Indice
Discussione:Meandro
Collegamenti esterni modificati
[modifica wikitesto]Gentili utenti,
ho appena modificato 1 collegamento/i esterno/i sulla pagina Meandro. Per cortesia controllate la mia modifica. Se avete qualche domanda o se fosse necessario far sì che il bot ignori i link o l'intera pagina, date un'occhiata a queste FAQ. Ho effettuato le seguenti modifiche:
- Aggiunta del link all'archivio https://web.archive.org/web/20060510183908/http://www.igmi.org/pubblicazioni/atlante_tipi_geografici/pdf/14.pdf per http://www.igmi.org/pubblicazioni/atlante_tipi_geografici/pdf/14.pdf
Fate riferimento alle FAQ per informazioni su come correggere gli errori del bot
Saluti.—InternetArchiveBot (Segnala un errore) 05:45, 25 mar 2018 (CEST)
Modifica rifiutata
[modifica wikitesto]Avevo modificato la parte che si riferisce al feedback per la formazione dei meandri. Come specificato nella pagina inglese sui meandri https://en.wikipedia.org/wiki/Meander e a quella dedicata al paradosso delle foglie di tè https://en.wikipedia.org/wiki/Tea_leaf_paradox, l'erosione non è un effetto diretto della forza centrifuga, ma è dovuto al flusso secondario. Vedo che la mia modifica è stata annullata, senza una spiegazione.
Riporto qui il testo della modifica.
Una volta generata anche una piccola curva, l'erosione prosegue per un effetto di feedback positivo: infatti, la linea di massima velocità della corrente si sposta sul lato concavo (esterno) per effetto della forza centrifuga, e questo provoca un innalzamento del livello dell'acqua rispetto al lato interno (come in un secchio in rotazione). Ma l'acqua è essenzialmente ferma a contatto del fondo, quindi esiste un canale di acqua ferma che connette il livello più alto sull'esterno del meandro con quello più basso all'interno. Questo innesta un flusso secondario che tende a "mangiare" la sponda esterna e a depositare i detriti sulla sponda interna. Einstein notò nel 1926 che questo fenomeno e analogo al paradosso delle foglie di tè. In questo modo l'erosione nella parte esterna dà origine ad una scarpata piuttosto ripida, quindi da questo lato possiamo avere più facilmente frane, con ulteriore erosione. Al contrario, sul lato convesso (interno) il flusso secondario deposita i sedimenti in forma di corpi di ghiaia o sabbia lenticolari inclinati verso il canale, che sovrapponendosi nel tempo formano la cosiddetta barra di meandro. La curvatura dell'alveo diventa quindi progressivamente più accentuata, fino a formare una sorta di "laccio" con un collo sempre più stretto. Questo fenomeno è facilmente riproducibile facendo scorrere un filetto di liquido su una lastra (come accade sul parabrezza dell'auto in caso di pioggia forte): il filetto tende a diventare sempre più tortuoso (mentre le gocce isolate scendono in line retta). [1] --Franco Bagnoli (msg) 08:06, 17 nov 2024 (CET)
- La modifica non era accettabile perché la descrizione del fenomeno, oltre a essere inesatta (vedi la descrizione ora riportata), è espressa in linguaggio non enciclopedico ed eccessivamente colloquiale. Inoltre, la fonte che citi è una fonte secondaria, non un testo di sedimentologia (come quello ora inserito in bibliografia con gli opportuni rimandi nelle note del testo), dal quale è ora correttamente riportata la descrizione del fenomeno fisico e della dinamica erosione-deposizione. Ancora: non sono ammissibili link interprogetto (in questo caso a W inglese): cerca una voce in W italiana (anche se magari non è soddisfacente) o metti un link rosso a una pagina inesistente. Ho comunque inserito (in nota) il link al "paradosso delle foglie di tè", perché è un elemento storico interessante anche se non è indispensabile per comprendere il fenomeno fisico. --Antonov (msg) 09:03, 20 nov 2024 (CET)
- ^ F. Bagnoli, Il taccuino del Dr. Watson ovvero: dove si nasconde la fisica nella vita di tutti i giorni? Apice libri (2018) ISBN-13: 978-8899176525.