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Utente:Triple 8/Espectador
El Espectador | |
---|---|
Stato | Colombia |
Lingua | spagnolo |
Periodicità | quotidiano |
Genere | stampa nazionale |
Formato | tabloid |
Fondatore | Fidel Cano Gutiérrez |
Fondazione | 22 marzo 1887 |
Sede | Comunican S. A. Avenida El Dorado 69-76 Bogotá, Colombia |
Tiratura | 50.000[1] 190.000 (domenica)[1] (2008) |
Direttore | Jorge Cardona |
Redattore capo | Élber Gutiérrez Roa |
ISSN | 0122-2856 |
Sito web | elespectador.com |
El Espectador è un quotidiano colombiano, il più antico della nazione, fondato da Fidel Cano Gutiérrez il 22 marzo 1887 a Medellín e dal 1915 con sede a Bogotá. Ha modificato la propria periodicità da quotidiana a settimanale nel 2001, in seguito a problemi economici, per poi ritornare all'originaria frequenza l'11 maggio 2008,[2][3] dopo varie voci che avevano previsto tale avvenimento.[4][5] Dal 1997 il suo maggior azionista è Julio Mario Santo Domingo.[6]
Fu inizialmente distribuito due volte a settimana in cinquecento copie, definendosi un "quoidiano di politica, letteratura, attualità e industria"; dopo la sua trasformazione in settimanale, ha cambiato il suo motto, ridisegnandosi come un giornale di opinione, più che di attualità, mantenendo tale indirizzo anche in seguito al suo ritorno in edizione quotidiana.[7]
Nel 1994, Le Monde, in seguito a una ricerca, incluse El Espectador tra i migliori otto quotidiani al mondo insieme a The New York Times (Stati Uniti), Financial Times (Regno Unito), Izvestia (Russia), People's Daily (Cina), Al Ahram (Egitto), Asahi Shimbun (Giappone), and Times of India.[8]
Secodo l'ultimo Estudio General de Medios (EGM – Segunda Ola 2007 (II-2007)), El Espectador ha 687,900 lettori ogni settimana.[9] Fa inoltre parte della Inter American Press Association e della Asociación de Diarios Colombianos (ANDIARIOS). Nel 2007, il suo editore Fidel Cano Correa affermò di non essere sulla stessa linea di pensiero del presidente Álvaro Uribe Vélez, ma ha aggiunto che è la sua opinione, non quella del giornale.[10]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Fin dalla sua fondazione El Espectador ha rappresentato il Partito Liberale Colombiano, inizialmente opposto al Partito Conservatore Colombiano; diverse volte le autorità intervennero chiudendo il giornale. Di seguito viene proposto un elenco di tali provvedimenti.[11]
- 8 luglio 1887, amministrazione Rafael Núñez, il giornale viene chiuso 134 giorni dopo il suo primo numero, fino al 10 gennaio 1888.
- 27 ottobre 1888 da Carlos Holguín, fino al 12 febbraio 1891; in precedenza la Chiesa Cattolica aveva proibito ai fedeli di leggere il quotidiano a causa di alcune critiche mosse dal direttore dello stesso.[12]
- Il 26 settembre 1892 il governo multò il giornale con 200.000 COL$ dopo aver ritenuto un articolo "sovversivo".
- 8 agosto 1893 il governatore del Dipartimento di Antioquia Abraham García chiuse il giornale fino al 14 marzo 1896, mentre Fidel Cano Gutiérrez fu detenuto in prigione.
- Dal 27 giurno 1896 al 27 aprile 1897, a causa di una legge approvata dal Congresso.
- Dal 19 ottobre 1899 al 16 ottobre 1903
- Dal 17 dicembre 1904 al 2 gennaio 1913 in seguito a critiche all'amministrazione Reyes.
Dal 10 febbraio 1915 El Espectador fu pubblicato contemporaneamente a Medellín e a Bogotá, ma l'edizione di Medellín fu sospesa il 20 luglio 1923.
