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Quota Albania
Quota Albania | |
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Autore | Mario Rigoni Stern |
1ª ed. originale | 1971 |
Genere | cronaca di guerra |
Lingua originale | italiano |
Quota Albania è un racconto autobiografico dello scrittore Mario Rigoni Stern, le cronache di guerra vissute personalmente dall'autore veneto, ricostruite grazie a due taccuini fortunosamente salvati, tra la breve campagna di Francia e i mesi di guerra di posizione sui monti al confine tra Albania e Grecia. Gli episodi precedono cronologicamente quelli raccontati ne Il sergente nella neve.
Genesi
[modifica | modifica wikitesto]La prima stesura apparve nel volume La guerra della naia alpina, pubblicato a cura di Rigoni Stern nel 1967. Il titolo era Tra fango e tormente.
Estratti
[modifica | modifica wikitesto]«Il mulo che portava le due mitragliatrici pesanti venne colpito e stramazzò; quello che seguiva con le cassette di munizioni ebbe il collo trapassato da una scheggia, ma continuò a seguire il suo conducente con la massima indifferenza. Io correvo chinato in avanti, rannicchiandomi dentro la terra quando sentivo avvicinarsi i colpi. Tra una corsa e un respiro guardavo verso il crinale della collina che ci stava davanti, dove un muro a secco sembrava essere la mia salvezza.
Nel prato, che mi sembrava immensamente ampio, mi trovai accanto un alpino ferito della pattuglia del Verona; un suo compagno gli aveva slacciato i pantaloni e gli sorreggeva la testa. Sul ventre denudato e bianco la ferita era piccolissima: appena un segno da dove non usciva sangue ma poche gocce di un liquido giallino. Il suo viso era pallido, gli occhi assenti ma stupiti; sospirò lievemente, mosse le labbra e rilassò il capo. Era morto.
In piedi, tra lo scoppiare delle bombe che non sentivo, stavo immobile a fissare quel corpo senza vita che pochi istanti prima correva con me. Non lo conoscevo ma ero stupito, e mi sembrava impossibile che si potesse morire così sull'erba, di primavera.»
Giudizi critici
[modifica | modifica wikitesto]«Quota Albania spicca nella memorialistica bellica per la sua sobrietà, la pulizia delle descrizioni, la testimonianza che porta sulla rassegnata ignoranza con cui si accettava la guerra [...] Un libro da leggere e da conservare»