Hydrodynastes gigas

Da Teknopedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Hydrodynastes gigas
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
SubphylumVertebrata
ClasseReptilia
OrdineSquamata
SottordineSerpentes
SuperfamigliaColubroidea
FamigliaDipsadidae
GenereHydrodynastes
SpecieH. gigas
Nomenclatura binomiale
Hydrodynastes gigas
(Duméril, Bibron & Duméril, 1854)

Hydrodynastes gigas (Duméril, Bibron & Duméril, 1854) è una specie di serpente opistoglifo della famiglia Colubridae, endemico del Sudamerica,[1][2] che non ha sottospecie riconosciute.[3]

Nomi vernacolari

[modifica | modifica wikitesto]

In italiano, questa specie riceve il nome «gnacanina»,[4][5] dal guaranì ñakanina (‘testa allerta’).[6] In spagnolo, è denominata ñacaniná o yacaniná, con la stessa origine.[7][8] In portoghese, surucucu do pantanal o boipevaçu,[9] dal tupi-guaranì mboipe guasu (‘grande serpente piatto’).[3][10]

Diffuso in ambienti acquatici, ma facilmente rintracciabile anche in aree relativamente asciutte a considerevole distanza dall'acqua, si tratta di uno dei più grandi colubridi sudamericani, con grosse femmine capaci di oltrepassare abbondantemente i due metri. Conosciuto come «Falso cobra», a causa dell'abitudine di dilatare le vertebre del collo a formare un cappuccio simile a quello dei cobra; la gnacanina a scopo intimidatorio, è un serpente opistoglifo, con zanne velenifere situate in fondo alla bocca, collegate a un sistema escretore, detto «ghiandole di Duvernoy», in grado di far percolare attraverso la masticazione un veleno ad azione proteolitica nel corpo della preda. Il colore di fondo è beige, marrone, e il corpo è attraversato da selle scure contornate di squame più chiare. Le squame sono prive di qualunque carenatura, sono cioè completamente lisce, e di aspetto perlaceo. Il dimorfismo sessuale è sensibile: le femmine, oltre a essere decisamente più grandi dei maschi, hanno le squame subcaudali scure, mentre nei maschi sono più chiare, giallastre screziate di marrone. Gli occhi sono grandi, con pupille rotonde, che assicurano al serpente una buona visione diurna.

Prevalentemente diurno, passa gran parte del tempo nelle distese acquatiche ricche di vegetazione, dove caccia ogni tipo di pesce, anfibio o mammifero adatto a essere ingollato. Dotato di un formidabile istinto predatorio, assale con veemenza ogni potenziale preda gli capiti a tiro, inghiottendo direttamente anfibi e pesci e utilizzando la costrizione, come un boa, per i micromammiferi. Il veleno di questo serpente, a differenza dei serpenti proteroglifi, come i cobra o i crotali, ha prevalentemente funzione digestiva, quindi la preda non è lasciata andare dopo il morso e recuperata da morta, ma uccisa e inghiottita immediatamente. Rettile oviparo, la femmina depone dalle 12 alle 25 uova, in ammassi di vegetazione in decomposizione, torba, cavità di alberi marcescenti. I piccoli nascono dopo circa 60 giorni, lunghi una ventina di centimetri e già completamente autosufficienti. Nonostante la relativa pericolosità e l'attività del suo veleno, nonché le dimensioni di tutto rispetto, è piuttosto diffuso nei terrari degli appassionati. Se tenuto come si deve, con riguardo alla sua provenienza tropicale, al rapporto con l'acqua, e alle dimensioni che raggiunge, si adatta molto bene alla vita in cattività, e, dotato di una notevole "intelligenza", dimostra in terrario un notevole grado di apprendimento e riesce a relazionarsi in modo attivo e curioso con ciò che accade nei dintorni. Il morso non è immediatamente pericoloso, poiché le zanne velenifere, posizionate sul retro delle mascelle, devono "masticare" più volte per iniettare il veleno, a patto che il serpente riesca a piazzare il morso talmente bene da trattenere un arto di un essere umano. Non si conoscono morsi di Hydrodynastes gigas risultati letali per l'Uomo: i rari casi di avvelenamento si risolvono, di solito, con sanguinamento breve della cute lesa e gonfiore locale più o meno persistente. Ovviamente se si escludono sensibilizzazioni e reazioni allergiche.

Distribuzione e habitat

[modifica | modifica wikitesto]

Il suo habitat sono lagune e paludi di Argentina, Brasile, Bolivia, Guyana francese, Paraguay e Venezuela.

Non si conoscono sottospecie[11].

  1. ^ Hydrodynastes gigas, in The Reptile Database. URL consultato il 22 luglio 2014.
  2. ^ (ES) Andrea Weiler Gustafson e Katia Airaldi Wood, Nota sobre el comportamiento predatorio de la ñacaniná estero (Hydrodynastes gigas) en el Chaco paraguayo, in Università nazionale dell'Assunzione, 2010. URL consultato il 3 luglio 2024.
  3. ^ a b (ES) admin, Rescatan ñacaniná de una casa de Esquina [Salvataggio di una gnacanina in una casa di Esquina], su Actualidad Esquina, 29 dicembre 2023. URL consultato il 3 luglio 2024.
  4. ^ Félix de Azara, Viaggi nell'America meridionale, dalla stamperia Alliana, 1830, p. 43. URL consultato il 3 luglio 2024.
  5. ^ Gnacanina - Dizionario Italiano-Spagnolo, su Glosbe. URL consultato il 3 luglio 2024.
  6. ^ (ES) Rodolfo A. González-Lebrero e Rodolfo Eduardo González Lebrero, La pequeña aldea: sociedad y economía en Buenos Aires (1580-1640), Editorial Biblos, 2002, ISBN 978-950-786-319-6. URL consultato il 3 luglio 2024.
  7. ^ (ES) Dirección General de Investigación Lingüística, Análisis de los guaranismos registrados en el Diccionario del castellano paraguayo y en el Diccionario de la lengua española, in Ñemitỹrã, vol. 5, n. 1, 30 aprile 2023, pp. 84–107, DOI:10.47133/NEMITYRA2023d10A5. URL consultato il 3 luglio 2024.
  8. ^ (ES) ASALE, yacaniná - Diccionario de americanismos, su «Diccionario de americanismos», 18 marzo 2024. URL consultato il 3 luglio 2024.
  9. ^ (PT) Surucucu do Pantanal (Hydrodynastes gigas), su Serpentes Brasileiras, 8 aprile 2023. URL consultato il 3 luglio 2024.
  10. ^ (PT) Afrânio do Amaral, O Tupi-Guarani na nomenclatura das serpentes do Brasil (Amaral 1977) - Biblioteca Digital Curt Nimuendajú (PDF), su Biblioteca Digital Curt Nimuendajú. URL consultato il 3 luglio 2024.
  11. ^ ITIS, su itis.gov.

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]
  Portale Rettili: accedi alle voci di Teknopedia che trattano di rettili