Legamento giallo
Legamento giallo | |
---|---|
Archi vertebrali di tre vertebre toraciche, visiti anteriormente | |
Sezione sagittale median di due vertebre lombari e dei loro legamenti | |
Anatomia del Gray | (EN) Pagina 290 |
Nome latino | Ligamenta flava (singulare: ligamentum flavum) |
Identificatori | |
MeSH | Ligamentum+flavum A02.513.514.287 |
TA | A03.2.01.003 |
FMA | 76816 |
I legamenti gialli (conosciuti anche con il nome latino di ligamenta flava) costituiscono, assieme ai legamenti interspinosi, sopraspinosi e intertrasversari, i legamenti a distanza dell'articolazione intrinseca della colonna vertebrale. Questi legamenti hanno la funzione di unire le vertebre tra loro, contribuendo alla stabilizzazione e alla mobilità fra osso e osso.
Presenti in coppia per ogni vertebra, da C1-C2 in alto fino a L4-L5 in basso, i legamenti gialli sono fasci di fibre relativamente elastiche che decorrono tra il margine inferiore di una lamina vertebrale e il margine superiore della lamina inferiore; possiedono una forma rettangolare e serrando gli spazi interposti tra una lamina vertebrale e l'altra delimitano posteriormente il canale vertebrale. Il colore giallastro del legamento è dovuto proprio alla presenza di una grande quantità di tessuto elastico. Medialmente i legamenti si incontrano con i loro margini a livello della radice dell'apofisi spinosa. In alcuni casi, sempre in corrispondenza della regione mediale, i legamenti non si fondono ma lasciano una stretta fessura dove vengono a decorrere le vene che mettono in comunicazione il plesso venoso vertebrale interno con quello esterno. Lateralmente i legamenti possono estendersi fino ad entrare in relazione con le capsule articolari delle articolazioni zigapofisarie, mantenendo comunque una loro distinzione anatomica ed evitando di fondersi.[1]
Nella regione del collo i legamenti sono sottili, ma ampi e lunghi. Nella regione toracica appaiono più spessi e questa caratteristica si accentua ulteriormente nella regione lombare.
Funzione
[modifica | modifica wikitesto]La loro notevole elasticità serve a preservare la postura eretta e ad assistere la colonna vertebrale nella fase di estensione che segue una flessione.[2] L'elastina in essi contenuta impedisce l'instabilità e la protrusione del legamento nel canale spinale durante l'estensione, con il conseguente rischio di compressione canalicolare.
Rilevanza clinica
[modifica | modifica wikitesto]L'ipertrofia di questo legamento può causare stenosi spinale, ovvero una riduzione del diametro antero-posteriore e latero-laterale di questa struttura, proprio perché il legamento decorre nella porzione posteriore del canale vertebrale. Sono in particolare i soggetti affetti da iperostosi scheletrica idiopatica diffusa quelli più soggetti a questo tipo di problema.[3] Alcuni studi indicano che l'ispessimento e l'ipertrofizzazione di questi legamenti possano essere legati ad un processo di fibrosi con aumento crescente di collagene tipo VI, e tale incremento potrebbe rappresentare un processo adattivo e riparativo associato alla rottura delle fibre elastiche.[4][5]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Nigel Palastanga, Derek Field, Roger Soames, Anatomia del movimento umano. Struttura e funzione, quinta, Milano, Elsevier Masson S.r.l., 2007, ISBN 978-88-214-2991-0.
- ^ Alexander R. Vaccaro, La colonna vertebrale. Fondamenti di diagnosi e terapia, Milano, Elsevier Masson S.r.l., 2006, ISBN 978-88-85675-81-0.
- ^ Karpman RR, Weinstein PR, Gall EP, Johnson PC, Lumbar spinal stenosis in a patient with diffuse idiopathic skeletal hypertrophy syndrome, in Spine, vol. 7, n. 6, 1982, pp. 598–603, PMID 7167833.
- ^ Kawahara E, Oda Y, Katsuda S, Nakanishi I, Aoyama K, Tomita K, Microfilamentous type VI collagen in the hyalinized stroma of the hypertrophied ligamentum flavum, in Virchows Arch A Pathol Anat Histopathol, vol. 419, n. 5, 1991, pp. 373–80, PMID 1721469.
- ^ Sairyo K, Biyani A, Goel V, Leaman D, Booth R, Thomas J, Gehling D, Vishnubhotla L, Long R, Ebraheim N, Pathomechanism of ligamentum flavum hypertrophy: a multidisciplinary investigation based on clinical, biomechanical, histologic, and biologic assessments, in Spine, vol. 30, n. 23, Dic 2005, pp. 2649–56, PMID 16319751. URL consultato il 29 luglio 2014.