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Discussione:Terza posizione (ideologia)
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Sull'avviso
[modifica wikitesto]Non ho ben capito l'avviso "presenta solo aspetti considerati positivi". La voce non riguarda la messa in pratica storica del fascismo, il quale ha dato luogo indubbiamente a fatti storici tragici che credo sia futile ricordare, ma la dottrina e l'ideologia dello stesso, con il suo posizionarsi tra capitalismo e marxismo. Come dire che Adam Smith o Karl Marx parlano solo degli aspetti positivi di capitalismo e marxismo... ovvio, l'ideologia è sempre positiva: sono le realizzazioni pratiche che poi fallano... --Dienece (msg) 17:22, 3 nov 2012 (CET)
Per quanto riguarda gli aspetti positivi potete sempre modificare anche voi, per quanto riguarda unirla con sansepolcrismo, questo si riferisce solo alla nascita della terza via, mentre la voce terza via la descrive fino ai giorni nostri.--151.21.208.65 (msg) 09:56, 29 mar 2008 (CET)
Conclusione della sezione "Cenno storico"
[modifica wikitesto]La sezione termina affermando: «Un particolare a prima vista insignificante distingue il fascismo dalle semplici dittature temporanee e lo classifica a pieno titolo come sistema a sè stante facendone la "terza via": a tuttoggi dopo 60 anni dalla sua fine terrena ha sostenitori riuniti in partiti che ne sostengono la causa. Cosa, si noti bene, che notoriamente non avviene da parte di altri tipi di dittature (anticomuniste) le quali non hanno sostenitori a lungo termine se non le persone direttamente coinvolte e interessate.»
Ciò sembrerebbe essere falso in quanto attualmente esisterebbero sostenitori anche di, a titolo di esempio:
- Nazismo: "Verso la fine del Novecento, movimenti neonazisti sono sorti in diverse nazioni. [...] Alcuni partiti politici marginali hanno adottato idee naziste."
- Franchismo: "Esistono attualmente (2005) piccoli gruppi di estrema destra che si dichiarano franchisti e rivendicano apertamente l'eredità del regime franchista."
- Integralismo brasiliano: "Oggi il movimento [...] ha molti seguaci principalmente nello stato dell'Espírito Santo, ma ha molti gruppi sparsi per il tutto il paese."
Se non ci sono obiezioni, procederei a rimuovere il passo incriminato (se ho travisato il senso del periodo, chiedo venia!). --etuardu (msg) 14:08, 4 mag 2008 (CEST)
Essendo passato più di un mese e non essendomi pervenute repliche, procedo depennando il pezzo. --etuardu (msg) 01:32, 22 giu 2008 (CEST)
neutralità
[modifica wikitesto]Trattando di una teoria politica, credo sia del tutto normale che la voce, spiegandone, riporti i vantaggi che i sostenitori di questa teoria ritenevano/ritengono poterne derivare. Non ci si attenderà certo che una teoria politica propugni danni e sciagure, quindi mi pare fisiologico che possa apparire come un elenco di aspetti positivi o ritenuti tali: presumendo buona fede - comunque la si pensi - la teoria si sarà sviluppata nell'ottica del bene comune e pertanto è spiegata in ciò che di positivo a questi fini la proposta ritiene di contenere. Ciò che manca davvero sono in realtà confutazioni e comparazioni, ma la loro mancanza IMHO non rende la voce, solo per questo, non neutrale, dato che non si può pretendere... "a pareggio" un dato specifico di non facile rintraccio. Io proporrei pertanto di rimuovere il template, se convenite --Fantasma (msg) 04:44, 2 ago 2010 (CEST)
- Non convengo. Nelle voci delle teorie ci sono anche sezioni come "Critiche". Oltretutto la voce parla di questa "Terza Via" come fosse una sorta di punto del pensiero di Mussolini sin dagli albori mentre egli, nel 1921, con i socialisti aveva anche fatto un patto di pacificazione (difficile far combaciare questo con una supposta autopercezione di "alternativa" sistemica). - Anonimo 10:46, 16/03/2013 (CEST)
Suggerimento di immagini
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Cordiali saluti, Lsjbot (msg) 03:55, 18 mar 2015 (CET)
Sviluppo del termine "Terza Via"
[modifica wikitesto]L'articolo afferma che il termine fu coniato all'inizio del 1900, ma non ci sono citazioni che citano il termine in uso durante quel periodo di tempo. Questa pagina in altre lingue (soprattutto inglese) la cita come un termine della guerra fredda, quindi forse sono necessarie alcune fonti. --Nfchimera (msg) 14:40, 27 dic 2019 (CET)
Ricerca originale
[modifica wikitesto]La voce appare attualmente in buona misura RO:
- gran parte delle fonti usate sono primarie incluso le paginate di citazioni di Mussolini
- Le poche monografie nella bibliografia non sono utilizzate
- La maggior parte del testo non è sostenuta da fonti.
