Sporopollenina

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La sporopollenina è un polimero biologico tra i più inerti e resistenti che si conoscano.

Pollini al SEM

È un componente importante della parete esterna (esina) dei granuli di polline.

È chimicamente molto stabile e di solito è ben conservata nei suoli e nei sedimenti, consentendo di fornire informazioni utili ai palinologi sulle popolazioni vegetali del passato.

I pollini sono dispersi da molti fattori ambientali diversi, come il vento, l'acqua o gli animali. Se le condizioni sono adatte, le loro pareti impregnate di sporopollenina possono persistere nella documentazione fossile per centinaia di milioni di anni, poiché la sporopollenina è resistente alla degradazione chimica da parte di sostanze chimiche organiche e inorganiche[1].

La sporopollenina si trova anche nelle pareti cellulari di diversi taxa di alghe verdi, tra cui Phycopeltis[2] e Chlorella[3].

Composizione chimica

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La composizione chimica della sporopollenina è stata a lungo sfuggente a causa della sua insolita stabilità chimica e resistenza alla degradazione da parte di enzimi e reagenti chimici forti (tra l'altro è in grado di resistere all'acetolisi, ovvero all'attacco con acidi forti).

Le analisi hanno rivelato una miscela di biopolimeri, contenente principalmente acidi grassi a lunga catena, fenilpropanoidi, fenoli e tracce di carotenoidi. Gli esperimenti hanno dimostrato che la fenilalanina è un precursore importante, ma contribuiscono anche altre fonti di carbonio. È probabile che la sporopollenina derivi da diversi precursori che sono chimicamente collegati per formare una struttura rigida.

Nel 2019, i ricercatori del MIT hanno determinato, tramite la degradazione della tioacidolisi e la risonanza magnetica nucleare (RMN) allo stato solido, la struttura molecolare della sporopollenina di pino. Questa è composta principalmente da unità di alcol polivinilico insieme ad altri monomeri alifatici, tutti collegati attraverso una serie di legami acetalici[4].

La microscopia elettronica mostra che le cellule del tappeto che circondano il granulo pollinico in via di sviluppo all'interno dell'antera e che producono l'esina hanno un sistema secretorio altamente attivo contenente globuli lipofili. Si ritiene che questi globuli contengano i precursori della sporopollenina.

La sporopollenina è una sostanza che ha la funzione di ridurre al massimo l'evaporazione quindi è una sostanza che rende il granulo pollinico resistente al calore[senza fonte]. Incerto/a

La sporopollenina, inoltre, contribuisce all'identificazione delle diverse specie di polline sia per la forma assunta a seguito della sua deposizione sia per la presenza di granuli (detti orbicoli) esterni alla parete da essa formati.

  1. ^ (EN) G. Shaw, Sporopollenin, Academic Press, 1º gennaio 1971, pp. 305–350, DOI:10.1016/b978-0-12-135750-4.50017-1, ISBN 978-0-12-135750-4. URL consultato il 24 novembre 2020.
  2. ^ (EN) Barry H. Good e Russell L. Chapman, THE ULTRASTRUCTURE OF PHYCOPELTIS (CHROOLEPIDACEAE: CHLOROPHYTA). I. SPOROPOLLENIN IN THE CELL WALLS, in American Journal of Botany, vol. 65, n. 1, 1978-01, pp. 27–33, DOI:10.1002/j.1537-2197.1978.tb10830.x. URL consultato il 24 novembre 2020.
  3. ^ (EN) A. W. Atkinson, B. E. S. Gunning e P. C. L. John, Sporopollenin in the cell wall of Chlorella and other algae: Ultrastructure, chemistry, and incorporation of 14C-acetate, studied in synchronous cultures, in Planta, vol. 107, n. 1, 1972-03, pp. 1–32, DOI:10.1007/BF00398011. URL consultato il 24 novembre 2020.
  4. ^ (EN) Fu-Shuang Li, Pyae Phyo e Joseph Jacobowitz, The molecular structure of plant sporopollenin, in Nature Plants, vol. 5, n. 1, 2019-01, pp. 41–46, DOI:10.1038/s41477-018-0330-7. URL consultato il 24 novembre 2020.

Collegamenti esterni

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