Giacomo Carafa
Giacomo Carafa | |
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Ritratto di Giacomo Carafa | |
Conte di Matera | |
Trattamento | Conte |
Altri titoli | Signore di Castelvetere, Corato, Gioia Tauro, Roccacinquemiglia, Roccaraso e Roccella |
Nascita | XV secolo |
Morte | Castelvetere, giugno 1488 |
Dinastia | Carafa |
Padre | Onofrio Carafa |
Madre | Caterina Carafa |
Consorte | Antonella di Molise |
Figli | Vincenzo Giovanni Francesca |
Religione | Cattolicesimo |
Giacomo Carafa | |
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Nascita | XV secolo |
Morte | Castelvetere, giugno 1488 |
Luogo di sepoltura | Castelvetere |
Dati militari | |
Paese servito | Regno di Napoli |
Forza armata | Mercenari |
Grado | Generale Tenente Condottiero |
Battaglie | Assedio di Vasto (1464) ed altre |
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Giacomo (o Jacopo) Carafa (XV secolo – Castelvetere, giugno 1488) è stato un nobile e condottiero italiano, conte di Matera e signore di Castelvetere, Corato, Gioia Tauro, Roccacinquemiglia, Roccaraso e Roccella[1].
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Appartenente al ramo dei della Spina, figlio di Onofrio e Caterina, entrambi membri della famiglia Carafa, venne avviato alla carriera militare sotto il re del Regno di Napoli Ferrante d'Aragona, che cercava di contrastare i baroni ribelli che parteggiavano per il rivale al trono Giovanni d'Angiò-Valois[1]. Aiutò in un primo momento il sovrano napoletano ad assediare e vincere a Belcastro il ribelle Antonio Centelles e poi, elevato al grado di tenente, raggiunse notorietà a seguito dell'assedio di Vasto del 1464, nel quale fece in modo che la popolazione locale, stremata dalla fame, catturasse con una rivolta il feudatario ribelle Antonio Caldora[1]. Per il successo ottenuto, nel 1479 il re fece in modo che acquistasse per la somma di 4 000 ducati le signorie di Castelvetere e Roccella, entrambe in Calabria, appartenute rispettivamente ad Antonio Centelles e Galeotto Baldassino[1]. Il Carafa, già possessore di tre feudi in Abruzzo, tra cui Roccacinquemiglia e Roccaraso, ottenuti per eredità paterna, vide così accrescere i suoi domini feudali, cui si aggiunsero poi la contea di Matera e la signoria di Corato nel 1486[1]. Fu inoltre insignito nel 1463 dell'Ordine dell'Ermellino[2]. Nominato nel 1459 generale dell'esercito regio in Calabria, insieme ad Antonello di Caivano si occupò fino al 1470 di mantenere l'ordine pubblico nel territorio[2]. Ritiratosi quindi dalla vita politica e militare a causa dell'età avanzata, morì a Castelvetere nel giugno del 1488 e fu ivi sepolto[2].
Discendenza
[modifica | modifica wikitesto]Giacomo Carafa si sposò con Antonella di Molise, dalla quale ebbe due figli e una figlia[1]:
- Vincenzo, primogenito, conte di Grotteria e Matera, che alla morte del padre ne ereditò tutti i feudi; nel 1488 sposò Berardina Siscara[3];
- Giovanni, secondogenito, conte di Policastro, il quale sposò Giovannella Sanz[4];
- Francesca, terzogenita, andata in sposa a Giovanni Battista Frangipane della Tolfa[1].
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g Aldimari (1691), pp. 218-225; Ammirato (1651), p. 171.
- ^ a b c d Aldimari (1691), pp. 218-225.
- ^ Aldimari (1691), p. 245; Ammirato (1651), p. 171.
- ^ Aldimari (1691), p. 231; Ammirato (1651), pp. 172-173.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Biagio Aldimari, Historia genealogica della famiglia Carafa, vol. 1, Napoli, Giacomo Raillard, 1691, ISBN non esistente.
- Scipione Ammirato, Delle famiglie nobili napoletane, vol. 2, Firenze, Amadore Massi da Forlì, 1651, ISBN non esistente.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Giacomo Carafa