Tytire (msg) 10:41, 26 nov 2022 (CET)
- Allo stato attuale la voce andrebbe ridotta a uno stub che riporti semplicemente la definizione con fonte annessa. La bibliografia andrebbe spostata qui in modo che se dovesse servire a qualcuno per ampliare la voce la possa trovare facilmente.--Janik (msg) 00:16, 29 nov 2022 (CET)
Revisione pagina
[modifica wikitesto]Ho cominciato secondo quanto discusso qua sopra. Ho aggiunto del contesto. Da continuare. Concordo con la proposta di @Janik98 e muoverei in quella direzione.
--Tytire (msg) 22:13, 2 nov 2024 (CET)
Cassetto il testo RO e di fonti primarie, i cui concetti fondamentali ho ora ripreso da fonti secondarie e terziarie.Tytire (msg) 16:36, 20 dic 2024 (CET)
- fonti non usate dalla voce e presenti
- G. Santomassimo, La terza via fascista. Il mito del corporativismo, Ed. Carocci, 2006
- Z. Sternhell, La terza via fascista, Ed, Il Mulino, 1990
- Renzo De Felice, Le interpretazioni del fascismo, Bari 1977
- P. Alatri, Le origini del fascismo, Roma 1971
- P. Zunino, L'ideologia del fascismo, Bologna 1985
- --Tytire (msg) 16:39, 20 dic 2024 (CET)
- @Janik98 ciao puoi vedere come ti sembra ora e se sei d'accordo magari togli le flag ? Grazie. --Tytire (msg) 16:41, 20 dic 2024 (CET)
Sviluppi in Italia
Il 23 marzo 1919 futuristi, nazionalisti, sindacalisti rivoluzionari, reduci della prima guerra mondiale ed altri fautori della nascita di un nuovo sistema politico alternativo ai vigenti, si riunirono a congresso a Milano in piazza San Sepolcro, elaborando un programma dal quale nacque il fascismo; dalla piazza in cui si tenne la riunione, il movimento prese il nome di sansepolcrismo.
La tesi avanzata in partenza fu che le monarchie liberali, le socialdemocrazie e le democrazie governanti in Europa fossero plutocrazie corrotte e decadenti, governate da sistemi colpiti da derive partitocratiche e massoniche. Obiettivo dei congressisti fu un sistema politico basato su principi di democrazia organica.
«Il fascismo è un metodo, non un fine; se volete, è "una autocrazia sulla via della democrazia".»
Il più rilevante difetto che riscontrarono nella democrazia sarebbe il paradosso insito in sé stessa, ovvero: se la maggioranza delle persone desiderasse un governo antidemocratico, la democrazia democraticamente cesserebbe di esistere. Tuttavia, se a tale estinzione la democrazia si opponesse, cesserebbe di essere democrazia in quanto andrebbe contro la volontà della maggioranza. Quindi i sansepolcristi sostenevano che in pratica la democrazia non può esistere, e che è solo una teoria utopica. Per entrambi i casi dell'esempio, si citarono come validi gli esempi dei colpi di stato di tipo sudamericano, anche allora esistenti.
