Robilant+Voena è una galleria d’arte fondata nel 1999 dalla partnership tra Edmondo di Robilant e Marco Voena. La galleria, che ha sede a Milano, Londra, New York e Parigi, commercia in dipinti^[1] e sculture antiche europee, arte italiana^[2] ed americana^[3] del secondo dopoguerra, fotografia e progetti d’arte contemporanea^[4].

Il vasto ed eterogeneo spettro culturale che contraddistingue l’attività di Robilant+Voena si articola in oltre cento mostre prodotte – dislocate nei quattro spazi espositivi della galleria –, innumerevoli pubblicazioni – sia cartacee che digitali ed il cui contenuto spazia dall’antichità classica al contemporaneo –, ed eventi volti a risaltare l’interdisciplinarità del linguaggio artistico – numerose sono infatti le collaborazioni con prestigiosi marchi del mondo della moda, tra cui Bottega Veneta, Kiton, Moncler^[5], Tod’s ed Italia Independent^[6].

Le sedi di Milano, Londra, New York e Parigi, permettono a Robilant+Voena di avere una presenza fissa all’interno dei maggiori poli del mercato occidentale dell’arte, abbracciando conseguentemente clienti sia privati che corporate. Robilant+Voena partecipa inoltre ai principali eventi fieristici – da TEFAF Maastricht a TEFAF New York, da Frieze Masters ad Art Basel Miami, da BIAF a MIART – e recentemente si è concentrata al fine di esplorare i mercati mediorientali ed asiatici: ultima iniziativa è stata l’organizzazione e la produzione della prima mostra di Lucio Fontana in Corea del Sud^[7], a Seoul^[8].

I due partner e fondatori di Robilant+Voena hanno operato, nel corso della loro carriera, mediante un approccio storico-scientifico all’attività di mercante d’arte che gli ha permesso di registrare scoperte di capolavori dimenticati; inoltre, significative sono state le vendite ad alcune tra le principali istituzioni pubbliche sul panorama internazionale, tra cui il Museum of Western Art di Tokyo, il Metropolitan Museum of Art, la National Gallery di Edimburgo, la National Gallery di Stoccolma, la National Gallery di Victoria, la Pinacoteca di Brera, il Virginia Museum of Fine Art ed il Louvre Abu Dhabi^[9].

Tra le vendite più importanti intercorse negli ultimi anni, si registrano le seguenti: nel 2017, Robilant+Voena ha venduto alla Frick Collection di New York il dipinto Principe Camillo Borghese di François-Pascal-Simon Gérard's (1770–1837), registrando la prima acquisizione degli ultimi trent’anni da parte della rinomata istituzione newyorkese^[10]; nello stesso anno, Il Museum of Fine Arts di Boston ha acquistato dalla galleria il David di Claude Vignon (1593–1670)^[11]; l’opera di Artemisia Gentileschi, Autoritratto come Santa Caterina d’Alessandria, è stata venduta da Robilant+Voena alla National Gallery of Art di Londra nel 2018^[12], registrando la prima acquisizione da parte di un’istituzione pubblica inglese di un dipinto della pittrice italiana^[13].

La costante e trasversale valorizzazione del passato, tuttavia, non impedisce a Robilant+Voena di volgere uno sguardo sul futuro del sistema internazionale dell’arte, caratterizzato da dinamiche in perpetuo rinnovamento: Marco Voena ha lanciato Il Libro, un progetto editoriale volto a raccontare la cultura italiana ad un pubblico internazionale; nel 2022, la galleria ha inaugurato il dipartimento di art advisory Robilant+Voena Advisory, volto ad assistere clienti privati e corporate con il desiderio di operare all’interno del mercato globale dell’arte; infine, grande attenzione viene rivolta all’arte digitale e alle opportunità che ne derivano, soprattutto grazie all’ascesa degli NFTs.