Natta (famiglia)

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Stemma della
famiglia Natta
Blasonatura
D’argento a tre fasce di rosso colla quercia sughero di verde, di sei rami, ghiandifera di porpora, attraversante

La famiglia Natta, è una delle più importanti famiglie astigiane per il numero di soldati, letterati, religiosi e giuristi che ha prodotto nei secoli.

Appartiene al gruppo di famiglie nobili astigiane raggruppate nelle Casane astigiane, che in seguito al commercio ed all'attività feneratizia in tutta l'Europa occidentale, si arricchirono notevolmente, contribuendo di conseguenza all'espansione del Comune astigiano nel periodo medievale.

Stemma di Alfiano Natta, comune rimasto alla famiglia fino al XIX secolo, che riprende il toponimo e le partizioni dello stemma di famiglia

I marchesi Giacomo e Virginio Natta, dettero alle stampe nel XVIII secolo la storia della famiglia, facendola risalire fantasiosamente a Numa Pompilio secondo re di Roma.

Da quel capostipite, la famiglia si sarebbe diramata attraverso tre linee : Mamercini, Ruffi e Natti. Dall'ultima linea, un membro si trasferì ad Asti e da lì diramò a Genova, Como, Alessandria e Casale Monferrato.[1]

Secondo lo storico Aldo di Ricaldone la famiglia era di origine manfredinga, quindi franca. Le prime notizie certe, risalgono al XII secolo, secondo Serafino Grassi, nel 1168 durante la fondazione della città di Alessandria è probabile che la famiglia abbia dato il suo apporto nella costituzione della nuova città. Un Oberto Natta, infatti compare come consigliere di Alessandria nel 1190.

Francesco Guasco conferma la tesi del Grassi collocandoli signori di Bergoglio, località presso Alessandria, che con altri sei comuni, contribuì alla fondazione della città.

Sicuramente i Natta furono presenti tra il XII - XIII secolo come feudatari in molte località della provincia di Asti: Alfiano Natta, Burio, Castelnuovo Calcea, Cerro Tanaro, Colcavagno, Isola d'Asti, Tonco e Viarigi ed ebbero residenze signorili anche a Moncalvo, Nizza Monferrato ed Asti.

Guglielmo Natta fu signore di Tonco nel XIII secolo.

Enrietto Natta, un suo discendente (morto nel 1458) divenne signore di Castelnuovo e nel 1435 venne infeudato dal Marchese del Monferrato del feudo dell'avo.

Sedici anni dopo, ottenne anche i feudi di Baldesco e Fubine e dopo alcuni anni Murisengo.[2]

I suoi quattordici figli (sette maschi e sette femmine), si sparpagliarono per tutto il Piemonte e cinque di loro divisero la famiglia nel ramo di Asti (Tommaso), Cerro Tanaro (Giorgio), Alfiano Natta (Gian Giacomo), Isola d'Asti (Secondino) e Nizza Monferrato con Agostino che si estinse dopo alcuni decenni.

Enrietto, ambasciatore dei Marchesi del Monferrato, ne divenne anche vicario generale nel 1410; alla sua morte lasciò un ingente patrimonio con una vastissima estensione territoriale tra San Marzanotto e Montemarzo, conosciuta ancora oggi come "Valle Natta" .

Personaggi di spicco della famiglia

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Giorgio (seduto) e Marc'Antonio (in piedi) Natta, raffigurati nell'affresco degli astigiani illustri. Sala di Palazzo Civico di Asti
  • Giorgio Natta fu un famoso giureconsulto medievale, studiò a Pavia e venne incaricato dal Marchese del Monferrato di stabilire gli esatti confini del marchesato e dello stato di Milano nel 1450. Venne nominato conte palatino da papa Innocenzo VIII e pubblicò alcune opere di materia legale presenti in molte biblioteche europee come per esempio Avignone, Colonia, Francoforte.
    L'opera più importante è intitolata "Sopra la Clementina", in onore di Clemente V, dove sono raccolte le decisioni del Concilio di Vienne del 1311.
  • Marco Antonio Natta, anch'egli giureconsulto, poeta ed artista, figlio di Secondino capostipite della linea di Isola d'Asti, scrisse moltissime opere a carattere giuridico, letterario e religioso. Nel 1557 il duca Guglielmo Gonzaga lo nominò giudice del Tribunale della sua Ruota. Divenne senatore di Casale ed alla sua morte venne tumulato ad Asti presso la Collegiata di San Secondo nella cappella di famiglia.
    È raffigurato con Giorgio Natta in un affresco nel Municipio di Asti di Paolo Arri che ritrae quattordici astigiani illustri che circondano Vittorio Alfieri.

Le abitazioni

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Torre dei Natta
Lo stesso argomento in dettaglio: Torre e Palazzi Natta.

