Indice
Utente:Andrisano Antonio/Sandbox2
Con la definizione di quarta dimensione in generale, ci si riferisce ad una dimensione immediatamente successiva alle tre dimensioni dello spazio reale (euclideo) ovvero una dimensione immediatamente successiva alle tre dimensioni spaziali percepite dall'uomo. Il tema della quarta dimensione abbraccia non solo i campi della matematica e della fisica ma anche quello della filosofia e della psicologia e, come corollario, anche quelli della letteratura e della fantascienza
Generalmente il tema della quarta dimensione si sdoppia in due tronconi di pensiero specifici:
- Il primo parte dallo studio della fenomenologia naturale che avviene misurando l'evolversi del fenomeno in ampiezza, altezza, profondità e tempo. Da questo ne scaturisce che, essendo le prime tre grandezze per definizione le tre dimensioni dello spazio, il tempo diventa a pieno titolo la quarta dimensione
- Il secondo, similmente al primo, parte dall'uso delle tre dimensioni del nostro spazio altezza, ampiezza, e profondità che sono ortogonali tra loro, ma tiene da parte il tempo da quest'insieme e definisce la quarta dimensione come una dimensione ortogonale alle altre tre. In pratica tale rappresentazione ideologica si rifà al modello di spazio euclideo esteso a quattro dimensioni
Quest'ultima definizione porta in seguito a costruire le definizioni di dimensioni di ordine superiore alla quarta in un modo infinito ovvero ci induce a definire la n + 1-esima dimensione, come una dimensione ortogonale alle altre n.
Si definisce Tetraspazio uno spazio con quattro dimenisioni.
Cenni storici
[modifica | modifica wikitesto]A dare origine al processo di definire una quarta dimensione fu, a cavallo degli ultimi anni del dicottesimo secolo e la prima metà del diciannovesimo,la ricerca da parte di alcuni scienziati riguardo la validità del quinto postulato di Euclide. Alcuni, tra i quali annoveriamo Carl Friedrich Gauss, giunsero a dimostrare che c'erano situazioni in cui tale postulato non era valido. Fu Bernhard Riemann nel 1854, con la sua tesi di dottorato, a confermare che in effetti il quinto postulato non vale per uno spazio curvo.Da dalla necessità di rispondere alla domanda Rispetto a che cosa si può curvare uno spazio a tre dimensioni? si iniziò a discutere sulle possibilia di esistenza di ulteriori dimensioni. Questa risposta venne dal fisico Hermann von Helmholtz che, immediatamente dopo la lezione innaugurale di Riemann, dichiarò che aveva pensato alla possibilità di spazi multidimensionali. Prendendo spunto dalla dichiarazione di Helmhotz un suo collega di facoltà lo psicologo e fisiologo Gustav Fechner scrisse un breve racconto: Lo spazio a quattro dimensioni, in cui assunse che la quarta dimensione era il tempo. fu in effetti Fechner, in questo racconto a dare l'avvio ad una descrizione di spazio quadrimensionale facendo un analogia su come un essere bidimensionale potesse vedere le tre dimensioni. La popolarizzazione dei concetti di spazi multidimensionali avvenne nel 1884 con la publicazione del libro Flatland: A romance of many Dimensions(in italia noto con il titolo Flatlandia) scritto dall'inglese Edwin Abbott Con la definizione della relatività, da parte di Albert Einstein, nel 1905 e i successivi studi e osservazioni sul comportamento della luce sotto il campo gravidazionale prodotto dal Sole, nel 1908, si ottennero fondati motivi per ritenere la quarta dimensione non solo un concetto teorico, ma anche una realtà.