Diocesi di Mondovì

Da Teknopedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Diocesi di Mondovì
Dioecesis Montis Regalis in Pedemonte o Montis Vici
Chiesa latina
Suffraganea dell'arcidiocesi di Torino
Regione ecclesiasticaPiemonte
 
Mappa della diocesi
Provincia ecclesiastica
Provincia ecclesiastica della diocesi
Collocazione geografica
Collocazione geografica della diocesi
 
VescovoEgidio Miragoli
Vicario generaleFlavio Begliatti
Vescovi emeritiLuciano Pacomio
Presbiteri91, di cui 81 secolari e 10 regolari
1.237 battezzati per presbitero
Religiosi18 uomini, 121 donne
Diaconi22 permanenti
 
Abitanti123.510
Battezzati112.640 (91,2% del totale)
StatoItalia
Superficie2.190 km²
Parrocchie168 (9 vicariati)
 
Erezione8 giugno 1388
Ritoromano
CattedraleSan Donato
IndirizzoVia Vasco 17, 12084 Mondovì [Cuneo], Italia
Sito webwww.diocesimondovi.it
Dati dall'Annuario pontificio 2022 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Italia
Il santuario di Vicoforte.

La diocesi di Mondovì (in latino Dioecesis Montis Regalis in Pedemonte o Montis Vici) è una sede della Chiesa cattolica in Italia suffraganea dell'arcidiocesi di Torino appartenente alla regione ecclesiastica Piemonte. Nel 2021 contava 112.640 battezzati su 123.510 abitanti. È retta dal vescovo Egidio Miragoli.

La diocesi comprende la città di Mondovì e il territorio circostante, e si estende su due province, quella di Cuneo in Piemonte e quella di Savona in Liguria. A nord confina con la diocesi di Alba e a nord ovest con quella di Cuneo-Fossano, entrambe appartenenti alla regione ecclesiastica piemontese. A sud confina con la diocesi di Nizza, in Francia, mentre ad est si trovano le diocesi di Ventimiglia-San Remo, Albenga-Imperia e Savona-Noli, tutte appartenenti alla regione ecclesiastica ligure, e con la diocesi di Acqui.

Sede vescovile è la stessa città di Mondovì, dove si trova la cattedrale di San Donato. A Vicoforte sorge la basilica minore del santuario della Natività di Maria Santissima (o santuario della Regina Montis Regalis).

Parrocchie e unità pastorali

[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio si estende su 2.190 km² ed è suddiviso in 168 parrocchie organizzate in 9 unità pastorali:

La diocesi di Mondovì fu eretta da papa Urbano VI con la bolla Salvator Noster data a Perugia l'8 giugno 1388, a seguito di una petizione presentata al Papa dalla Città a dal marchese Teodoro II del Monferrato. Ciò avvenne durante lo Scisma d'occidente, e la promozione di Mondovì a sede vescovile potrebbe essere stata concessa, tra le varie cause, anche per la fedeltà di Mondovì al legittimo papa di Roma, mentre la diocesi madre di Asti era passata all'obbedienza dell'antipapa francese.

Il territorio della nuova diocesi venne ricavato da quella di Asti e fu resa suffraganea dell'arcidiocesi di Milano. Il nuovo vescovo ottenne il titolo feudale, puramente onorifico, di conte. I confini della diocesi furono stabiliti dall'abate di Santo Stefano di Vercelli per ordine di papa Eugenio IV il 18 maggio 1436: la diocesi di Mondovì, oltre alla sede vescovile, si estendeva su Rocca de' Baldi, Morozzo, Margarita, Villanova Mondovì, Roccaforte Mondovì, Frabosa Sottana, Frabosa Sottana, Montaldo di Mondovì, Roburent, Chiusa di Pesio, Peveragno, Bene Vagienna, Bastia Mondovì, Vicoforte, Sant'Albano Stura, Cigliè e Rocca Cigliè.[1]

La chiesa di San Donato martire, primitiva parrocchia e pieve del terzero più popoloso di Vico, costruita sulla parte più alta di Piazza (oggi Cittadella e Caserma) fu eretta a cattedrale. La medesima bolla pontificia vi erigeva il capitolo dei canonici, che riceveva ulteriori privilegi con altre bolle di papa Eugenio IV nel 1440 e di papa Pio II nel 1461. La diocesi si estendeva a tutto il territorio dell'antica contea di Bredolo.

A causa dell'opposizione degli abitanti di alcuni centri, i confini della nuova diocesi rimasero incerti per diverso tempo. Per esempio, teoricamente anche Cuneo faceva parte della nuova diocesi, ma la sua aggregazione a Mondovì divenne definitiva soltanto nel 1438, per decreto di papa Eugenio IV. Lo stesso pontefice, con bolla del 29 novembre 1438, assegnava al vescovado di Mondovì, l'antica abbazia benedettina di San Dalmazzo, situata presso la romana Pedona.

Nel 1495, per decreto della duchessa reggente, Bianca di Savoia, il distretto di Cuneo ebbe un proprio vicario generale, dipendente dal vescovo di Mondovì. Il vescovo Gerolamo Calagrano celebrò nel 1491 il primo sinodo diocesano che apre la serie dei 28 sinodi monregalesi, che la storia ha tramandato. Tra la fine del XV secolo e il primo decennio del XVI fu ricostruita, per iniziativa di Amedeo di Romagnano, sul luogo della precedente, la cattedrale di San Donato, tra le più imponenti del Piemonte; fu consacrata da Lorenzo Fieschi nel 1514.

Nel 1515, Torino fu elevata a sede metropolitana, e il 24 maggio papa Leone X assegnò la diocesi monregalese alla provincia ecclesiastica torinese.

