Siti di lancio e atterraggio SpaceX
La SpaceX impiega vari siti per le sue operazioni. Prima compagnia privata a recuperare i componenti di un lanciatore orbitale,[1] ha dovuto adattare le sue infrastrutture per supportare tali operazioni. Al 2024 la SpaceX gestisce tre complessi di lancio: due in Florida per i lanci verso la ISS e dei satelliti geostazionari, e uno in California per i lanci in orbita polare; mentre utilizza un complesso di lancio dismesso della Cape Canaveral AFS, ora denominato Landing Zone 1, per recuperare gli stadi inferiori dei suoi vettori in grado di ritornare al luogo di lancio; per un utilizzo simile è in corso il ricondizionamento del complesso di lancio 4E presso la base militare di Vandenberg.
I lanci che non sono in grado di tornare al sito di lancio atterrano sull'Autonomous spaceport drone ship, una chiatta dislocata nel tratto di oceano lungo la traiettoria di lancio. Una volta recuperato lo stadio, esso viene fissato alla chiatta per essere riportato sulla terraferma.
In passato la SpaceX ha impiegato l'isola di Omelek per i lanci del Falcon 1, dopo il ritiro del vettore l'azienda abbandonò l'isola e rimosse tutte le infrastrutture.[2]
Siti di lancio
[modifica | modifica wikitesto]Cape Canaveral AFS
[modifica | modifica wikitesto]Space Launch Complex 40
[modifica | modifica wikitesto]Il complesso di lancio 40 (Space launch complex 40, SLC-40), ex sito di lancio per i lanciatori Titan,[3] è stato affittato dalla SpaceX per i lanci in LEO o verso l'orbita geostazionaria[3] a partire dal 2010[4] ed è rimasto in servizio fino al 1 settembre 2016, quando un Falcon 9 è esploso durante il riempimento dei serbatoi di ossigeno liquido in preparazione a un test pre-volo distruggendo il carico utile e danneggiando gravemente il complesso.[5] È previsto che le missioni riprendano nell'agosto 2017.[6]
Kennedy Space Center
[modifica | modifica wikitesto]Launch Complex 39A
[modifica | modifica wikitesto]Il complesso di lancio 39A, storico complesso di lancio delle missioni Apollo e Space Shuttle, è stato concesso a SpaceX per i suoi lanci. La NASA ha scelto la società a seguito della decisione presa nel 2013 di affittare il complesso inutilizzato nel tentativo di ridurre i costi di mantenimento.[7] L'obbiettivo di SpaceX era originariamente utilizzare la rampa esclusivamente per le sue future missioni con equipaggio umano,[8] ma ha poi preferito destinarla sia per missioni umane sia per missioni automatiche.[9]
I lavori di ristrutturazione sono cominciati nel 2013 e il contratto di affitto della durata di vent'anni è stato firmato con la NASA nell'aprile 2014.[10][11] È stato costruito un edificio di integrazione verticale subito fuori dal perimetro del complesso per ospitare le operazioni di integrazione dei Falcon[12] ed è stato installato un nuovo impianto di tubature per rifornire i serbatoi dei razzi.[10]
Nel febbraio 2016 è stato annunciato che i lavori erano finiti e che il pad era pronto per il lancio del Falcon 9 Full Thrust,[13] mentre il primo lancio è avvenuto nel febbraio 2017 a cui è seguito un atterraggio di successo sulla Landing Zone 1.[14] Saranno necessari per ospitare i lanci col Falcon Heavy e missioni con equipaggio e avverranno quando il complesso di lancio 40 ritornerà in servizio, nell'Aprile 2017.[15]
Vandeberg AFB
[modifica | modifica wikitesto]Launch Complex 4E
[modifica | modifica wikitesto]Il complesso di lancio 4E, situato sulla costa occidentale degli Stati Uniti d'America, viene utilizzato per i lanci in orbita polare o eliosincrona. La SpaceX ha cominciato i lavori di ricondizionamento il 13 luglio 2011 e la prima missione, lanciata il 29 settembre 2013, ha rappresentato il volo inaugurale del Falcon 9 v1.1.
