Fabio Majorana
Fabio Majorana Calatabiano (Catania, 7 agosto 1875 – Roma, 1934) è stato un ingegnere italiano, ricordato per essere stato il padre di Ettore Majorana e uno dei fondatori della prima società telefonica catanese.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Fabio Massimo Majorana nasce a Catania il 7 agosto 1875, dall'avvocato Salvatore Majorana Calatabiano e da Rosa Campisi, nella casa di via Ogninella. Ultimo di cinque fratelli (a lui seguirono poi due sorelle), si laurea a ventidue anni in Ingegneria civile a Palermo e poi in Scienze fisiche e matematiche, all'Università di Roma.
Gli altri fratelli e sorelle di Fabio erano: Giuseppe, giurista, accademico e deputato al parlamento nazionale, nato nel 1863; Angelo, statista e accademico, nato nel 1865; Quirino, fisico, nato nel 1871; Dante, giurista e accademico, nato nel 1874; Elvira, nata nel 1877, ed Emilia.
Il 2 dicembre 1899, sposa a Catania l'ereditiera Salvatrice Dorina Corso (Catania, 1876 - Roma, 1966) di un anno più giovane e di famiglia catanese. Dalla loro unione nascono 5 figli: Rosina, che sposerà Werner Schultze; Salvatore, laureato in legge, rimasto celibe, si dedicò allo studio della filosofia; Luciano, ingegnere civile specializzato in costruzioni aeronautiche, condivise parte degli studi con il fratello Ettore, si sposò, dando il nome del fratello ad uno dei suoi tre figli, e si dedicò alla progettazione e costruzione di strumenti per l'astronomia ottica; Ettore, il noto fisico; e, quinta e ultima, Maria, musicista ed insegnante di pianoforte.[1]
Fabio Majorana dedica molta attenzione all'educazione dei figli in particolare per Ettore, che sarà educato ed istruito privatamente dal padre fino ai 9 anni circa, per poi passare all'Istituto parificato Massimo dei padri gesuiti di Roma, dove terminerà le scuole elementari e medie inferiori. Ettore rimarrà sempre affettuosamente molto legato al padre, risentendo fortemente della sua morte, avvenuta nel 1934.[2]
Fabio Majorana fonda e dirige a Catania la prima società telefonica della città, quindi viene nominato ispettore generale del Ministero delle Comunicazioni di Roma.[3] Si dedica pure all'architettura: Palazzo Rosa, in via VI Aprile a Catania, costruito secondo un'architettura eclettica di gusto Liberty, e da lui progettato, servirà poi da modello per altri palazzi di Roma che lui stesso edificherà.[4][5][6]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Giuseppe-Franco Bassani, Ettore Majorana: Scientific Papers, Springer Science & Business Media, 2007, p. XV, ISBN 9783540480952.
- ^ Erasmo Recami, "Ettore Majorana: la personalità umana e scientifica", in: Emmeciquadro: dal passato al presente, Aprile 2006, pp. 73-88.
- ^ Erasmo Recami, Il caso Majorana: lettere, testimonianze, documenti, Mondadori, 1991, p. 37, ISBN 9788804353447.
- ^ Antonio Rocca, Il liberty a Catania, Magma edizioni, Catania, 1984.
- ^ Franca Restuccia,Catania nel '900. Dall'architettura eclettica allo stile liberty, Gangemi editore, Roma, 2003.
- ^ Anna Maria Damigella, Il contributo di Tommaso Malerba all'architettura liberty a Catania (1907 - 1915), in Arte documento, 23 (2007) pp. 240-251, Marcianum Press, Venezia, 1988.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Fabio Majorana