione topografica della chiesa di San Bartolomeo dei Vaccinari
- Pianta di Giovanni Battista Nolli (Nuova Topografia di Roma, 1748), con l'indicazione topografica della Chiesa di San Bartolomeo dei Vaccinari (n. 748)