Indice
Lissonycteris angolensis
Rossetto angolano | |
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Lissonycteris angolensis Naturalis Biodiversity Center | |
Stato di conservazione | |
Rischio minimo[1] | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Chordata |
Classe | Mammalia |
Ordine | Chiroptera |
Sottordine | Megachiroptera |
Famiglia | Pteropodidae |
Genere | Lissonycteris K.Andersen, 1912 |
Specie | L. angolensis |
Nomenclatura binomiale | |
Lissonycteris angolensis Bocage, 1898 | |
Sinonimi | |
L.crypticola | |
Areale | |
Il rossetto angolano (Lissonycteris angolensis Bocage, 1898) è un pipistrello appartenente alla famiglia degli Pteropodidi, unica specie del genere Lissonycteris K.Andersen, 1912, endemico dell'Africa sub-sahariana.[1][2]
Etimologia
[modifica | modifica wikitesto]Il termine generico deriva dalla combinazione delle parole greche Λισσός, letteralmente "soffice", e νύχτερις, ovvero "pipistrello", con chiara allusione alla pelliccia lunga e setosa della specie.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Dimensioni
[modifica | modifica wikitesto]Pipistrello di medie dimensioni, con la lunghezza della testa e del corpo tra 90 e 140 mm, lunghezza dell'avambraccio tra 68 e 90 mm, la lunghezza della coda tra 6 e 21 mm, la lunghezza del piede tra 16 e 25 mm, la lunghezza delle orecchie tra 15 e 25 mm, un'apertura alare fino a 20 cm e un peso fino a 87 g.[3]
Caratteristiche craniche e dentarie
[modifica | modifica wikitesto]Il cranio presenta una scatola cranica leggermente deflessa posteriormente e le ossa pre-mascellari ossificate. La linea alveolare dei denti superiori ha un'angolatura verso l'interno tra i due grossi premolari. Il palato presenta tre grosse creste continue e quattro più sottili separate, delle quali le ultime due sono situate dietro l'ultimo molare.
Sono caratterizzati dalla seguente formula dentaria:
2 | 3 | 1 | 2 | 2 | 1 | 3 | 2 |
3 | 3 | 1 | 2 | 2 | 1 | 3 | 3 |
Totale: 34 | |||||||
1.Incisivi; 2.Canini; 3.Premolari; 4.Molari; |
Aspetto
[modifica | modifica wikitesto]La pelliccia è lunga, densa, setosa e si estende sulle braccia, gli arti inferiori fino alle caviglie e sulla superficie dorsale dell'uropatagio. Il colore del dorso varia dal bruno-rossiccio al bruno-dorato scuro o bruno-grigiastro con la base dei peli più chiara, la testa è più scura, mentre le parti ventrali sono più chiare e grigiastre. I maschi hanno un collare di peli rigidi. Il muso è lungo ed affusolato, gli occhi sono grandi, le labbra e le guance sono espansibili. Le orecchie sono marroni scure, lunghe con l'estremità arrotondata ed un lobo antitragale distinto. Le membrane alari sono marroni scure e attaccate posteriormente al secondo dito del piede. La coda è relativamente corta, mentre l'uropatagio è ridotto ad una sottile membrana lungo la parte interna degli arti inferiori, i quali sono corti. Le dita dei piedi sono leggermente palmate. Il cariotipo è 2n=36 FNa=66.
Biologia
[modifica | modifica wikitesto]Comportamento
[modifica | modifica wikitesto]Si rifugia in gruppi di 2-50 individui, occasionalmente singolarmente, all'interno di grotte e gallerie minerarie, talvolta nelle cavità degli alberi, fessure rocciose o nei tetti di capanne. La presenza tra le fronde di palme secche sembra essere occasionale. Poiché non è in grado di emettere ultrasuoni per l'ecolocazione, di solito rimane nelle zone più luminose o vicino alle entrate, dove può utilizzare la vista per orientarsi. Condivide i ricoveri con il rossetto egiziano, il ferro di cavallo di Maclaud, l'ipposidero cinerino e Hipposideros cyclops. Le femmine gravide o in allattamento formano vivai. Il volo è lento ed altamente manovrato, in grado di muoversi agilmente tra la densa vegetazione.
Alimentazione
[modifica | modifica wikitesto]Si nutre di frutta raccolta sotto la volta forestale in particolare di specie native di Ficus, Anthocleista, Chlorophora, Solanum, Adenia, mango e guava. In cattività possono cibarsi anche di carne, principalmente altri pipistrelli come Myonycteris torquata.
Riproduzione
[modifica | modifica wikitesto]Danno alla luce un piccolo alla volta probabilmente più volte l'anno. Femmine gravide sono state osservate durante tutti i mesi dell'anno insieme ad altre sessualmente inattive o che allattavano. L'aspettativa di vita è fino a 22 anni e 11 mesi.
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]Questa specie è diffusa in maniera frammentata nell'Africa subsahariana, dal Senegal all'Etiopia ad est fino al Mozambico a sud.
Vive nelle foreste tropicali montane, foreste umide tropicali di pianura, boschi di Miombo dello Zambesi, savane alberate sudanesi e savane umide fino a 4.000 metri di altitudine.
Tassonomia
[modifica | modifica wikitesto]Sono state riconosciute 5 sottospecie:
- L.a. angolensis: Nigeria orientale, Camerun, Repubblica Centrafricana centro-settentrionale, isola di Bioko, Rio Muni; Repubblica del Congo meridionale, Repubblica Democratica del Congo sud-occidentale, Angola occidentale;
- L.a. goliath (Bergmans, 1997): conosciuta soltanto in quattro località lungo il confine tra lo Zimbabwe e il Mozambico;
- L.a. petraea (Bergmans, 1997): montagne dell'Etiopia tra i 1.190 e i 2.600 metri di altitudine;
- L.a. ruwenzorii (Eisentraut, 1965): Sudan del Sud, Kenya, Uganda, Burundi, Ruanda, Repubblica Democratica del Congo nord-orientale e meridionale, Tanzania nord-orientale, Zambia settentrionale, Mozambico centro-orientale;
- L.a. smithi (Thomas, 1908): Senegal meridionale, Guinea-Bissau, Guinea, Sierra Leone, Liberia, Costa d'Avorio, Burkina Faso meridionale, Ghana, Togo, Benin, Nigeria occidentale e centrale.
Conservazione
[modifica | modifica wikitesto]La IUCN Red List, considerato il vasto areale, la popolazione numerosa, la presenza in numerose aree protette e l'adattamento a qualsiasi habitat degradato, classifica L. angolensis come specie a rischio minimo (Least Concern)).[1]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c (EN) Mickleburgh, S., Hutson, A.M. & Bergmans, W. 2008, Lissonycteris angolensis, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
- ^ (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Lissonycteris angolensis, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
- ^ Happold & Happold, 2013.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Knud Andersen, Catalogue of the Chiroptera in the collection of the British Museum (2nd Edition)- Vol.I: Megachiroptera, London, UK, British Museum (Natural History), 1912.
- Simon P. Micklenburgh, Anthony M. Hutson & P.A. Racey, Old World Fruit Bats : An Action Plan for their Conservation, Gland, Svizzera, IUCN, 1992 (archiviato dall'url originale il 30 dicembre 2010).
- Meredith & David C.D.Happold, Mammals of Africa. Volume IV-Hedgehogs, Shrews and Bats, Bloomsbury, 2013. ISBN 9781408122549
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Lissonycteris angolensis
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