Laghi di Titano

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Laci e maria titaniani

La missione spaziale Cassini-Huygens ha portato alla scoperta su Titano di vaste superfici ricoperte da idrocarburi allo stato liquido, che sono genericamente denominate laghi di Titano.

I laghi di idrocarburi di dimensioni maggiori sono stati denominati convenzionalmente maria mentre per i bacini di dimensioni minori si usa il termine latino lacus.

La possibilità che ci fossero mari su Titano venne suggerita per la prima volta sulla base dei dati delle sonde spaziali Voyager 1 e 2, lanciate nell'agosto e nel settembre 1977. Non sono state ottenute prove dirette fino al 1995, quando i dati del telescopio spaziale Hubble e altre osservazioni evidenziarono l'esistenza di metano liquido su Titano.[1] Quando arrivò la sonda Cassini nei pressi di Titano nel 2004 non furono rilevati riflessi che facessero pensare a laghi e mari di idrocarburi nelle zone vicino all'equatore,[2] anche se rimaneva la possibilità che questi venissero identificati nelle regioni polari. Successivamente nella zona polare sud fu indentificato un lago sospetto chiamato Ontario Lacus, ma fu il 22 luglio 2006, quando la Cassini sorvolò le alte latitudini settentrionali, all'epoca nella stagione invernale, che trovò conferma di vaste macchie scure nelle vicinanze del polo nord, e gli scienziati della missione Cassini affermarono che quei riflessi erano certamente distese di metano liquido.[3][4]

Durante un sorvolo della Cassini nel febbraio 2007, le osservazioni radar rivelarono diverse grandi caratteristiche nella regione del polo nord interpretate come grandi distese di metano liquido, tra cui una, Ligeia Mare, avente un'area di 126.000 km2, e un altro, Kraken Mare, che in seguito si sarebbe rivelato essere tre volte più grande. Un sorvolo delle regioni polari meridionali di Titano nell'ottobre 2007 rivelò alcune caratteristiche simili, sebbene molto più piccole.[5] Infatti se i mari nei pressi del polo nord hanno una profondità stimata di almeno 100 metri ma forse anche 300 metri, analisi effettuate sull'Ontario Lacus del polo sud hanno mostrato una profondità massima di 2,9-7,4 metri,[6] nonostante la sua superficie sia un quinto di quella del suo omonimo terrestre. Al contrario, il Ligea Mare nonostante sia solo il secondo più grande di Titano, ha una quantità di metano sufficiente per riempire tre laghi come il Michigan.[7]

Ai mari di Titano sono stati assegnati nomi di leggendari mostri marini:

Nome Coordinate Diametro (Km) Origine del nome
Kraken Mare 68.0°N 310.0°O 1170,0 Il Kraken è una creatura della mitologia nordica
Ligeia Mare 79°00′N 248°00′O 500,0 Ligeia è una sirena della mitologia greca
Punga Mare 85.1°N 339.7°O 380,0 Punga è il nome di un mostro marino della tradizione Maori

Ai laghi di Titano sono stati assegnati nomi di altrettanti laghi esistenti sulla superficie terrestre.

Nome Coordinate Diametro (km) Origine del nome
Abaya Lacus 73°10′12″N 45°33′00″W 65.0 Lago Abaya, Etiopia
Bolsena Lacus 75°45′00″N 10°16′48″W 101.0 Lago di Bolsena, Italia
Feia Lacus 73°42′00″N 64°24′36″W 47.0 Lagoa Feia, Brasile
Jingpo Lacus 73°N 336°W 240.0 Lago Jingpo, Cina
Kivu Lacus 87°N 121°W 77.5 Lago Kivu, alla frontiera tra Ruanda e Repubblica Democratica del Congo
Koitere Lacus 79°24′00″N 36°08′24″W 68.0 Koitere, Finlandia
Mackay Lacus 78°19′12″N 97°31′48″W 180.0 Lago Mackay, Australia
Mývatn Lacus 78°11′24″N 135°16′48″W 55.0 Mývatn, Islanda
Neagh Lacus 81°06′36″N 32°09′36″W 98.0 Lough Neagh, Irlanda del Nord
Oneida Lacus 76°08′24″N 131°49′48″W 51.0 Lago Oneida, USA
Ontario Lacus 72°S 183°W 235.0 Lago Ontario, alla frontiera tra Canada e Stati Uniti d'America.
Sotonera Lacus 76°45′00″N 17°29′24″W 63.0 Lago Sotonera, Spagna
Sparrow Lacus 84°18′N 64°42′W 81.4 Lago Sparrow, Canada
Waikare Lacus 81°36′N 126°00′W 52.5 Lago Waikare, Nuova Zelanda

Possibili bacini equatoriali prosciugati

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Nel 2000, tramite radiotelescopi, sono stati raccolti dei segnali radio particolarmente definiti provenienti dalla linea equatoriale di Titano. Si tratta di riflessioni speculari e si registrano quando onde elettromagnetiche rimbalzano su una superficie piatta con lo steso angolo con cui la colpiscono. Probabilmente queste superfici riflettenti sono il fondo di bacini prosciugati.[8]

  1. ^ Stanley F. Dermott e Carl Sagan, Tidal effects of disconnected hydrocarbon seas on Titan, in Nature, vol. 374, 1995, pp. 238–240, DOI:10.1038/374238a0.
  2. ^ Henry Bortman, Titan: Where's the Wet Stuff?, su saturn.astrobio.net, Astrobiology Magazine, 2 november 2004 (archiviato dall'url originale il 3 novembre 2006).
  3. ^ Ellen Stofan, The lakes of Titan, in Nature, vol. 445, n. 1, 4 gennaio 2007, pp. 61–64, DOI:10.1038/nature05438.
  4. ^ Titan Has Liquid Lakes, Scientists Report in Nature, su solarsystem.nasa.gov, NASA/JPL, 3 gennaio 2007.
  5. ^ Emily Lakdawalla, News flash: Lakes at Titan's south pole, too, on top of the land of lakes in the north, su planetary.org, The Planetary Society, 2007. URL consultato il 25 gennaio 2022 (archiviato dall'url originale il 3 gennaio 2008).
  6. ^ Saturn Moon's 'Lake Ontario': Shallow and Virtually Wave-free, su space.com, dicembre 2010.
  7. ^ Cassini maps depths of Titan’s seas, su sciencenews.org, 17 novembre 2014. URL consultato il 25 gennaio 2022 (archiviato dall'url originale il 5 maggio 2017).
  8. ^ Luca Salerno, Un mistero scoperto dai radiotelescopi su Titano sarebbe vicino alla soluzione, su global.techradar.com, TechRadar, 17 giugno 2020. URL consultato il 22 agosto 2020.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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