Indice
Varanus beccarii
Varano arboricolo nero[1] | |
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Stato di conservazione | |
Specie non valutata[2] | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Chordata |
Classe | Reptilia |
Ordine | Squamata |
Famiglia | Varanidae |
Genere | Varanus |
Sottogenere | Hapturosaurus |
Specie | V. beccarii |
Nomenclatura binomiale | |
Varanus beccarii (Doria, 1874)[3] | |
Sinonimi | |
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Il varano arboricolo nero (Varanus beccarii Doria, 1874), anche noto come varano di Beccari, è una specie relativamente piccola della famiglia dei Varanidi, che può raggiungere i 90–120 cm di lunghezza (coda compresa). Questo animale è endemico delle Isole Aru, al largo della Nuova Guinea, dove conduce uno stile di vita arboricolo. Deve il nome al colore completamente nero degli adulti.[4]
Tassonomia
[modifica | modifica wikitesto]Varanus beccarii venne descritto per la prima volta da Doria nel 1874 con il nome di Monitor beccarii. Successivamente è stato classificato come una sottospecie del varano arboricolo smeraldino (V. prasinus), ma nel 1991, dopo una revisione del sottogenere Euprepiosaurus, il taxon è tornato ad essere considerato una specie a parte[5]. Sulla base di somiglianze della struttura dell'emipene, alcuni studiosi hanno ipotizzato che bisognerebbe continuare a classificare il varano arboricolo nero come una sottospecie di quello smeraldino[6], ma le analisi genetiche supportano la suddivisione in specie separate.[7] Tuttavia, fa parte del complesso di specie di V. prasinus.[8]
Il nome generico, Varanus, deriva dalla parola araba waral (ورل), che significa «guardiano»[9]. Quello specifico, beccarii, commemora il naturalista italiano Odoardo Beccari[4].
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]I piccoli e gli esemplari giovani sono di colore grigio scuro, con bande regolari di puntini giallo-verdi particolarmente evidenti sul dorso. Una volta raggiunta la maturità, però, questi varani perdono i puntini variopinti e divengono completamente neri. Gli esemplari pienamente sviluppati raggiungono i 90–120 cm di lunghezza; i maschi sono leggermente più grandi delle femmine.
Il varano arboricolo nero è generalmente ben adattato alla vita sugli alberi. La sua coda è particolarmente lunga, fino a due terzi della lunghezza dell'animale, e viene utilizzata come un arto prensile per muoversi tra i rami.[10] Difatti la coda viene usata solamente per questo scopo e non come una frusta a scopo difensivo come è stato visto in altre specie di varano. Le zampe sono munite di grossi artigli e di palme adesive che garantiscono un'ottima presa sugli alberi. Pur non essendo molto grosso, questo varano è dotato inoltre di denti insolitamente lunghi, utili per trattenere saldamente le prede catturate nella volta. In natura il varano arboricolo nero è stato descritto come un animale agitato e nervoso; se minacciato fugge via e se maneggiato con poca cura graffia e morde l'aggressore, spesso defecandogli addosso.[4]
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]Questa specie è originaria delle Isole Aru, in Indonesia, dove è conosciuta come waweyaro. Vive solitamente nelle foreste umide e nelle foreste di mangrovie.[11]
Biologia
[modifica | modifica wikitesto]Dieta
[modifica | modifica wikitesto]Il varano arboricolo nero è principalmente insettivoro, nutrendosi soprattutto di insetti, ma anche di piccole lucertole, piccoli mammiferi come toporagni, scorpioni, uova e pulcini. Come altri membri del complesso di specie V. prasinus, alcuni esemplari tenuti in cattività sono stati osservati nutrirsi di piante, nonostante tale comportamento non sia mai stato osservato negli esemplari selvatici.[8]
Come altre specie di varani, questa specie è molto intelligente rispetto ad altri rettili e, come altre specie del complesso V. prasinus, dimostra complesse capacità di risoluzione dei problemi, coordinazione motoria fine e movimenti abili degli arti anteriori durante la caccia. Quando non riesce a raggiungere la preda con le fauci in fessure strette, prova a raggiungerla con gli arti anteriori, arpionandola con i suoi artigli, in modo da sfruttare una gamma più ampia di nicchie.[12]
Riproduzione