Il più antico agglomerato abitativo della famiglia Natta, è situato nell'area di Piazza Statuto ( l'antica Piazza dei Porci), nel Rione San Secondo.

Alcune carte del XV secolo, già citano la presenza della nobile famiglia in questa zona per la presenza di tre edifici, tutti contigui, collocati all'inizio di via Q.Sella, che per questo motivo nel Seicento era denominata contrada delli signori Natta.

In via Natta, all'angolo con via Milliavacca, nel Rione Cattedrale sorge una torre che con il vicino palazzo formava una casa-forte della famiglia molto ben munita e solida.

La torre, appartiene al primo periodo, costruita probabilmente nell'XI secolo, in origine la torre era molto più alta, ma venne poi mozzata come molte altre in città.

La famiglia ne venne in possesso con il contiguo palazzo intorno al XVII secolo.

Lo stile della torre è gotico ma le due finestre in cima non sono contemporanee del resto della costruzione in quanto sono state aperte forse nel XIX secolo

Asti, stemma Natta nella cappella di San Giovanni nella Collegiata di San Secondo

Essendo l'araldica astigiana frutto di un'aristocrazia prettamente urbana e mercantile, molti stemmi come quello dei Natta si rifanno all'arma parlante, quella cioè che fa derivare il simbolo del proprio casato direttamente dal nome (talora la funzione) del possessore di tale arma.

Natta (Nata) in piemontese significa sughero e quindi la famiglia adottò il simbolo della quercia del sughero nel proprio stemma. Lo stemma così viene ad assomigliare a quello della potente famiglia dei Valperga, conti del Canavese, una delle maggiori del Piemonte medievale.

Lo scudo però presenta anche delle pezze (tre fasce), questo potrebbe significare che in origine la famiglia alzasse solamente un semplice scudo d'argento con tre fasce rosse sul quale in un secondo momento si sia aggiunta l'arma parlante.[3]

Scudo: D'argento a tre fasce di rosso, colla quercia di sughero di verde, di sei rami, ghiandifera di porpora, attraversante

Cimiero: la figura della giustizia, nascente

Motto: Per. Me. Stant. Regna.

Genealogia principale della famiglia Natta.

Guglielmo
Signore di Tonco
XIII secolo
Enrietto
Signore di Castelnuovo, Tonco, Fubine, Murisengo Baldesco
1458
Giorgio
Linea di Cerro Tanaro
Gian Giorgio
Linea di Alfiano Natta
Tommaso
Linea di Asti
Secondino
Linea di Isola d'Asti
Agostino
Linea di Nizza Monferrato
Marco Antonio
1557
  1. ^ Testa D., I Natta, Il Platano, Anno II, numero 6, Asti, Novembre-Dicembre 1977
  2. ^ Castellani L., Le famiglie del patriziato astigiano, da Araldica astigiana, Allemandi (a cura di Bordone R.), C.R.A. 2001, pg.124
  3. ^ Natta-Soleri C. e Fe' D'Ostani B., Adozione e diffusione dell'arma gentilizia presso il patriziato astigiano, in Renato Bordone e Cassa di Risparmio di Asti (a cura di), Araldica astigiana, Allemandi, 2001, p. 66.
  • Bera G., Asti edifici e palazzi nel medioevo. Gribaudo Editore Se Di Co 2004 ISBN 88-8058-886-9
  • Bianco A.,Asti Medievale, Ed CRA 1960
    • Asti ai tempi della rivoluzione. Ed CRA 1960
  • Bordone R., Araldica astigiana, Allemandi C.R.A. 2001
    • Dalla carità al credito. C.R.A. 2005
  • Ferro, Arleri, Campassi, Antichi Cronisti Astesi, ed. dell'Orso 1990 ISBN 88-7649-061-2
  • Gabiani Nicola, Asti nei principali suoi ricordi storici vol 1, 2,3. Tip. Vinassa 1927-1934
    • Le torri le case-forti ed i palazzi nobili medievali in Asti,A.Forni ed. 1978
  • Incisa S.G., Asti nelle sue chiese ed iscrizioni C. R.A. 1974
  • Malfatto V., Asti antiche e nobili casate. Il Portichetto 1982
  • A.M. Patrone, Le Casane astigiane in Savoia, Dep. Subalpina di storia patria, Torino 1959
  • Peyrot A., Asti e l'Astigiano , tip. Torinese Ed. 1983
  • Sella Q., Codex Astensis qui De Malabayla comuniter nuncupatur, del Codice detto De Malabayla, memoria di Quintino Sella, Accademia dei Lincei, Roma 1887.
  • S.G. Incisa, Asti nelle sue chiese ed iscrizioni C.R.A. 1974.
  • Testa D., "Storia del Monferrato", ed. Se.Di.Co. 1996.

Voci correlate

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Altri progetti

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