Nel 1948, in seguito all'assassinio del leader del Partito Liberale Jorge Eliecer Gaitán le edizioni furono sospese per tre giorni. Da allora, il giornale dovette fare i conti con la censura del Partito Conservatore, che si era insediato al governo. Il 9 novembre 1949 Luis Cano Villegas, il direttore, si dimise come atto di protesta per la censura di un intero numero del giornale, venendo rimpiazzato dal fratello Gabriel Cano Villegas. Il 6 settembre 1952 la sede, allora nel centro della capitale e le case dei liberali Eduardo Santos and Carlos Lleras Restrepo, oltre alla sede del quotidiano rivale El Tiempo furono saccheggiate e parzialmente distrutte, apparentemente con il beneplacito del Governo.
Nel 1955 il quotodiano si oppose apertamente al governo militarista di Gustavo Rojas Pinilla, pubblicando diversi articoli scritti da Alberto Lleras Camargo, creando una vasta reazione nell'opinione pubblica. Nel dicembre dello stesso anno il governo accusò il giornale di irregolarità di bilancio e di evasione fiscale, multandolo il 20 dicembre 1955 per 10.000 COL$, mentre il fisco con una sanzione da 600.000 COl$. I direttori, a cui era stato proibito di rispondere alla accuse, sospesero l'uscita del giornale il 6 gennaio 1956.
Per sostituire El Espectador, il 15 febbraio 1956 fu creato El Independiente, diretto da Alberto Lleras Camargo, ma fu prima chiuso per pochi mesi e uscì poi a periodi alterni fino al 1º giugno 1958, quando fu rimpiazzato da El Espectador. Nel 1964 la sede del giornale si trasferì alla Avenida 68, situata nella parte ovest di Bogotá; il direttore Gabriel Cano dichiarò: "se El Tiempo ha la parte migliore di Bogotá, El Espectador ha la parte migliore dell'intera Nazione."[13]
Per tutto il XX secolo El Espectador fu il principale giornale liberale a fianco di El Tiempo, esercitando una grande infulenza politica. Tra i principali contributori si annoveravano i giornalisti colombiani più importanti dell'epoca, come Luis Eduardo Nieto Caballero, Alberto Lleras Camargo, Eduardo Zalamea Borda, Gabriel García Márquez, Eduardo Caballero Calderón, Klim, Antonio Panesso Robledo, Inés de Montaña, Alfonso Castillo Gómez, José Salgar, e i vignettisti Hernán Merino, Pepón, Consuelo Lago e Osuna.
Il giornalismo delle idee
[modifica | modifica wikitesto]Durante il ventesimo secolo, El Espectador criticò altri mass media colombiani che invece di deunciare le atrocità che venivano perpetrate nel Paese, preferivano restare in silenzio.[14] Nei primi anni 1980 vennero pubblicati svariati articoli che denunciavano irregolarità presenti nel Grupo Grancolombiano, tra i più potenti conglomerati dell'epoca. Come rappresaglia, molte grandi aziende smisero di aquistare gli spazi pubblicitari del giornale, aggravandone le già precarie condizioni economiche; nonostante ciò, El Espectador pubblicò un editoriale riguardante la propria credibilità, confrontandola con quella di tali aziende.[15]
El Espectador nei suoi editoriali chiedeva libertà di stampa e denunciava la cenusra politica che i media indipendenti dovevano subire per evitare la chiusura,[16] affermando che «neanche nei periodi di più rigida censura o rappresaglia politica, si è dovuto ricorrere al crimine per mettere a tacere la stampa, in una delle sue funzioni più nobili ed elevate». Il giornale rifiutò di essere considerato parte di un'"opposizione sovversiva" e criticò il governo del presidente (appartenente al Partito Liberale) Julio César Turbay Ayala, e per difendersi il 15 luglio 1979 pubblicò un articolo intitolato Si eso es oposición... ("Se questa è opposizione...").[17] In questo stesso articolo il giornale si dichiarò "neutrale".[17] El Espectador si rese anche protagonista di aspre critiche al narcotraffico, specialmente con articoli di Gullermo Cano Isaza.[12]
L'assassinio di Guillermo Cano
[modifica | modifica wikitesto]Il 17 dicembre 1986 l'allora direttore Guillermo Cano Isaza fu ucciso davanti agli uffici del giornale da sicari ingaggiati dal boss del narcotraffico Pablo Escobar, in seguito alla pubblicazione di articoli contro i baroni della droga colombiani. Cano lasciò la sede alle 19.00 circa sulla sua auto, e dopo una curva uno dei sicari gli sparò al petto otto colpi, uccidendolo, e fuggì su un motociclo targato FAX84. Cano aveva sessantuno anni, ed era giornalista da quarantaquattro; per il suo omicidio ancora non ci sono condannati.[18][19][20][21] Il giorno seguente il giornale uscì con il titolo Seguimos adelante ("Proseguiamo").[13]