Siti abbandonati
[modifica | modifica wikitesto]Vandenberg LC 3W
[modifica | modifica wikitesto]Il complesso di lancio 3W della base di Vandenbeg doveva supportare i lanci del Falcon 1, ma per problemi logistici fu abbandonato solo dopo un test di accensione nel 2005: la traiettoria di lancio avrebbe infatti sorvolato altre rampe occupate per mesi da razzi della US Air Force in attesa del lancio, concedendo alla SpaceX finestre di lancio troppo strette, ciò portò la compagnia a scegliere l'isola di Omelek per i suoi primi lanci.[16]
Omelek Island
[modifica | modifica wikitesto]Omelek Island, parte del Ronald Reagan Ballistic Missile Defense Test Site fu usata da SpaceX per lanciare i cinque voli del Falcon 1 dal 2006 al 2009. Con il ritiro del Falcon 1 la SpaceX ha lasciato l'isola dopo aver rimosso tutte le strutture.
Siti di atterraggio
[modifica | modifica wikitesto]In uso
[modifica | modifica wikitesto]Landing Zone 1
[modifica | modifica wikitesto]La Landing Zone 1 è una struttura per consentire l'atterraggio dei razzi Falcon in grado di tornare al sito di lancio, permettendo così il loro recupero. Situata presso l'ex complesso di lancio 13 della Cape Canaveral Air Force Station, è attiva dal 2015.[17]
ASDS
[modifica | modifica wikitesto]L'Autonomous spaceport drone ship è la chiatta sulla quale atterrano gli stadi che non sono in grado di tornare al sito di lancio. Ne esistono due esemplari, nominate Of Course I Still Love You e Just Read The Instructions.
Siti futuri
[modifica | modifica wikitesto]Vandenberg LC 4W
[modifica | modifica wikitesto]Il complesso di lancio 4 della base di Vandenberg, affittato dalla US Air Force dal 2015, permetterà al primo stadio del Falcon 9 di atterrare sulla terra ferma anche dopo le missioni partite dalla costa occidentale. Non sono state fornite informazioni sulla durata del contratto.[18]
Lanci suborbitali
[modifica | modifica wikitesto]Rocket development and test facility
[modifica | modifica wikitesto]La compagnia acquistò il centro sperimentale di McGregor, sorto su una fabbrica di bombe della seconda Guerra Mondiale, dalla Beal Aerospace dopo il suo fallimento nei primi anni 2000 nella località di McGregor in Texas.[19] Ha riqualificato le varie strutture per testare i suoi prodotti, trasformato la struttura più grande nella piattaforma di collaudo per i motori del Falcon 9. Dall'acquisizione la SpaceX ha compiuto molti miglioramenti alla base, ne ha esteso la superficie acquisendo il terreno di numerose fattorie circostanti, nel 2011 ha costruito una rampa di 2000 m² per il programma di test del Grasshopper.[20] Nel maggio 2015 la struttura si estendeva per 16 km².
La base di McGregor è utilizzata per la ricerca e sviluppo di nuovi motori è propulsori, oltre che per collaudare i prodotti finiti e i vari prodotti della filiera produttiva.[19] Nonostante la SpaceX produca tutti i suoi motori agli stabilimenti di Hawthorne, tutti i prodotti vengono collaudati a McGregor prima di essere destinati a una missione operativa. Nell'ottobre 2012 c'erano sette edifici che testavano motori diciotto ore al giorno per sei giorni alla settimana, e ne erano in costruzione altri per poter reggere alla crescita della produzione.
«The company's headquarters and factory in [...] southern California gets a lot of the attention, but most of the noisy, dirty and critical testing work is done just outside this small central Texas town nestled in amid the farm fields.»
«Il quartier generale della compagnia e le fabbriche nel [...] sud della California ricevono molta attenzione, ma la gran parte del lavoro di collaudo rumoroso, sporco e critico è svolto subito fuori da una piccola città del Texas centrale, annidata tra i terreni delle fattorie.»