[modifica | modifica wikitesto]Si conosce ben poco sulla riproduzione del varano arboricolo nero in natura, a causa dell'inacessibilità del suo habitat che rende difficile studiarlo. Il corteggiamento coinvolge il maschio più grande che insegue aggressivamente la femmina più piccola. L'accoppiamento può verificarsi mentre entrambi rimangono sospesi dai rami degli alberi e può durare due ore. Le uova vengono seppellite dalla femmina in un substrato umido.[8] Alcuni studi riferiscono che questa specie e il resto del complesso di specie V. prasinus depongono le uova nei nidi delle termiti arboree. Le superfici di tali nidi sarebbero relativamente asciutte, nonostante un'umidità relativa molto elevata.[8]
Predatori
[modifica | modifica wikitesto]Un esemplare adulto ha pochi predatori naturali, venendo predato principalmente da lucertole e serpenti più grandi, nonché da volpi, introdotte nella regione in tempi recenti. Viene anche cacciato dalle popolazioni locali per la carne e la pelle. Sebbene la caccia a questo animale sia diminuita, la caccia da parte delle popolazioni locali rimane comunque una delle minacce principali alla conservazione di questa specie.
Conservazione
[modifica | modifica wikitesto]A partire dal 2020, la specie è stata elencata come Specie non valutata dalla Lista Rossa IUCN, a causa delle poche informazioni disponibili per effettuare valutazioni affidabili sulle popolazioni selvatiche. Tuttavia la deforestazione, l'invasione dei terreni agricoli e il commercio internazionale di animali da compagnia esotici sono considerati le minacce più tangibili per la specie.[2]
In cattività
[modifica | modifica wikitesto]Date le sue dimensioni e la colorazione iconica, il varano arboricolo nero è divenuto molto popolare come animale esotico da compagnia. Tuttavia, i risultati dell'allevamento in cattività sono stati misti. Un problema comune è la morte degli embrioni poco prima della schiusa. Possibili cause includono un'umidità del substrato troppo elevata, almeno nell'ultimo periodo d'incubazione, deficit nutrizionali di minerali e vitamine sperimentati dalla madre prima della deposizione, o un aumento del periodo di gestazione dovuto alla mancanza di siti idonei per la deposizione, provocando così l'ispessimento dei gusci d'uovo troppo spessi per permettere la schiusa. Lo studio seguente suggerisce che quest'ultimo probabilmente non è il caso poiché i gusci d'uovo non erano particolarmente spessi rispetto alle uova schiuse con successo di altri varani arboricoli e gli embrioni morti non avevano ancora iniziato a tentare di perforare il guscio. L'incubazione con substrato più essiccato o anche sospeso senza substrato potrebbe essere una alternativa migliore, per replicare le condizioni dei nidi di termiti.[8]
In uno studio, tre uova sono state incubate in vermiculite inumidita. L'umidità dell'incubatrice è stata impostata all'85%, mentre l'umidità relativa era del 95%. La temperatura dell'incubatrice era di 30,5 °C e la temperatura della superficie del substrato era di 30 °C. Entro 161 giorni, tutti e tre gli embrioni si erano completamente sviluppati, anche se alla fine solo uno è sopravvissuto, e solo dopo che era stato schiuso forzatamente ed estratto dall'uovo, dopodiché è stato ulteriormente incubato con il sacco vitellino ancora intatto.[8]
In cattività, i giovani appena nati del complesso di specie V. prasinus spesso rifiutano il cibo per più di due settimane. In questi casi, l'alimentazione forzata può essere raccomandata prima di allora e fino a quando non iniziano a nutrirsi da soli.[8] L'esemplare citato sopra, venne nutrito forzatamente con una purea cotta ogni giorno, composta da 25% (in peso) di uova, 50% di insetti e 25% di banana e spinaci, oltre a integratori, come citrato di calcio ed Herpetal Complete T. In seguito venne integrato anche manzo, pollo e mosche vive. La materia vegetale è stata inclusa per aumentare i livelli di carboidrati e fibre. La crescita del cucciolo è stata lenta e dopo 147 giorni crebbe solo da 7,9 grammi a 13,8 grammi, ma per il resto era un esemplare molto attivo e vigile. Lo studio valuta inoltre che l'alimentazione forzata probabilmente non era necessaria poiché il suo peso variava notevolmente anche dopo aver iniziato a nutrirsi da solo.[8]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ "Varanus beccarii". Integrated Taxonomic Information System. Retrieved 28 August 2008.
