Lorenzo di Werle

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Lorenzo di Werle
Signore di Werle-Güstrow
Stemma
Stemma
In carica1360 –
1393
PredecessoreNicola III di Werle
SuccessoreBaldassarre di Werle
Giovanni VII di Werle
Guglielmo di Werle
Nascita1339
Morte1393
Casa realeCasato di Meclemburgo
PadreNicola III di Werle
FigliGuglielmo
Baldassarre
Giovanni VII
Religionecristiana

Lorenzo di Werle (13391393) è stato un principe di Meclemburgo e signore di Werle-Güstrow.

Lorenzo di Werle era il figlio maggiore di Nicola III di Werle. Alla morte del padre, nel 1360, egli ereditò il ramo Werle-Güstrow della signoria di Werle che governò da solo fino al 1365 e con il fratello Giovanni fino al 1377 quando questo morì.[1]

Lorenzo viene nominato l'ultima volta nei documenti il 24 febbraio 1393 nentre in uno scritto datato 6 maggio 1394 risulta già morto.[2]

Lorenzo era sposato con Mechthild figlia di Nicola IV di Werle[3] da cui ebbe tre figli:[4]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Giovanni I, signore di Werle Nicola I, signore di Werle  
 
Jutta di Anhalt  
Giovanni II, signore di Werle-Güstrow  
Sofia di Lindow-Ruppin Guntero I, conte di Lindow-Ruppin  
 
Eufemia di Rügen  
Nicola III, signore di Werle-Güstrow  
Enrico I, duca di Brunswick-Grubenhagen Alberto I, duca di Brunswick-Grubenhagen  
 
Agnese I di Brunswick-Wolfenbüttel  
Matilde di Brunswick-Grubenhagen  
Elisabetta di Brunswick-Göttingen Ottone I, duca di Brunswick-Göttingen  
 
Margherita di Berg  
Lorenzo, signore di Werle-Güstrow  
Enrico I, signore di Meclemburgo Giovanni I, signore di Meclemburgo  
 
Liutgarda di Henneberg  
Enrico II, signore di Meclemburgo  
Anastasia di Pomerania-Stettino Barnim I, duca di Pomerania-Stettino  
 
Marianna  
Agnese di Meclemburgo  
Alberto II, duca di Sassonia-Wittenberg Alberto I, duca di Sassonia  
 
Elena di Brunswick-Lüneburg  
Anna di Sassonia-Wittenberg  
Agnese d'Asburgo Rodolfo I d'Asburgo, re dei Romani  
 
Gertrude di Hohenberg  
 
  1. ^ Wigger, Op. citata, pag. 243-245
  2. ^ Wigger, Op. citata, pag. 244
  3. ^ Wigger, Op. citata, pag. 245
  4. ^ Wigger, Op. citata, pag. 250-254

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