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Niccolò Da Cornedo (Cornedo Vicentino, 1405 – Vicenza, 1453) è stato uno scultore italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Niccolò Garello, detto Niccolò da Cornedo, nacque a Cornedo Vicentino nel 1405; si trasferì ancor giovane a Vicenza per frequentare la bottega di Niccolò e Antonino da Venezia, punto di riferimento per tutti coloro che desideravano diventare scultori o lapicidi.
A Vicenza, Niccolò cominciò a frequentare le famiglie più in vista del momento, soprattutto i Trissino e i Da Porto dove incontrava artisti, pittori e lapicidi.[1]
Finita la sua preparazione, secondo il gusto gotico del tempo, presso Niccolò e Antonino da Venezia, si impegnò con entusiasmo e passione nella scultura, mettendo in luce buone doti di esecuzione e divenne “un piccolo gustoso maestro, privo di genialità, ma non sprovveduto o grossolano e neanche troppo arcaizzante”.[2]
Rimase legato per tutta la sua attività al suo soggetto preferito, il tabernacolo in forma di ciborio, del quale scolpì numerose varianti. Raggiunse una notevole fama negli ultimi anni di vita. Morì a Vicenza nel 1453.
Opere
[modifica | modifica wikitesto]Le opere firmate e datate, dislocate tutte nel Vicentino, consentono di leggere l’evoluzione artistica e la maturazione stilistica di Niccolò.
Tabernacolo della chiesa di Sant’Andrea di Trissino, nella parte superiore si legge “1438 M. HOLAUS CORNED FECIT”. E’ la prima opera documentata di Niccolò da Cornedo. Sotto il baldacchino semicircolare ci sono il Cristo Passo, a mezza figura, e i santi Maria Maddalena e Giovanni Evangelista in piedi. Sopra il baldacchino il Padre Eterno con la colomba dello Spirito Santo. Si tratta di un’opera modesta in quanto è priva di proporzione tra le varie figure.
Tabernacolo della Parrocchiale di Cornedo, nella parte superiore si legge “ 1440 M. NICHOLAUS FECIT DE CORNEDO”. L’opera raffigura il Cristo a mezzo busto, ai lati San Giovanni Battista e San Agostino. Sopra tre cupole gotiche sostenute da leggere colonne. L’opera è di grande qualità artistica e la più importante dell’artista.
Tabernacolo del Museo Civico di Vicenza, in alto a sinistra si legge: “1442 M. NICHOLAUS FECIT”. Il lavoro si trovava nella chiesa di San Vito a Vicenza.[3]. E’ in pessimo stato di conservazione.
Ecce Homo della Parrocchiale di Cereda. Nella parte inferiore si legge “…CHOLAUS DE CORNEDO” In alto a sinistra la data “1446”. A differenza delle altre, la scultura non è un tabernacolo, anche se la raffigurazione è la stessa: Cristo tra i Santi, Maria Maddalena e Giovanni Battista.
Statua della vergine della Chiesa di San Vittore in Monte a Priabona (Monte di Malo), anche questa firmata e datata “M. NICHOLAUS FECIT DE 1447”. Costituisce un unicum nell’attività di Niccolò.
Ciborio della Chiesa Parrocchiale di Carrè (Thiene). In alto, a sinistra la data “1448”, a destra la scritta “NICHOLAUS FECIT”. Sotto i tre baldacchini sporgenti, Cristo, con ai lati la Vergine e San Giovanni Evangelista. E’ l’ultima opera documentata di Niccolò
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- A. Montagna, "Chiese e Ville di Cornedo", in “Cornedo al suo pastore”, Valdagno 1960.
- G. Mantese, “Memorie storiche della chiesa vicentina” III, Vicenza 1964.
- G. Menato, "La pietra di Vicenza", Vicenza 1970.
- S. Trapula, "Niccolò da Cornedo". Tesi di laurea, relatore prof. Giovanni Lorenzoni, Padova, Anno Accademico 1971-1972.
- G. Menato, “Niccolò da Cornedo" sculture della Valle dell’Agno”, Cornedo Vicentino 1979.