In secondo luogo si puntualizzò un fattore semantico, nella loro visione troppo spesso volutamente frainteso: le parole "democrazia" e "libertà" non sono sinonimi. Molto spesso, sostennero, il travisamento della semantica porta a pensare che gli antidemocratici siano contrari alla libertà. In realtà si presume che nessuno si dica contrario alla libertà (se non in ambito restrittivo giudiziario). In un sistema può del resto esserci democrazia senza libertà, come può esserci libertà senza democrazia. Quindi, secondo i sansepolcristi, le dittature di tipo sudamericano altro non sono che fasi in cui democraticamente la maggioranza della popolazione desidera che il sistema democratico venga sospeso nel suo aspetto partitico. Questo carattere viene ripristinato allorquando democraticamente la maggioranza pende nell'altro senso. Una simile prospettiva non avrebbe dovuto rendersi necessaria per la nascente "Terza via": questa si imposta sul superamento del sistema partitocratico nella consapevolezza che per i problemi di una nazione non esistano soluzioni valide l'una quanto l'altra a seconda dei punti di vista (o meglio del punto di vista del partito a cui si appartiene), ma soltanto una migliore di tutte.
«Nessuno vorrà gabellare per "rivoluzionario" il complesso dei fenomeni sociali che si svolgono sotto i nostri occhi. Non è una rivoluzione quella che si attua, ma è la corsa all'abisso, al caos, alla completa dissoluzione sociale.»
«La mia reazione è quella del medico, che, a un dato momento, vedendo l'inesorabile progredire della cancrena, pianta il coltello nella piaga; la mia reazione è quella dell'uomo, che, vedendo il carro correre a precipizio senza più guida, si getta ai freni, onde evitare la catastrofe.»
«Io sono reazionario e rivoluzionario, a seconda delle circostanze. Farei meglio a dire - se mi permettete questo termine chimico - che sono un reagente. Se il carro precipita, credo di far bene se cerco di fermarlo; se il popolo corre verso un abisso, non sono reazionario se lo fermo, anche con la violenza.»
«I peggiori reazionari in questo momento sono, per il fascismo e per la storia, coloro che si dicono rivoluzionari, mentre i fascisti, tacciati cretinamente di "reazionari", sono, in realtà, coloro che eviteranno all'Italia la terribile fase di un'autentica reazione.»
«Chiunque in Italia abbia il coraggio di fronteggiare le degenerazioni del Partito Socialista, corre il pericolo di essere bollato come reazionario; ma poiché tali degenerazioni esistono e poiché il coraggio di fronteggiarle lo abbiamo dimostrato seminando anche di nostri morti le piazze d'Italia, noi abbiamo la spregiudicata disinvoltura di sorridere se ci chiamano reazionari.»
«Io non ho paura delle parole. Se domani fosse necessario, mi proclamerei il principe dei reazionari. Per me tutte queste terminologie di destra, di sinistra, di conservatori, di aristocrazia o democrazia, sono vacue terminologie scolastiche. Servono per distinguerci qualche volta o per confonderci, spesso.»
La terza via, secondo i suoi fondatori, avrebbe dovuto rappresentare una forma di governo al di sopra delle divergenti opinioni dei partiti. Questo certamente contrasta con la creazione di un partito, quale il congresso si propose alla fine. Ma essendo esso inserito in una nazione avente sistema partitico, un simile ente, un partito, era necessario onde poter ottenere il potere, salvo poi smantellarlo una volta assestato. Queste considerazioni vengono da un aspetto del sansepolcrismo, che è riassunto in un discorso di Benito Mussolini nella frase:
«Noi non crediamo ai programmi dogmatici, a questa specie di cornici rigide che dovrebbero contenere e sacrificare la mutevole cangiante complessa realtà. [...] Noi ci permettiamo il lusso di essere aristocratici e democratici; conservatori e progressisti; reazionari e rivoluzionari; legalitari e illegalitari, a seconda delle circostanze di tempo, di luogo e di ambiente, in una parola "di storia", nelle quali siamo costretti a vivere e ad agire.»
