Indice
Ura-Harajuku
Ura-Harajuku | |
---|---|
裏原宿 | |
Cat Street, Ura-Harajuku | |
Stato | Giappone |
Città | Tokyo |
Distretto | Harajuku |
Quartiere | Shibuya |
Ura-Harajuku (裏原宿?), spesso abbreviato in Ura-Hara, è una zona del distretto Harajuku di Tokyo, in Giappone, composta indicativamente dalle strade laterali perpendicolari al viale principale Omotesandō ed estesa per due isolati.[1][2][3][4]
Il nome è composto dal termine Ura (裏?), che in giapponese significa dietro o sotto, indicando quindi la zona come le strade secondarie di Harajuku o più simbolicamente come la Harajuku nascosta;[5][6] un riferimento alla sua cultura tipicamente underground, in contrasto alla frenetica e rumorosa Harajuku centrale. Si contrappone quindi a Omotesandō, in cui Omote (表?) significa sopra.
Principalmente pedonale, oggi Ura-Harajuku ospita numerosi negozi di abbigliamento, bar e ristoranti.[4][7] L'area è attraversata da Cat Street, strada che collega Harajuku e Shibuya e culla della moda street giapponese.[8]
Cultura
[modifica | modifica wikitesto]Nel corso degli anni novanta la zona ha dato luogo a un movimento culturale di giovani designer e boutique indipendenti che interessò la cultura e la moda giovanile maschile giapponese e contribuì all'affermazione e allo sviluppo della moda streetwear globale.[1][3][9][10]
Ura-Hara come movimento nacque con l'interesse crescente dei giovani giapponesi per le sottoculture occidentali come hip hop, punk, skateboard, graffiti e sneaker, tanto nella moda quanto nella musica. I giovani, prettamente maschi, cominciarono quindi a promuovere uno stile casual, vintage e underground e i designer del luogo, partendo dai capi occidentali, iniziarono a produrre pezzi fatti a mano e personalizzati, sviluppando i propri marchi e aprendo le proprie boutique.[1][11] Locali notturni, negozi, riviste e un intero stile di abbigliamento cominciarono a rappresentare una comunità.[12]
I pionieri del movimento vengono considerati Hiroshi Fujiwara, spesso indicato come il Padrino di Harajuku,[13] e i suoi frequenti collaboratori Tomoaki "Nigo" Nagao e Jun "Jonio" Takahashi.[9][14] Questi ultimi aprirono nel 1993 la boutique Nowhere, dove fondarono rispettivamente A Bathing Ape e Undercover, considerati i maggiori brand streetwear giapponesi.[5] Tra gli altri marchi di spessore caratteristici di Ura-Hara si contano Goodenough di Fujiwara (1990), Neighborhood di Shinsuke Takizawa (1994), Bounty Hunter di Hikaru Iwanaga (1995) e WTAPS di Tetsu Nishiyama (1996),[9] oltre ai precedentemente fondati Hysteric Glamour di Nobuhiko Kitamura e Goro's di Goro Takahashi.[1] I brand venivano pubblicizzati da riviste nazionali come Takarajima, Smart, Cutie, Asayan, Boon e Relax.[1][12]
Verso la fine degli anni novanta la scena Ura-Hara acquisì rilevanza nazionale e si cominciò a indicare lo stile del luogo con il termine Urahara-kei, caratterizzato da magliette con stampe, capi in denim, giacche mimetiche, vestiti baggy, sneaker e abbigliamento skater.[5][15] L'incredibile esclusività dei pezzi di Ura-Hara e i loro prezzi elevati risultarono in un successo commerciale e, con l'arrivo degli anni duemila, i brand cominciarono ad espandersi e a svilupparsi in direzioni diverse, sbarcando all'estero.[1]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f Pioneers of URAHARA: The Past and Future of Japanese Streetwear, su Hypebeast, 16 ottobre 2014. URL consultato il 29 aprile 2023.
- ^ (EN) Exploring Tokyo 'Urahara': 4 Ura-Harajuku Spots for Unique Fashion, Food and Creative Inspiration! | LIVE JAPAN travel guide, su LIVE JAPAN. URL consultato il 29 aprile 2023.
- ^ a b YABAI Writers, Urahara Taking Fashion to the Street: Get to know Japan’s Street Style Subculture | YABAI - The Modern, Vibrant Face of Japan, su YABAI. URL consultato il 29 aprile 2023.
- ^ a b (EN) Urahara - Shibuya, Tokyo, su JapanTravel. URL consultato il 29 aprile 2023.
- ^ a b c (EN) A Brief History of NOWHERE and the Rise of Japanese Street Culture, su Grailed. URL consultato il 29 aprile 2023.
- ^ Post Page, su aligeorgehinkins.com. URL consultato il 29 aprile 2023.
- ^ (EN) Ura Harajuku | Japan Experience, su www.japan-experience.com. URL consultato il 29 aprile 2023.
- ^ (EN) Cat Street, su Time Out Tokyo. URL consultato il 29 aprile 2023.
- ^ a b c (EN) Vania, The History of: Ura-Harajuku, su The COMM, 26 aprile 2022. URL consultato il 29 aprile 2023.
- ^ TOKYO STREET FASHION and CULTURE: 1980 - 2017, su Google Arts & Culture. URL consultato il 29 aprile 2023.
- ^ (EN) The History of Japanese Streetwear - Fashion Foody, su fashionfoody.com, 23 gennaio 2021. URL consultato il 29 aprile 2023.
- ^ a b (EN) The Living Ura-Hara Archive - Meet MIMIC, su sabukaru. URL consultato il 29 aprile 2023.
- ^ (EN) The Godfather of Ura-Harajuku, su https://www.port-magazine.com. URL consultato il 29 aprile 2023.
- ^ (EN) An Ura-Hara Champion: GOODENOUGH, su sabukaru. URL consultato il 29 aprile 2023.
- ^ Ryan White, Com'era la moda giapponese negli anni Duemila? Questo magazine di street style ce la racconta., su i-d.vice.com. URL consultato il 29 aprile 2023.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Ura-Harajuku