Coordinate: 58°16′09″N 12°18′20″E

Massacro della Kronan School di Trollhättan

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Massacro della Kronan School di Trollhättan
attentato
TipoStrage, attentato, massacro scolastico
Data22 ottobre 2015
10:06 – 10:16
StatoSvezia (bandiera) Svezia
Coordinate58°16′09″N 12°18′20″E
ArmaSpada
ObiettivoStudenti di origine straniera e insegnanti
ResponsabiliAnton Niclas Lundin Pettersson
MotivazioneOpposizione all'immigrazione, xenofobia, razzismo
Conseguenze
Morti4 (incluso il responsabile)
Feriti2 (di cui uno grave)

Il massacro della Kronan School di Trollhättan è un attentato che si verificò il 22 ottobre 2015 alla Kronan School, una scuola superiore di Trollhättan. Anton Niclas Lundin Pettersson, un ventunenne svedese incensurato, uccise tre persone e ne ferì due, venendo poi freddato in seguito ad un breve scontro con le forze dell'ordine.

La polizia comprese che la motivazione dietro la strage era l'opposizione di Pettersson all'immigrazione e che il ragazzo scelse quella scuola come obiettivo poiché si trovava in un quartiere con un elevato numero di stranieri. Fu il più grave massacro in una scuola nella storia svedese.[1]

La città di Trollhättan è teatro di svariati crimini d'odio, tra cui un incendio doloso in una moschea negli anni '90. È stata descritta come la città più segregata etnicamente in Svezia.[2]

Anton Lundin Pettersson entrò armato di spada nella Kronan School alle 10:06 del 22 ottobre 2015, indossando dei vestiti e un mantello neri, un elmetto in stile Stahlhelm e una maschera da paintball. Inizialmente, i testimoni credettero che quello di Pettersson fosse solo un innocuo scherzo di Halloween.[3] I media, successivamente, fecero notare la somiglianza tra l'aspetto del giovane durante la mattanza e quello di Dart Fener, famoso personaggio immaginario appartenente alla saga cinematografica di Guerre stellari.

Un assistente didattico, il ventenne Lavin Eskandar, capendo le vere intenzioni di Pettersson, tentò di bloccarlo, ma venne immediatamente colpito e morì sul colpo. L'attentatore, poco dopo, aggredì uno studente somalo quindicenne, Ahmed Hassan, che spirò più tardi in ospedale per le ferite riportate. Il killer assalì anche uno studente siriano di 15 anni, il quale sopravvisse alle ferite.[4] Un altro ragazzo, di terza media, venne invece urtato da Pettersson con il lato piatto della lama, riportando solo una lesione superficiale ad un braccio.[5]

Mentre vagavano per i corridoi, degli studenti della Kronan incontrarono l'aggressore e, credendo che si trattasse sempre di uno scherzo, posarono con lui e scattarono una foto. Successivamente, Niclas Hallgren, capo del dipartimento di polizia di Trollhättan, disse che l'assassino li risparmiò perché erano caucasici e non avevano tentato di intralciarlo.[6][7]

In seguito, un insegnante di 42 anni, Nazir Amso, affrontò l'attentatore intimandogli di togliersi la maschera. Quest'ultimo si scagliò contro di lui e lo trafisse con la spada. Amso, a causa delle ferite riportate, morì in ospedale sei settimane dopo, il 3 dicembre. Alle 10:16, circa dieci minuti dopo l'arrivo di Pettersson nell'edificio, gli agenti di polizia arrivarono sul luogo della strage. L'omicida, infine, caricò la polizia, venendo colpito all'addome e morendo poco dopo in ospedale.[8][8][9]

L'autore del massacro

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Anton Niclas Lundin Pettersson (22 giugno 1994 – 22 ottobre 2015)[10] venne in seguito identificato come l'attentatore da l'Expressen.[11] Il giovane non aveva precedenti penali e non era membro di alcuna organizzazione politica, ma aveva sostenuto una petizione dei Democratici Svedesi per avviare un referendum sull'immigrazione.[2] Inoltre, secondo l'Aftonbladet, Pettersson aveva visitato frequentemente siti web di estrema destra che inneggiavano a Hitler e alla Germania nazista e si era unito a un gruppo Facebook che si opponeva all'immigrazione in Svezia.[12] Il servizio di sicurezza svedese venne incaricato di indagare su queste informazioni.[12]