Nell'aprile 2013 i residenti furono avvisati che erano stati programmati i test dei molto più rumorosi booster equipaggiati dai nuovi Merlin 1D usati sui primi stadi del Falcon 9 v1.1, si sarebbe svolto un primo test da 10 secondi, seguito da uno della durata di una missione operativa pochi giorni dopo.[21]
L'estensione della struttura era inizialmente di 1,04 km²,[19] più che raddoppiata nell'aprile 2011, raggiungendo i 2,4 km².[22] A settembre 2013 le undici strutture di collaudo dei motori, la più grande alta 82 m, compivano una media di due test al giorno. A marzo 2015 il sito era cresciuto estendendosi per 16 km², erano stati condotti oltre 4000 test di accensione, di cui 50 di un primo stadio completo di 9 motori.[23]
Dall'inizio delle missioni della Dragon, le capsule dopo il rientro vengono trasferite alla base per le operazioni di rimozione del carburante, pulizia e ricondizionamento per un potenziale riuso.[24]
Nel maggio 2016 la città di McGregor ha introdotto regole più restrittive sui test dei Merlin, stadi di razzi e test di volo a bassa altitudine.[25] La SpaceX non ha commentato pubblicamente se queste nuove regole influiranno sulle operazioni, né se sta valutando nuovi siti per condurle.[26]
High-altitude test facility
[modifica | modifica wikitesto]Parte del programma di sviluppo di un sistema di lancio riutilizzabile, la SpaceX ha annunciato nel maggio 2013 che i collaudi del F9R Dev1 – la versione del Grasshopper modificata per test ad alta quota – si sarebbero svolti allo Spaceport America, vicino a Las Cruces, New Mexico. Fu firmato un contratto di leasing per le strutture e il terreno del neonato spazioporto.[27]
In precedenza l'azienda aveva previsto di condurre questi test presso la base militare di White Sands,[28] anch'essa nei pressi dello Spaceport America.[29]
Dopo la fine dei voli del Grasshopper, nell'ottobre 2013, è stata costruita una rampa di 900 m², 7 km a sud-est dell'edificio principale dello spazioporto,[28] a cui vengono pagati 6600 $ al mese più 25000 $ per ogni volo.[30]
A maggio 2014 la SpaceX aveva speso più di 2 milioni di dollari per costruire le infrastrutture necessarie, coinvolgendo più di venti aziende.[31] A luglio del 2014 era previsto che il primo volo si sarebbe svolto entro la fine dell'anno, ma il 19 febbraio 2015 è stato annunciato che i test del F9R Dev2 non si sarebbero mai svolti in quanto i risultati dai primi voli del Falcon 9 v1.0 avevano dato risultati sufficienti.[32]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Valeria Parnenzini, Atterraggio in verticale di Falcon 9 : obiettivo raggiunto, su AstronautiNEWS, 23 dicembre 2015. URL consultato il 7 maggio 2017.
- ^ (EN) Short clip of Omelek Island, Kwajalein Atoll approximately 3 years after SpaceX left in 2009 [Video from 2012] • r/spacex, su reddit. URL consultato il 7 maggio 2017.
- ^ a b (EN) Mark Wade, Cape Canaveral LC40, su astronautix.com. URL consultato il 22 maggio 2017.
- ^ (EN) Stephen Clark, SpaceX says robust market can support four launch pads, su spaceflightnow.com, 18 ottobre 2013. URL consultato il 22 maggio 2017.
- ^ (EN) James Dean, SpaceX Falcon 9 rocket, satellite destroyed in explosion, in Florida Today, 1º settembre 2016. URL consultato il 22 maggio 2017.
- ^ (EN) Chris Bergin, SpaceX Static Fires Falcon 9 for EchoStar 23 launch as SLC-40 targets return, su nasaspaceflight.com. URL consultato il 22 maggio 2017.
- ^ (EN) SpaceX to bid for rights to historic NASA launch pad, in phys.org, 13 dicembre 2013. URL consultato il 23 maggio 2017.
- ^ (EN) Mark K. Matthews, Elon Musk, Jeff Bezos fight to win lease of iconic NASA launchpad at Kennedy Space Center, in orlandosentinel, 18 agosto 2013. URL consultato il 23 maggio 2017 (archiviato dall'url originale il 27 agosto 2013).
- ^ (EN) Jeff Foust, A minor kerfuffle over LC-39A letters "Space Politics", su spacepolitics.com, 20 settembre 2013. URL consultato il 23 maggio 2017.
- ^ a b (EN) James Dean, With nod to history, SpaceX gets launch pad 39A OK, in Florida Today, 14 aprile 2014. URL consultato il 23 maggio 2017.
- ^ (EN) NASA signs over historic Launch Pad 39A to SpaceX, su collectSPACE.com, 1º aprile 2014. URL consultato il 23 maggio 2017.