Il 2 settembre 1989 la sede del quotidiano subì un attentato del Cartello di Medellín; le bombe piazzate dall'organizzazione esplosero alle 6:30 del mattino, sventrando il tetto dell'edificio, distruggendo l'entrata principale e imepedendo così l'uscita del giornale. La bomba era contenuta in un furgone parcheggiato davanti all'entrata pochi minuti prima della detonazione; lo stesso giorno sei uomini armati irruppero in una casa a Islas del Rosario, nei pressi di Cartagena de Indias, incendiando la casa dove la famiglia di Cano usava trascorrere le vacanze estive. Nel 1997 il World Press Freedom Prize, assegnato dalla UNESCO, è stato intitolato a Cano.[22]
Difesa della libertà di stampa
[modifica | modifica wikitesto]Il 23 agosto 1999 un gruppo paramilitare chiamato ERC pubblicò una lista di ventuno importanti personalità colombiane, che minacciavano di morte. Tra questi nomi figuravano quelli di due giornalisti di El Espectador, Alfredo Molano e Arturo Alape.[23] Molano lasciò il paese, in seguito a un articolo da lui scritto in cui aveva denunciato il massacro di 130 persone compiuto dall'Autodefensas Unidas de Colombia, capeggiato da Carlos Castaño.[23] Il 18 settembre Plinio Apuleyo Mendoza seguì la stessa decisione del collega.[23]
Il 29 maggio 2010 Reporter Senza Frontiere inoltrò una lettera di protesta al ministro degli Interni Humberto de la Calle riguardo al sequestro della giornalista dell'El Espectador Jineth Bedoya,[23] apparentemente perpetrato dall'Autodefensas Unidas de Colombia (AUC). Robert Ménard, segretario di RSF, si dichiarò scandalizzato dalla faccenda del sequestro.[24] La Bedoya venne poi assunta da El Tiempo.
Tra il febbraio e il maggio 2000, al giornalista Ignacio Gómez furono indirizzate almeno cinquantasei lettere minatorie, in seguito a un articolo in cui raccontava di una strage compiuta da milizie paramilitari con l'ausilio dell'esercito regolare. Dopo essere sfuggito a un tentativo di sequestro il 24 maggio a, Gómez si trasferì negli Stati Uniti il 1º giugno, tornando in patria solo un anno dopo.[25]
Il 21 marzo 2003 l'articolista Fernando Garavito lasciò la Colombia per gli Stati Uniti in seguito a reiterate minacce di morte. Le sue denunce riguardo alle violazioni dei diritti umani perpetrate dall'AUC e sulla tolleranza del candidato presidente Álvaro Uribe Vélez rispetto all'attività dei narcotrafficanti ne furono la causa.[26] L'8 febbraio Herminso Ruiz fu malmenato dalla polizia nazionale, che gli confiscò anche la macchina fotografica, mentre documentava l'attentato al club El Nogal.[27][28][27][29]
Nel maggio 2003 il quotidiano, tramite un editoriale scritto dall'allora direttore Ricardo Santamaría, denunciò che alcuni agenti dell'intelligence avevano avuto accesso a un'inchiesta che stava conducendo su possibili irregolarità del Banco del Pacífico, inviando il rapporto a uno dei dirigenti della banca, il ministro degli Interni Fernando Londoño.[30] Londoño dichiarò che il rapporto gli era stato inviato in forma anonima.[30][31]
Il 18 novembre 2004 un tribunale di Bogotá condannò il giornalista e regista Lisandro Duque a tre giorni di reclusione e a una penale 470 euro per non aver pubblicato una rettifica dopo un'accusa di diffamazione ai danni, della produttrice Claudia Triana de Vargas..[28]
El Espectador in the 21st century
[modifica | modifica wikitesto]Presence on the web
[modifica | modifica wikitesto]On 29 May 1996 the then daily newspaper launched its website elespectador.com[32]. Its design format and layout have been changed several times[33][34][35][36][37] In 2006 later added the.com to its logo, comments to the articles and user registration.[38] Access hits to Elespectador.com grew 79% in 2007.[9]
On 7 March 2008 elespectador.com was revamped, setting up four "editions": online, latest news, news map and print version. It also improved the registration system and the RSS feeds, and added tags, audio, and videos taken from Noticias Caracol, newscast from sister network Caracol TV, uploaded to its YouTube channel. The website is built with Drupal. Elespectador.com received the Colombian Chamber of Computing and Telecommunications's Premio Colombia en Línea 2008 award to the best online news website in the country[39][40].