In effetti, in uno Stato come l'Italia, i poteri erano, allora come oggi, molti e diversificati, il che impediva un accentramento del potere in una sola persona.
Il fascismo scaturito dal congresso di piazza San Sepolcro non si considerava quindi una crociana esigenza temporanea, ma a tutti gli effetti un nuovo sistema politico a sé stante. Essi ritennero di aver finalmente creato la terza via, la soluzione ai problemi sociali creati dal capitalismo e a quelli di diritto e di ordine pubblico creati dal comunismo. Una via applicabile in ogni luogo e ogni tempo.
«[I Fasci Italiani di Combattimento] non sono un partito, ma piuttosto l'antipartito. Non sono un'organizzazione di propaganda, ma di combattimento. Più che al proselitismo, per vendere marchette, tendono all'azione. Non hanno programmi immutabili. Non si propongono di vivere all'infinito. Non promettono il paradiso in terra e la felicità universale. Nella vasta democrazia della civiltà essi rappresentano l'aristocrazia del coraggio. Libertari, sono per necessità antidemagogici. Spregiudicati, sanno andare contro corrente. È una associazione di uomini che possono provenire da tutti gli orizzonti perché si "ritrovano" in alcune identità o affinità ideali.»
Come è noto tuttavia il modo in cui il Partito nazionale fascista governò l'Italia nel ventennio poco coincise con gli ideali proposti nel congresso di San Sepolcro, anche in seguito alle trasformazioni conseguenti all'incontro con quei poteri (la monarchia dei Savoia, l'Alta finanza, la massoneria, la Chiesa cattolica, i militari, la borghesia) verso i quali il fascismo aveva un debito di riconoscenza per averlo inizialmente favorito come scudo contro il bolscevismo. Dal ruolo che tali forze esercitavano, nel sistema sociale italiano, il successo del fascismo non poteva esulare:[senza fonte]. ciò avvenne nel 1924-1926 con il sostegno ricevuto per l'omicidio Giacomo Matteotti, e vent'anni dopo con l'abbandono subìto con l'ordine del giorno Grandi del 25 luglio 1943.
Solamente nella sua fase crepuscolare della Repubblica Sociale Italiana, una volta fuori gioco molti di quei poteri ostracisti, si poté proporre argomentazioni più ardite. I cardini su cui si rifondò la politica fascista riprendendo le posizioni del sansepolcrismo furono originati dal sincretismo tra teorici comunisti quali Nicola Bombacci, economisti eretici[non chiaro] quali Giuseppe Spinelli e Giuseppe Solaro, politici quali Angelo Tarchi e Stanis Ruinas, e un poeta, Ezra Pound[non chiaro]. Essi furono:
«I nostri programmi sono decisamente rivoluzionari, le nostre idee appartengono a quelle che in regime democratico si chiamerebbero "di sinistra"; le nostre istituzioni sono conseguenza diretta dei nostri programmi; il nostro ideale è lo Stato del Lavoro. Su ciò non può esserci dubbio: noi siamo i proletari in lotta, per la vita e per la morte, contro il capitalismo. Siamo i rivoluzionari alla ricerca di un ordine nuovo. Se questo è vero, rivolgersi alla borghesia agitando il pericolo rosso è un assurdo. Lo spauracchio vero, il pericolo autentico, la minaccia contro cui lottiamo senza sosta, viene da destra. A noi non interessa quindi nulla di avere alleata, contro la minaccia del pericolo rosso, la borghesia capitalista: anche nella migliore delle ipotesi non sarebbe che un'alleata infida, che tenterebbe di farci servire i suoi scopi, come ha già fatto più di una volta con un certo successo. Sprecare parole per essa è perfettamente superfluo. Anzi, è dannoso, in quanto ci fa confondere, dagli autentici rivoluzionari di qualsiasi tinta, con gli uomini della reazione di cui usiamo talvolta il linguaggio.»
