Primo limosiniere

Da Teknopedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Voce principale: Real Casa.

Il Primo Limosiniere è stato stato una delle grandi cariche della corte sabauda ed era responsabile della vita religiosa e delle cappelle di corte. Durante gli anni del Risorgimento e del Regno d'Italia la carica non venne più attribuita, e le sue funzioni furono cedute a un Cappellano Maggiore il quale esercitava le sue funzioni liturgiche presso la Chiesa del Santissimo Sudario dei Piemontesi a Roma.[1]

Al servizio dei Savoia

[modifica | modifica wikitesto]

Le origini e il Grande elemosiniere dei Savoia

[modifica | modifica wikitesto]

La figura del Grande elemosiniere fu istituita nella corte di Torino, parte ad esempio di ciò che essa era in Francia (Grande elemosiniere), parte sul modello della cappellano maggiore di Napoli, univa due uffici diversi, uno di beneficenza, l’altro di giurisdizione. Come Grande elemosiniere, il prelato incaricato, distribuiva i sussidi pecuniari che il re accordava a persone bisognose o stimate tali. Come Cappellano maggiore egli esercitava l'autorità vescovile sopra tutte le persone impiegate in corte o nate e domiciliate nelle proprietà reali.[2]

La figura entrava spesso in contrasto con i suoi diretti prelati concorrenti (arcivescovi e cardinali dello Stato) poiché non dipendeva da nessuno di essi, bensì dalla famiglia reale e dalla Santa Sede.[3]

Cronotassi parziale

[modifica | modifica wikitesto]
Grande elemosiniere Carica ecclesiastica Periodo
Francesco Giuseppe Arborio Gattinara arcivescovo metropolita di Torino 29 gennaio 1730 14 ottobre 1743
Michele Vittorio Villa vescovo di Ivrea 1743 1747
Carlo Vittorio Amedeo delle Lanze arcivescovo titolare di Nicosia 30 agosto 1747 20 febbraio 1773
Francesco Luserna Rorengo di Rorà arcivescovo metropolita di Torino 1773 1778
Vittorio Maria Baldassare Gaetano Costa d'Arignano arcivescovo metropolita di Torino 28 luglio 1778 1793
Carlo Luigi Buronzo del Signore arcivescovo metropolita di Torino 1793 23 marzo 1806[3]
sede vacante

Regno d'Italia

[modifica | modifica wikitesto]
Primo Limosiniere, sostituito da
Primo Cappellano, poi Cappellano Maggiore
Mandato Sovrano
Inizio Fine
Nomen Nescio (1849-58), abolita nel 1858
Vittorio Emanuele II
(1849-1878)
1 ? Giovanni Boldrini
(?-?)
come Primo cappellano di S.M.
1848 1850
2 ? Gaetano Talucchi
(?-?)
come Primo cappellano di S.M.
1850 1864
Nomen Nescio
3 ? Giuseppe Pagnone
(?-?)
come Preside della Regia Cappella
1869 1872
Nomen Nescio
4 ? Valerio Anzino
(6 settembre 1832 - 5 marzo 1899)
come Preside della Regia Cappella (1873-1878)
poi Cappellano Maggiore
1873 1899
Vittorio Emanuele II
(1849-1878)

Umberto I
(1878-1900)
5 ? Giovanni Lanza
(?-?)
1900 1905
Vittorio Emanuele III
(1900-1946)
6 ? Giuseppe Beccaria
(?-?)
1905 1943

Regia Cappella

[modifica | modifica wikitesto]

È stata la denominazione che comprendeva tutti i dipendenti ecclesiastici a servizio della famiglia reale.

I servizi religiosi e le chiese erano sottoposte alla supervisione del Primo Elemosiniere, poi Cappellano Maggiore, da cui dipendevano; erano quindi suddivisi per area provinciale e ognuno con un propri cappellani, canonici, parroci e cerimonieri.

È da sottolineare che l'organizzazione non è mai stata chiara e razionale: ogni "cappella" seguiva una propria organizzazione interna.

Inizialmente delimitato all'area del Regno di Sardegna, con il susseguirsi dell'unificazione nazionale il servizio religioso divenne responsabile dell'amministratore di numerosi complessi religiosi, quali:

  1. ^ Portale storico della Presidenza della Repubblica, su archivio.quirinale.it. URL consultato il 21 febbraio 2023.
  2. ^ C. DENINA: Istoria dell’Italia occidentale, Torino 1809, V, p. 100.
  3. ^ a b Andrea Merlotti, I regi elemosinieri alla corte dei Savoia, re di Sardegna (secc. XVIII-XIX), in José Martínez Millán, Manuel Rivero Rodríguez e Gijs Versteegen, La corte en Europa : política y religión, siglos XVI-XVIII, Polifemo, 2012, ISBN 978-84-96813-66-3, OCLC 792796122. URL consultato il 21 febbraio 2023.