66 Aquarii
| 66 Aquarii | |
|---|---|
  | |
| Classificazione | Gigante arancione |
| Classe spettrale | K3III C ~ |
| Distanza dal Sole | 485 anni luce |
| Costellazione | Aquario |
| Redshift | 0,000072 ± 0,000003 |
| Coordinate | |
| (all'epoca J2000.0) | |
| Ascensione retta | 22h 43m 35,2332s |
| Declinazione | -18° 49′ 49,351″ |
| Lat. galattica | -59,5221° |
| Long. galattica | 041,8798° |
| Dati fisici | |
| Metallicità | 59% del Sole |
| Dati osservativi | |
| Magnitudine app. | 4,69 |
| Magnitudine ass. | -1,17 |
| Parallasse | 6,73 ± 0,85 mas |
| Moto proprio | AR: -31,40 ± 0,95 mas/anno Dec: -28,02 ± 0,57 mas/anno |
| Velocità radiale | 21,6 ± 0,9 km/s |
| Nomenclature alternative | |
66 Aquarii (nota anche come g Aquarii) è una stella gigante arancione di magnitudine 4,69 situata nella costellazione dell'Aquario. Dista 485 anni luce dal sistema solare.
Osservazione
[modifica | modifica wikitesto]Si tratta di una stella situata nell'emisfero celeste australe; grazie alla sua posizione non fortemente australe, può essere osservata dalla gran parte delle regioni della Terra, sebbene gli osservatori dell'emisfero sud siano più avvantaggiati. Nei pressi dell'Antartide appare circumpolare, mentre resta sempre invisibile solo in prossimità del circolo polare artico. La sua magnitudine pari a 4,7 fa sì che possa essere scorta solo con un cielo sufficientemente libero dagli effetti dell'inquinamento luminoso.
Il periodo migliore per la sua osservazione nel cielo serale ricade nei mesi compresi fra fine agosto e dicembre; da entrambi gli emisferi il periodo di visibilità rimane indicativamente lo stesso, grazie alla posizione della stella non lontana dall'equatore celeste.
Caratteristiche fisiche
[modifica | modifica wikitesto]La stella è una gigante arancione; possiede una magnitudine assoluta di -1,17 e la sua velocità radiale positiva indica che la stella si sta allontanando dal sistema solare.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Dati della stella dall'archivio Simbad, su simbad.u-strasbg.fr.