- [@ Tytire] Sicuramente c'è stato un deciso miglioramento, ma il problema è che sia nei pezzi che hai aggiunto, sia in quelli che hai lasciato, permane il
graveproblema della mancanza del riferimento preciso alle pagine specifiche, rendendo molto complesso il lavoro per chi volesse controllare le affermazioni sui testi utilizzati.--Janik (msg) 10:21, 21 dic 2024 (CET)
@Janik98 Sulla gravità del problema, dissento e sottopongo qualche osservazione:
- non mi pare il manuale renda obbligatorio citare le pagine, correggimi se sbaglio perfavore
- uso molto testi elettronici e in quelli le pagine sono un dato mobile
- mentre la citazione di pagine avrebbe un senso pratico e utile laddove si citi un fatto o dato molto specifico, o si riporti un testo verbatim, nella fattispecie di questa voce le nozioni riportate sono piuttosto generiche e rappresentano quasi un sommario di interi capitoli, se non delle fonti intere; se uno ha in mano la fonte e la studia, può validare il testo abbastanza semplicemente, senza andare a cercare una pagina specifica.
- non mi pare sia rimasto molto del testo precedente. Tytire (msg) 12:37, 21 dic 2024 (CET)
- Tolto il fatto che comunque ritengo il tuo lavoro un grosso miglioramento rispetto alla situazione precedente, rispondo per punti:
- La pagina Aiuto:Uso delle fonti spiega che ""È fondamentale inserire l'informazione completa della fonte. Quando inserisci informazioni, riporta sempre, direttamente nelle voci, almeno autore, titolo completo e pagina del testo cartaceo (indicando univocamente l'edizione citata, ad esempio attraverso il codice ISBN)" e "La cosa importante è che le fonti vengano citate, dando più dettagli possibile che permettano di identificare e ritrovare il testo originale (autori, editori, numeri di pagina...)"
- Nel caso è comunque prassi citare almeno il capitolo di provenienza
- Così facendo diventa molto difficile ricontrollare le informazioni inserite, la fiducia sulla parola non andrebbe data a nessuno, che sia un IP o un admin non cambia
- Effettivamente credevo che la sezione "Contesto storico ed ideologico" fosse già presente in voce, ma rivendendo la cronologia ho riscontrato che anche quella è frutto di tue modifiche. Procedo a modificare i template in tal senso.
- Mi rendo conto che però il termine "grave problema" potrebbe essere risultato un po' forte, ho provveduto a striccarlo.--Janik (msg) 22:11, 21 dic 2024 (CET)
- Tolto il fatto che comunque ritengo il tuo lavoro un grosso miglioramento rispetto alla situazione precedente, rispondo per punti:
- ^ Yvon De Begnac, Palazzo Venezia: storia di un regime, La Rocca, 1950, pag. 181
- ^ Opera Omnia, Edoardo e Duilio Susmel (a cura di), vol. 14, La Fenice, Firenze, 1954, pag. 418.
- ^ Opera Omnia, Edoardo e Duilio Susmel (a cura di), vol. 15, La Fenice, Firenze, 1954, pag. 45.
- ^ Renzo De Felice, Mussolini il rivoluzionario: 1883-1920, Einaudi, Torino, 1995, pagg. 625-26.
- ^ Opera Omnia, Edoardo e Duilio Susmel (a cura di), vol. 15, La Fenice, Firenze, 1954, pag. 299.
- ^ Opera Omnia, Edoardo e Duilio Susmel (a cura di), vol. 16, La Fenice, Firenze, 1955, pagg. 93-94.
- ^ Opera Omnia, Edoardo e Duilio Susmel (a cura di), vol. 19, La Fenice, Firenze, 1956, pag. 47.
- ^ Augusto Cavadi, Le ideologie del Novecento: cosa sono state, come possono rifondarsi, Catanzaro, Rubbettino Editore, 2001, pag. 43.
- ^ Opera Omnia, Edoardo e Duilio Susmel (a cura di), vol. 14, La Fenice, Firenze, 1954, pag. 43.
- ^ Luciano Lanna, Filippo Rossi, Fascisti immaginari: tutto quello che c'è da sapere sulla destra, Vallecchi, 2003, pag. 176.