- ^ a b (EN) Shea, G., Varanus beccarii, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
- ^ Giacomo Doria, Enumerazione dei rettili raccolti dal Dott. O. Beccari in Amboina alle Isole Aru ed alle Isole Kei durante gli anni, in Ann. Mus. Civ. Stor. Nat., vol. 6, 1874, pp. 325-257.
- ^ a b c Netherton, John; Badger, David P., Lizards: A Natural History of Some Uncommon Creatures, Extraordinary Chameleons, Iguanas, Geckos, and More, Stillwater, MN, Voyageur Press, 2002, pp. 137, ISBN 0-7603-2579-0.
- ^ R.G. Sprackland, Taxonomic review of the Varanus prasinus group with descriptions of two new species, in Mem. Queensland Museum, vol. 3, n. 3, 1991, pp. 561–576.
- ^ Böhme,W. and T. Ziegler (1997). Varanus melinus sp. n., ein neuer Waran aus der V. indicus-Gruppe von den Molukken, Indonesien. Herpetofauna 19 (111): 26-34
- ^ Ziegler, T., A. Schmitz, A. Koch and W. Böhme (2007). A review of the subgenus Euprepiosaurus of Varanus (Squamata: Varanidae): morphological and molecular phylogeny, distribution and zoogeography, with an identification key for the members of the V. indicus and the V. prasinus species groups. Zootaxa 1472: 1-28
- ^ a b c d e f g h Dennis Fischer, Notes on the Husbandry and Breeding of the Black Tree Monitor Varanus (Euprepiosaurus) beccarii (Doria, 1874) (PDF), in BIAWAK Journal of Varanid Biology and Husbandry, vol. 6, dicembre 2012, pp. 79–87.
- ^ King, Ruth Allen; Pianka, Eric R.; King, Dennis, Varanoid Lizards of the World, Bloomington, Indiana University Press, 2004, pp. 225–229, ISBN 0-253-34366-6.
- ^ Harold Cogger e Richard Zweifel, Reptiles & Amphibians, Sydney, Weldon Owen, 1992, ISBN 0-8317-2786-1.
- ^ Kathryn A. Monk e Yance De Fretes, The Ecology of Nusa Tenggara and Maluku, Periplus Editions, 1997, ISBN 962-593-076-0.
- ^ Robert Mendyk, Skilled Forelimb Movements and Extractive Foraging in the Arboreal Monitor Lizard Varanus beccarii (Doria, 1874), in Herpetological Review, vol. 42, settembre 2011, pp. 343–349.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Varanus beccarii
- Wikispecies contiene informazioni su Varanus beccarii
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- The Big Zoo: Black Tree Monitor, su thebigzoo.com.
- Reptic Zone: Dwarf Monitor Care Sheets, su repticzone.com. URL consultato il 26 luglio 2011 (archiviato dall'url originale il 18 ottobre 2006).
- Saint Louis Zoo: Black Tree Monitor, su stlzoo.org. URL consultato il 26 luglio 2011 (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2006).
- Dallas Zoo: Black Tree Monitor, su dallaszooed.com (archiviato dall'url originale il 7 marzo 2007).
- Rainforest Adventures: Black Monitor, su rfadventures.com.