Ibrahim al-Fazari
Ibrāhīm al-Fazārī (in arabo إبراهيم الفزاري?; Iraq, ... – Baghdad, 777) è stato un astronomo, astrologo e matematico arabo attivo alla corte califfale abbaside di al-Manṣŭr.
Non deve essere confuso col figlio - anch'egli astronomo - Muḥammad ibn Ibrāhīm al-Fazārī. Compose varie opere di carattere astronomico ("Sull'astrolabio",[1] "Sulle sfere armillari", "Sul calendario").
Il califfo ordinò a lui e al figlio di tradurre il testo astronomico indiano che sarà infine ricordato come il Zīj al-Sindhind, fruendo anche dell'apporto di Yaʿqūb ibn Ṭāriq. Il lavoro fu completato a Baghdad verso il 750, col titolo primitivo di al-Zīj ʿalā Sinī al-ʿArab e divenne probabilmente il principale veicolo di trasmissione delle conoscenze sui numerali indiani che l'India classica trasmise al mondo islamico.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ L'invenzione dell'astrolabio viene tuttavia attribuita a suo figlio. Cfr. Richard N. Frye, The Golden Age of Persia: the Arabs in the east. (History of Civilisation, xiii+290 pp. e 16 tavole, Londra, Weidenfeld and Nicolson, 1975, p. 163.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Edward Stewart Kennedy, Islamic Astronomical Tables, American Philosophical Society, 1956, ISBN 978-0-87169-462-1. URL consultato il 29 settembre 2014.
- H. Suter, Die Mathematiker und Astronomer der Araber (3, 208, 1900)
- Richard Nelson Frye, The Golden Age of Persia
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Muḥammad ibn Ibrāhīm al-Fazārī
- Ya'qub ibn Tariq
- Astronomia islamica
- Scienziati e studiosi del mondo arabo-islamico
- Zij
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Kim Plofker, Fazārī: Muḥammad ibn Ibrāhīm al‐Fazārī, in Thomas Hockey (a cura di), The Biographical Encyclopedia of Astronomers, New York, Springer, 2007, pp. 362–3, ISBN 978-0-387-31022-0. (PDF version)