Anton Pettersson abitava in un condominio lontano dalla Kronan, ma scelse di attaccare proprio quella scuola perché si trovava a Kronogården, un centro abitato in cui vive un alto numero immigrati.[2] Gli ex compagni di classe descrissero l'autore della strage come una persona sola che "viveva nel suo mondo" e si vestiva con abiti neri influenzati dalla cultura emo e/o rock.[12]

Bjørn Ihler, un sopravvissuto degli attentati del 22 luglio 2011 in Norvegia, scrisse sul The Guardian che nel 2013 Pettersson mise un "mi piace" a un video su YouTube dell'ex leader del Ku Klux Klan Johnny Lee Clary, in cui l'uomo parlava di come un'esperienza positiva con un uomo di colore lo avesse portato a rinnegare le sue convinzioni razziste.[13] Si dice che guardasse anche contenuti online misogini e antireligiosi.[13]

Sulle sue braccia vennero trovati segni di autolesionismo. In seguito si scoprì che aveva completato dei test online sulla depressione e che possedeva video di suicidi. Pettersson aveva del materiale salvato sui suoi dispositivi che riguardava disperazione e incomprensione, l'odio di sé, la violenza e la morte. Vennero poi rinvenute delle ricerche online effettuate da Pettersson, le quali suggerivano che il ventunenne fosse incerto sulla sua identità sessuale.[14]

gruppo di persone raggruppate di notte in sostegno alle vittime di Trollhättan
Manifestazione a Stoccolma del 29 ottobre 2015 in sostegno alle vittime di Trollhättan.

La mattina del 23 ottobre, il giorno dopo l'attentato, polizia e media svedesi confermarono che l'attacco aveva come motivazione il razzismo e che si trattava di un crimine d'odio.[15] Niclas Hallgren dichiarò che tutte le vittime dell'attacco erano scure di pelle.[2] L'uomo a capo delle indagini, Thord Haraldsson, disse che le riprese delle telecamere di sorveglianza mostravano come Pettersson risparmiasse la vita degli studenti bianchi.[2][6][7] Quello della Kronan School fu il massacro scolastico con più vittime nella storia svedese e anche il primo caso di omicidio in una scuola in Svezia dopo la sparatoria di Bromma del 2001, in cui perse la vita una persona.[16]

Dopo la notizia dell'attacco, il primo ministro Stefan Löfven si recò a Trollhättan, definendo il 22 ottobre un "giorno nero" per il paese.[8] Anders Ygeman, ministro svedese dell'integrazione, scrisse su Twitter: "È con tristezza e costernazione che ho ricevuto la notizia dell'attacco alla scuola di Trollhättan. I miei pensieri vanno alle vittime e alle loro famiglie".[8] Il re Carlo XVI Gustavo di Svezia affermò che "la famiglia reale accolse la notizia con grande sgomento e tristezza".[17]

Successivamente, ad Halloween, vennero segnalate persone che indossavano abiti sospetti o brandivano armi, ma si scoprì che erano solo persone pronte a festeggiare la vigilia di Ognissanti. La polizia avvertì i cittadini di non portare armi finte assieme ai loro costumi per evitare potenziali malintesi.[18] La Kronan school rimase chiusa fino al 2 novembre, quando venne finalmente riaperta con maggiori misure di sicurezza.[19]

Il 29 settembre 2017 venne pubblicato un libro sull'attentato, Det som aldrig fick ske (lett. "Ciò che non è mai stato permesso che accadesse"). L'opera contiene varie informazioni sul massacro in precedenza non accessibili al pubblico, tra cui un messaggio inviato da Pettersson ad un amico online prima dell'attacco, di cui la famiglia dell'aggressore non era a conoscenza. L'autore del libro, Åsa Erlandsson, parlò in seguito proprio al fratello di Pettersson.[20] Erlandsson vinse successivamente il premio Stora Journalist grazie al suo libro.