From daily to weekly
[modifica | modifica wikitesto]Despite El Espectador had been the Colombian newspaper with the second highest circulation, after El Tiempo, the financial difficulties worsened and in 1997 the Cano family sold most of their shares in Comunican S.A., El Espectador publishing company, to Julio Mario Santo Domingo, who at the time owned Cromos, Caracol Radio (later sold to Spanish group PRISA) and Caracol TV. Its headquarters moved to the Avenida El Dorado. In September 2001 El Espectador became a weekly newspaper.
RWB stated that "media diversity suffered a heavy blow" when the newspaper "downgraded itself to a weekly."[41]
The Cali newspaper El País said:[42] "El Espectador is a standard in defence of freedom, the fight against drug trafficking and corruption."
Since then, their editors Rodrigo Pardo, Carlos Lleras de la Fuente, Ricardo Santamaría, and Fidel Cano Correa tried to recover the financial balance and the newspaper's circulation. As a weekly, it was published on Saturdays, with Sunday's date. Counting with the free time readers have available on weekends, El Espectador focused on opinion, investigation, and analysis pieces, recovering its circulation, influence, and earnings.
In 2007 Fidel Cano Correa stated in an interview with Revista Semana that[10] "[the return to a daily edition] is just a possibility. We have doing very well during the last three years, especially the last one." The Spanish group PRISA was considered as an strategic partner, but the negotiation failed when Santo Domingo refused to cede the control of the paper to PRISA[43]. On 11 May 2008 El Espectador became a daily again, changing from broadsheet to tabloid format.[2]
Daily focus, supplements, and alliances
[modifica | modifica wikitesto]Every day of the week, except Sunday, El Espectador devotes around 10 pages to a specific "focus":
- Monday: Negocios (Business)
- Thursday: Deportes (Sports)
- Wednesday: Internacional (World news)
- Thursday: Vivir (Living)
- Friday: Cultura (Culture)
- Saturday: Gente (People)
It also publishes three magazines, published once in a month each: Autos/Motos, Espacios, and Discovery Health. On Mondays El Espectador publishes a 6-page edition of The New York Times International Weekly[44][45], and on Tuesdays a two-paged Fox Sports minisection. It also syndicates articles from Harvard Business Review and El País.
Design
[modifica | modifica wikitesto]Since 2004, Lucie Lacava's Lacava Design has been in charge of El Espectador's design for its print edition[46]. El Espectador uses Hoefler & Frere-Jones's Mercury and Gotham typefaces since then[47].
Current management and employees
[modifica | modifica wikitesto]President
[modifica | modifica wikitesto]Publisher
[modifica | modifica wikitesto]- Fidel Cano Correa (2004–present)
Editorial board
[modifica | modifica wikitesto]Editors
[modifica | modifica wikitesto]- Jorge Cardona, editor-in-chief
- Sara Araújo, Arts and People.
- Olga Lucía Barona, Sports.
- Angélica Lagos, International.
- Leonardo Rodríguez, elespectador.com
- Norbey Quevedo, Investigations.
