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Con il termine bassa fedeltà (o anche Lo-Fi, contrazione del termine in lingua inglese low fidelity) si indica un tipo di produzione musicale povera rispetto agli standard usuali (high fidelity) e realizzata utilizzando una strumentazione non particolarmente eccelsa ed elaborata nella fase di registrazione, sia per carenza di mezzi e di risorse adeguate, ma anche per scelta consapevole e volontaria.
Definizione
[modifica | modifica wikitesto]Storia
[modifica | modifica wikitesto]1950-1970
[modifica | modifica wikitesto]1970-1980
[modifica | modifica wikitesto]1980-1990
[modifica | modifica wikitesto]Tra la fine degli anni ottanta ed i primi anni novanta, il termine venne utilizzato non solo per descrivere la qualità delle registrazioni ma anche per indicare un vero e proprio sottogenere musicale dell'indie rock, spesso associato anche ad una certa attitudine fai-da-te (dall'inglese do-it-yourself) rispetto all'approccio verso l'(auto)produzione musicale. Ciò avvenne anche grazie allo sviluppo tecnologico nell'ambito degli strumenti di registrazione professionali che rese disponibili serie di apparecchiature a 4-tracce analogiche capaci di registrare su normali musicassette (anziché su nastri a bobina) come, ad esempio, il Portastudio della Tascam.
Tra i primi artisti che si cimentarono in questo tipo di registrazioni si possono annoverare R. Stevie Moore e Daniel Johnston, i neozelandesi Tall Dwarfs e i Beat Happening di Calvin Johnson che fecero da apripista a tutta una serie di musicisti che, nei successivi anni novanta[1], godettero di un maggiore seguito commerciale, tra cui Beck, Lou Barlow, Will Oldham, Guided by Voices, Vic Chesnutt, Sparklehorse, Liz Phair, Bill Callahan, Mountain Goats, Eels, Wavves, Sebadoh o Pavement.[2] Gli italiani Twenty Four Hours hanno registrato i loro due primi dischi ufficiali, pubblicati da Mellow Records proprio con due Tascam Portastudio rispettivamente nel 1991 e 1994.
Dopo la fine degli anni anni novanta, con l'inizio dei duemila più artisti, ispirandosi ai pionieri del genere, lo ripresero per poi acquisire una certa notorietà nella scena trasformandolo poi in bedroom rock o outsider rock come Ariel Pink oppure l'amico John Maus per poi venir seguiti a loro volta da futuri artisti come Mac DeMarco e altri.
Con l'ondata della nuova scuola dell'hip hop, molti artisti iniziano a prendere spunto da questo genere per ricreare sonorità lo-fi-rap caratterizzate dalla presenza di bassi distorti e in generale un tipo di beat grezzo.
In ambito di musica elettronica il concetto di Lo-Fi può anche riferirsi a musica creata con sintetizzatori analogici o con vecchi computer 8-bit.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Storia del Rock - Anni '80, su scaruffi.com. URL consultato il 28 aprile 2020.
- ^ La Storia della Musica Rock- Gli anni Novanta, su scaruffi.com. URL consultato il 28 aprile 2020.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Amy Spencer, DIY: The Rise of Lo-fi Culture, Marion Boyars, 2005, ISBN 978-0-7145-3105-2.
- (EN) Steve Taylor, The A to X of Alternative Music, A&C Black, 2006, ISBN 978-0-8264-8217-4.
- (EN) Richie Unterberger, Unknown Legends of Rock 'n' Roll: Psychedelic Unknowns, Mad Geniuses, Punk Pioneers, Lo-Fi Mavericks & More, Hal Leonard Corporation, 1998, ISBN 978-1-61774-469-3.
Voci correlate
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[[Categoria:Audio]] [[Categoria:Rock]]