- ^ (EN) Chris Bergin, Pad 39A – SpaceX laying the groundwork for Falcon Heavy debut, su nasaspaceflight.com, 17 novembre 2014. URL consultato il 23 maggio 2017.
- ^ (EN) Jeff Foust, SpaceX seeks to accelerate Falcon 9 production and launch rates this year - SpaceNews.com, in SpaceNews.com, 4 febbraio 2016. URL consultato il 23 maggio 2017.
- ^ Matteo Carpentieri, Partita la missione Dragon CRS-10 di SpaceX dallo storico pad 39A, su AstronautiNEWS, 19 febbraio 2017. URL consultato il 23 maggio 2017.
- ^ (EN) Chris Bergin, SpaceX Static Fires Falcon 9 for EchoStar 23 launch as SLC-40 targets return | NASASpaceFlight.com, su nasaspaceflight.com, 9 marzo 2017. URL consultato il 23 maggio 2017.
- ^ (EN) Rebecca Robbins, Men to Mars from Vandenberg?, su independent.com, 15 luglio 2011. URL consultato il 18 maggio 2017 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2017).
- ^ (EN) 45th Space Wing, SpaceX sign first-ever landing pad agreement at the Cape, in 45th Space Wing, 10 febbraio 2015. URL consultato il 17 maggio 2017.
- ^ (EN) Mike Gruss, SpaceX Leasing Second Pad at Vandenberg, in SpaceNews.com, 3 febbraio 2015. URL consultato il 15 maggio 2017.
- ^ a b c (EN) Sandra Sanchez, SpaceX: Blasting into the future — A Waco Today interview with Elon Musk, in WacoTrib.com, 22 dicembre 2011. URL consultato il 14 maggio 2017.
- ^ (EN) Doug Mohney, SpaceX Plans to Test Reusable Suborbital VTVL Rocket in Texas, su technews.tmcnet.com, 26 settembre 2011. URL consultato il 14 maggio 2017.
- ^ (EN) JOSEPH ABBOTT, Heads up: SpaceX testing is about to get louder, in WacoTrib.com, 26 aprile 2013. URL consultato il 14 maggio 2017.
- ^ (EN) Trent Waddington, SpaceX Next - Falcon Heavy Press Conference, 18 gennaio 2014. URL consultato il 14 maggio 2017.
- ^ (EN) SpaceX on Twitter, in Twitter, 18 settembre 2013. URL consultato il 14 maggio 2017.
- ^ (EN) Jason Paur, Inside SpaceX’s Texas Rocket-Testing Facility, su Wired, 10 ottobre 2012. URL consultato il 14 maggio 2017.
- ^ (EN) Paul J. Gately e Ke'Sha Lopez, McGregor: City modifies SpaceX rocket testing rules, in www.kwtx.com. URL consultato il 15 maggio 2017.
- ^ (EN) Eric Berger, SpaceX has shipped its Mars engine to Texas for tests, in Ars Technica, 8 settembre 2016. URL consultato il 15 maggio 2017.
- ^ (EN) Sam Byford, SpaceX signs three-year deal with Spaceport America to test Grasshopper reusable rocket, su The Verge, 8 maggio 2013. URL consultato l'11 maggio 2017.
- ^ a b (EN) Dan Leone, SpaceX Leases Pad in New Mexico for Next Grasshopper Tests - SpaceNews.com, in SpaceNews.com, 13 maggio 2013. URL consultato l'11 maggio 2017.
- ^ (EN) Spaceport America Welcomes SpaceX for Reusable Rocket Testing Program, su spaceportamerica.com, 7 maggio 2013. URL consultato l'11 maggio 2017 (archiviato dall'url originale il 9 gennaio 2014).
- ^ (EN) Kevin Robinson-Avila, Updated: Countdown to launch, su abqjournal.com. URL consultato l'11 maggio 2017.
- ^ (EN) Leonard David, New Mexico’s Spaceport America Eyes SpaceX, Virgin Galactic Flights, in INSIDE OUTER SPACE, 7 maggio 2014. URL consultato l'11 maggio 2017.
- ^ (EN) Doug Messier, New Mexico Legislators Look into Spaceport America Finances, su Parabolic Arc, 21 ottobre 2014. URL consultato l'11 maggio 2017.
Voci correlate
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