- Juan David Laverde, Crime and Law
- Hugo García Segura, Politics
- Luis F. Gutiérrez, Business
- Fernando Araújo Vélez, Bogotá
Regular columnists
[modifica | modifica wikitesto]Sunday
[modifica | modifica wikitesto]- Héctor Abad Faciolince
- Fernando Araújo Vélez
- Ramiro Bejarano Guzmán
- Mauricio Botero Caicedo
- Álvaro Camacho Guizado
- Iván Cepeda Castro
- Juan Esteban Constain
- Humberto de la Calle
- Cristina de la Torre
- Lisandro Duque Naranjo
- Alejandro Gaviria
- Iván Mejía Álvarez
- Alfredo Molano Bravo
- Armando Montenegro
- Luis Fernando Montoya
- William Ospina
- Hernán Peláez Restrepo
- Hugo Sabogal
- Eduardo Sarmiento
- Harry Sason
- María Antonieta Solórzano
- Tola y Maruja
- María Emma Wills
- Ernesto Yamhure
- Felipe Zuleta Lleras
Monday
[modifica | modifica wikitesto]- María Elvira Bonilla
- Luis Carvajal Basto
- Roberto J. Camacho
- Álvaro Forero Tascón
- Germán González
- Salomón Kalmanovitz
- Lorenzo Madrigal
- Santiago Montenegro
- Mario Morales
- Mauricio Rodríguez
- Santiago Rojas
Tuesday
[modifica | modifica wikitesto]- Eduardo Barajas Sandoval
- Antonio Casale
- Tulio Elí Chinchilla
- Marcela Lleras
- Andrés Marocco
- Iván Mejía Álvarez
- Aura Lucía Mera
- Daniel Pacheco
- Hernán Peláez Restrepo
- César Rodríguez Garavito
- Reinaldo Spitaletta
- Rodrigo Uprimny
Wednesday
[modifica | modifica wikitesto]- Danilo Arbilla
- es:Fernando Carrillo Flórez
- Pascual Gaviria
- Hernán González Rodríguez
- Andrés Hoyos
- José Fernando Isaza
- Patricia Lara Salive
- Cecilia Orozco Tascón
- Hernando Roa Suárez
- Juan Pablo Ruiz Soto
- Arlene B. Tickner
Thursday
[modifica | modifica wikitesto]- Rodolfo Arango
- Luis Eduardo Garzón
- Gustavo Gómez Córdoba
- María Teresa Herrán
- Ana Milena Muñoz de Gaviria
- Rafael Orduz
- Ángela María Orozco
- Uriel Ortiz Soto
- Elisabeth Ungar Bleier
- Klaus Ziegler
Friday
[modifica | modifica wikitesto]- Ricardo Arias Trujillo
- Ana María Cano Posada
- Hugo Chaparro Valderrama
- Juan David Correa Ulloa
- Jorge Iván Cuervo R.
- Francisco Gutiérrez Sanín
- Esteban Carlos Mejía
- Mario Morales
- Lucas Ospina
- Mario Fernando Prado
- Yesid Reyes Alvarado
- Augusto Trujillo Muñoz
- Juan Gabriel Vásquez
- Carlos Villalba Bustillo
- Juan Villoro
Saturday
[modifica | modifica wikitesto]- Rocío Arias Hofman
- Juan Carlos Botero
- Diana Castro Benetti
- Manuel Drezner
- Mauricio García V.
- Julio César Londoño
- Adolfo Meisel Roca
- Sergio Otálora Montenegro
- Gustavo Páez Escobar
- Julián Posada
- Lola Salcedo Castañeda
Syndicated columnists
[modifica | modifica wikitesto]Former Publishers
[modifica | modifica wikitesto]- Ricardo Santamaría (2003)
- Carlos Lleras de la Fuente (1999–2002)
- Rodrigo Pardo (1998–1999)
- Juan Guillermo Cano and Fernando Cano (1986–1997)
- Guillermo Cano Isaza (1952–1986)
- Gabriel Cano (1919 - 1923: Medellín edition; 1949 - 1958 Bogotá edition)
- Luis Cano (1919–1949)
- Fidel Cano Gutiérrez (1887–1919)
References
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (ES) El Espectador