Il 15 marzo 2019 si verificarono due sparatorie di massa che coinvolsero due moschee a Christchurch, in Nuova Zelanda, in cui vennero uccise 51 persone e altre 40 rimasero ferite. L'autore della sparatoria, Brenton Harrison Tarrant, citò Anton Pettersson nel suo manifesto dichiarando il suo sostegno a lui, oltre a scriverne il nome su una delle sue armi.[21][22]

  1. ^ (EN) David Crouch, Sweden school attack: horror as sword attacker kills teacher and pupil, in The Guardian, 22 ottobre 2015. URL consultato il 15 agosto 2024.
  2. ^ a b c d e (EN) David Crouch, Swedish police say school attack was racist, as refugee rules tightened, in The Guardian, 23 ottobre 2015. URL consultato il 17 agosto 2024.
  3. ^ (EN) Masked Sword Attacker Kills Teacher, Student at School in Sweden, in NBC news, 22 ottobre 2015. URL consultato il 17 agosto 2024.
  4. ^ (EN) David Crouch, Swedish police say school attack was racist, as refugee rules tightened, in The Guardian, 23 ottobre 2015, ISSN 0261-3077 (WC · ACNP). URL consultato il 17 agosto 2024.
  5. ^ (SV) Polisen: Ytterligare en elev träffades av skolmördarens svärd, su www.aftonbladet.se, 29 ottobre 2015. URL consultato il 19 ottobre 2024.
  6. ^ a b (SV) Victor Stenquist, Läraren död efter attacken i Trollhättan, in Aftonbladet, 4 dicembre 2015. URL consultato il 17 agosto 2024.
  7. ^ a b (SV) Text: Sanna Wikström, Diamant Salihu e Jonathan Berntsson, Tredje offret död efter skolattacken, in Expressen, 4 dicembre 2015. URL consultato il 17 agosto 2024.
  8. ^ a b c d (EN) Sweden sword attack: Two killed by masked attacker, in BBC News, 22 ottobre 2015. URL consultato il 17 agosto 2024.
  9. ^ (SV) Tre dödsoffer: Vuxen, elev och gärningsman, in Svenska Dagbladet, 22 ottobre 2015. URL consultato il 17 agosto 2024.
  10. ^ (NO) TV 2, Svenske medier: Anton Lundin Pettersson (21) drepte to personer med sverd, in TV2, 22 ottobre 2015. URL consultato il 17 agosto 2024.
  11. ^ (SV) Christer El-Mochantaf, Daniel Olsson e Gustaf Nilsson, Anton Lundin Pettersson mördade två i skolan, in Expressen, 22 ottobre 2015. URL consultato il 17 agosto 2024.
  12. ^ a b c (SV) Eric Tagesson, John Granlund, Isabelle Nordström, Niklas Svahn, Anton, 21, misstänks för morden på skolan, in Aftonbladet, 22 ottobre 2015. URL consultato il 17 agosto 2024.
  13. ^ a b (EN) Bjørn Ihler, The Trollhättan killer didn’t become an extremist overnight. Somebody could have stopped him, in The Guardian, 23 ottobre 2015. URL consultato il 17 agosto 2024.
  14. ^ (EN) Åsa Erlandsson e J. Reid Meloy, The Swedish School Attack in Trollhättan, in Journal of Forensic Sciences, vol. 63, n. 6, 2018-11, pp. 1917–1927, DOI:10.1111/1556-4029.13800, ISSN 0022-1198 (WC · ACNP), PMID 29684937. URL consultato il 17 agosto 2024.
  15. ^ (SV) ”Han marscherade som en militär”, in Aftonbladet, 23 ottobre 2015. URL consultato il 17 agosto 2024.
  16. ^ Teen jailed for fatal school shooting - April 4, 2001, in CNN, 4 aprile 2001. URL consultato il 17 agosto 2024.
  17. ^ (EN) THE SENTINEL, UPDATE: Sweden's king: Country 'in shock' after attacks, in Aurora Sentinel, 22 ottobre 2015. URL consultato il 17 agosto 2024.
  18. ^ (EN) Swedish police: don't wear Halloween masks, in The local, 23 ottobre 2015.
  19. ^ (EN) Trollhättan pupils return after fatal school attack, in The local, 2 novembre 2015.
  20. ^ (SV) Anton Lundin Petterssons bror berättar nu om tiden före dådet, in Aftonbladet, 26 settembre 2017. URL consultato il 17 agosto 2024.
  21. ^ (SV) Sofia Clason, Terrordådet i Nya Zeeland: Gärningsmannen spred manifest, in Expressen, 15 marzo 2019. URL consultato il 17 agosto 2024.
  22. ^ (EN) The Venomous Rhetorical Web of Far-Right Terrorists, su gnet-research.org, 17 ottobre 2022. URL consultato il 17 agosto 2024.

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