Utente:Karmety1967/Lucia Ixchíu

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Ana Lucia Ixchíu Hernández, meglio conosciuta come Lucia Ixchíu o Lucia Hernández ( Totonipacán,1990), è un’indigena quiché guatemalteca, attivista femminista, architetto, responsabile culturale, giornalista di comunità, co-fondatrice di Mujeres en Movimiento e Festivales Solidarios. Viene considerata come una delle attiviste più importanti dell’America Centrale grazie alla sua lotta per la difesa del femminismo, della biodiversità, e alla lotta per il territorio dei popoli indigeni.

Il suo nome completo è Ana Lucia Ixchíu Hernández, ma preferisce utilizzare il nome di Lucia Ixchíu, e non Hernández con il quale in molti la chiamavano, al fine di mettere in risalto le sue origini indigene quiché.[1] Ai tredici anni di età prese coscienza di ciò che significa essere donna seguendo le orme della nonna Juana. A lei deve il coraggio di essersi separata, di aver detto basta alla violenza, e di aver trasmesso alle sue zie e sorelle l’idea di lottare per un futuro migliore. Anche sua sorella Andrea Ixchíu ha seguito lo stesso percorso di Lucia nella difesa dei diritti umani. [2]

Apprese l’importanza del femminismo nella sua vita grazie al testo di Marcela LagardeLa soledad y la desolación”. In quel periodo stava uscendo da una relazione difficile, ed ebbe paura di rimanere sola e non saper risolvere questa crisi. In parallelo, il suo Paese stava vivendo una guerra per la memoria e la dignità dei popoli..[3]

Il 4 ottobre del 2012, nella Cumbre de Alaska, ai soli ventuno anni, prima del massacro che l’esercito del Guatemala attuò nei confronti della popolazione indigena di Totonicapán, Ixchíu decise di diventare giornalista e attivista comunitaria. La Prensa Comunitaria fu la sua casa per quasi cinque anni, e le insegnò i valori della verità e della parola scritta, grazie a cui poté far sentire la propria voce. Come lei stessa disse: “Diede a me stessa il diritto che noi popoli indigeni abbiamo, quello di avere la nostra propria voce”. [3]

Nello stesso anno, 2012, iniziò a far parte del movimento studentesco, dove dovette vivere da vicino e accompagnare un processo di criminalizzazione e reclusine politica; divenne rappresentante del Consiglio Universitario della Universidad de San Carlos de Guatemala dal 2014 al 2016. Appoggiò il processo di democratizzazione della Associazione degli Studenti Universitari Oliverio Castañeda de León dal 2012 al 2017, facente parte di USAC Es Pueblo. Fu co-fondatrice di Festivales Solidarios (un gruppo di artisti, giornalisti e ricercatori indigeni e meticci che si occupano di memoria storica, difesa del territorio e incarcerazioni politiche); fece inoltre parte del notiziario indigeno Maya k’at della Federazione guatemalteca di scuole radiofoniche, facente parte della rete Somos Una Abya Yala, Lationamérica Romper el cerco, l’Internacional Feministra e l’Encuentro feminista diverso..[3]

Questa esperienza urbana e studentesca la formò in quanto donna moderna, un’attivista che crede nell’arte come mezzo per democratizzare la società e trasformarla.[4]


L’articolo “Los rostros de la nueva política en Guatemala”, pubblicato nel 2016 dal New York Times, ha incluso Ixchíu tra le personalità emergenti della nuova politica del Guatemala, insieme a Briseida Milán, Gabriel Wer, Joel Morales, Gabriela Carrera, Ivonne Monterroso, Libertad Garrido, tra i molti. In questo articolo gli attivisti hanno parlato dell’accesso al potere come unico modo per cambiare le cose, e hanno descritto i partiti del Guatemala come “partiti senza vita”.[5]

