Scultura genovese

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Un esempio di scultura genovese: l'angelo di Monteverde

La scultura genovese e il suo sviluppo sono fortemente legati alla parte monumentale della maggiore necropoli cittadina, situata presso il Cimitero di Staglieno, ma trova manifestazioni anche in altri contesti presso edifici pubblici, nobili o ecclesiastici.

Storia e descrizione

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I lavori compiuti fra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX secolo dominano il panorama scultoreo genovese, considerata l'enorme possibilità di applicazione della tecnica scultorea pur in una terra in cui anche la semplice difficoltà di rinvenire pietra morbida ne aveva limitato lo sviluppo.

Gli ingenti capitali messi a disposizione dalla borghesia genovese - desiderosa di essere perpetuata ai posteri in modo duraturo - permisero tuttavia l'uso di una gran quantità di marmo.

All'interno del movimento scultoreo genovese va rimarcata l'opera fondamentale di colui che fu sicuramente uno dei maggiori caposcuola: Santo Varni. Tra gli scultori della scuola genovese anche Edoardo Alfieri, Eugenio Baroni, Leonardo Bistolfi, Edoardo De Albertis, Giulio Monteverde, Carlo Rubatto, Antonio Santagata, Giovanni Battista Tassara, Giovanni Battista Villa.