Il testo collettivo “ Centroamérica en medio del despojo y nuestra lucha feminista”, pubblicato nel febbraio 2019, vide la collaborazione di Ixchíu e altre donne della regione centroamericana dell’Honduras. L’obbiettivo fu quello di contestualizzare le situazioni politiche avverse, convulse ed antidemocratiche, le frodi elettorali, i colpi di stato tecnici, le dittature violente e assassine, e la situazione di molte donne che hanno messo a rischio la propria vita per sfidare il sistema..[6]

Lucia ha difeso il diritto delle comunità indigene per l’utilizzo della comunicazione e in particolare della radio comunitaria, essenziale per l’appoggio, rivitalizzazione e preservazione delle lingue indigene, come canale di facile accesso all’informazione e per l’organizzazione di persone sparse sul territorio e privi di servizi telefonici o internet. In questo modo nel 2015 denunciò le minacce, gli insulti e la violenza fisica perpetrata nei confronti della stampa comunitaria per aver dato copertura alle mobilitazioni indigene contrarie alla costruzione di una pressa idroelettrica a Santa Cruz, e alla loro preoccupazione per il conseguente impatto ecologico e culturale.[7]

Lucia Ixchíu ha fondato Festivales Solidarios credendo nell’espressione artistica come strumento di azione. Ha organizzato numerosi festival tra cui “Vivas nos queremos” nel 2020, in concomitanza con la Giornata internazionale della donna, che vide la partecipazione di molte artiste guatemalteche e un incontro virtuale con 150 gruppi indigeni, raccontato all’epoca dal quotidiano La Hora..[8]

L’Osservatorio per la protezione dei difensori dei diritti umani e l’Unità di protezione per i difensori dei diritti umani - Guatemala (UDEFEGUA), il 22 settembre 2020 hanno denunciato le minacce e le aggressioni subite da Ixchíu e altri difensori del territorio indigeno quando stavano realizzando registrazioni per un documentario nel bosco comunitario dell’Alta, a Totonicapán, e si sono imbattuti in taglialegna illegali.. [9] La sensazione di impunità e l’esistenza di un clima ostile nei confronti di coloro che difendono i diritti umani sono peggiorati dopo il comunicato stampa della Commissione Latino-americana per i Diritti Umani (CIDH), che condanna gli omicidi e gli attacchi ai difensori del Guatemala. .[10][11]

  • Femministe del Guatemala
  • Femminismo comunitario
  • Femminismo descoloniazzato
  • Femminismo postcoloniale
  1. ^ #GuateRacista: microhistorias que revelan la profundidad del racismo en Guatemala, su nomada.gt.
  2. ^ La vida en un pedazo de papel, su medium.com, 2 aprile 2018.
  3. ^ a b c Somos Abya Yala, Entrevista: Lucia Ixchíu defensora de la Vida, su https://somosunaamerica.org/. Errore nelle note: Tag <ref> non valido; il nome ":0" è stato definito più volte con contenuti diversi
  4. ^ Lucía Ixchíu, su nomada.gt.
  5. ^ https://www.nytimes.com/es/2016/10/07/espanol/america-latina/los-rostros-de-la-nueva-politica-en-guatemala.html.
  6. ^ Centroamérica en medio del despojo y nuestra lucha feminista, su medium.com.
  7. ^ (EN) This Machine Builds Movements: The Case for Indigenous Community Radio, su intercontinentalcry.org.
  8. ^ Grecia Ortiz, La Hora. Conmemoran el día de la mujer con el Festival "Vivas nos queremos"., su lahora.gt.
  9. ^ fidh.org, https://www.fidh.org/es/region/americas/guatemala/guatemala-nuevas-agresiones-contra-quienes-defienden-el-territorio.
  10. ^ oas.org, http://www.oas.org/es/cidh/prensa/comunicados/2020/215.asp.
  11. ^ lahora.gt, https://lahora.gt/taladores-ilegales-de-arbol-agreden-a-3-mujeres-y-un-hombre/.

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