Nel 1522 ci fu un curioso caso di conflitto nell'elezione del vescovo; il 22 ottobre il capitolo elesse Antonio di Romagnano, ignaro che il 15 ottobre il papa aveva già eletto Lorenzo Fieschi.

In esecuzione dei decreti di riforma del concilio di Trento, il vescovo cardinale Vincenzo Lauro fondava nel 1573 il seminario diocesano. Negli stessi anni (1571-74) il duca Emanuele Filiberto faceva abbattere, insieme con altre chiese e edifici ecclesiastici, la grande cattedrale, da poco costruita, per trasformare il colle di San Donato in cittadella fortificata; la cattedrale fu trasferita nella chiesa gotica di san Francesco dei Frati Minori, risalente al XIII secolo.

Si deve al vescovo Giannantonio Castrucci l'attuazione dei decreti tridentini con il sinodo celebrato nel 1592; fu questo vescovo ad introdurre in diocesi i Gesuiti, che aprirono un collegio per l'insegnamento della teologia dogmatica e della morale. All'epoca di Castrucci, si sviluppò il culto e la devozione alla Vergine del Pilone presso Vicoforte, e nel 1596 ebbe inizio la costruzione del santuario di Vicoforte, eretto in forme barocche con il contributo dei duchi di Savoia; il santuario divenne ben presto il centro spirituale della diocesi.

A metà del XVIII secolo (1743-53), sotto il vescovo Carlo Felice Sammartino, la chiesa di san Francesco fu abbattuta e sostituita dall'odierna cattedrale, progettata da Francesco Gallo (1742) e portata a compimento sotto Michele Casati, che la consacrò nel 1763.

I confini della diocesi subirono alcune variazioni nel 1768 all'epoca del vescovo Michele Casati, quando, al termine ad una lunga contesa, furono incorporate le parrocchie di San Michele, Niella Tanaro, Torre, Pamparato – precedentemente soggette alla Chiesa d'Asti – e quelle di Lesegno, Mombasiglio, Viola, Cigliè e Roccacigliè, già appartenute alla diocesi di Alba.

Durante l'occupazione francese (1796-1815) la sede vescovile di Mondovì superò il pericolo di essere soppressa, come avvenne per altre nove diocesi piemontesi, e fu trasferita a Cuneo, che era stata eretta a sede provinciale. La soppressione, nel 1803, di alcune diocesi contigue determinò un aumento considerevole del territorio della diocesi di Mondovì, con l'acquisizione dell'intera diocesi di Fossano e di territori scorporati dalle soppresse diocesi di Alba e di Saluzzo.

Con le bolle del 17 luglio e 29 ottobre 1817 papa Pio VII restaurò la situazione precedente al 1803, ma con alcune innovazioni: istituì infatti la diocesi di Cuneo, ricavandone il territorio dalla diocesi di Mondovì, ed estese i confini della Chiesa monregalese a tutta la valle del Tanaro e a quella della Bormida, includendovi le parrocchie del distretto ligure di Millesimo (Vicarie di Millesimo, Calizzano e Pallare); aggregò pure a Mondovì altre parrocchie delle vicarie di Dogliani e di Murazzano, già appartenute alla diocesi di Alba.

In seguito alle soppressioni e agli incameramenti delle congregazioni religiose e dei beni ecclesiastici, attuati da Napoleone Bonaparte (1802-06) e dal governo del Regno di Sardegna (1855), non rimase niente della celebre abbazia di San Dalmazzo e del suo patrimonio; il vescovo di Mondovì mantenne il puro titolo di "abate perpetuo di San Dalmazzo", oggi non più in uso.

Durante l'Ottocento e la prima metà del Novecento, fino al concilio Vaticano II, la storia della diocesi è segnata da lunghi episcopati, solo sei vescovi in poco meno di 160 anni, tra cui si distinsero quelli di Giovanni Tommaso Ghilardi e di Sebastiano Briacca (31 anni di episcopato ciascuno), e di Giovanni Battista Ressia (35 anni di episcopato).

Il 19 gennaio 1950 furono rivisti i confini con la vicina diocesi di Cuneo nei comuni di Montanera e di Morozzo.[2] Il 2 febbraio 1965 Mondovì ha ceduto la parrocchia di Nasino alla diocesi di Albenga.[3]

Cronotassi dei vescovi

[modifica | modifica wikitesto]

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

La diocesi nel 2021 su una popolazione di 123.510 persone contava 112.640 battezzati, corrispondenti al 91,2% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950 163.898 163.981 99,9 474 436 38 345 58 815 191
1970 132.450 132.500 100,0 365 310 55 362 111 470 190
1980 139.500 140.500 99,3 285 270 15 489 22 215 190
1990 120.000 120.500 99,6 226 211 15 530 21 304 192
1999 117.500 118.000 99,6 192 177 15 611 23 288 192
2000 117.500 118.000 99,6 186 173 13 631 21 272 192
2001 117.500 118.000 99,6 178 166 12 660 20 262 192
2002 117.500 118.000 99,6 176 159 17 667 5 25 267 192
2003 117.200 118.000 99,3 170 151 19 689 5 27 258 192
2004 116.000 119.000 97,5 163 145 18 711 11 26 251 192
2013 115.000 127.800 90,0 124 117 7 927 17 15 164 192
2016 115.000 126.233 91,1 121 112 9 950 22 19 140 192
2019 114.000 125.000 91,2 108 97 11 1.055 23 19 133 168
2021 112.640 123.510 91,2 91 81 10 1.237 22 18 121 168
  1. ^ Cappelletti, op. cit., pp. 213-217
  2. ^ (LA) Sacra Congregazione Concistoriale, Decreto Ad fines dioecesium, AAS 42 (1950), pp. 444-445.
  3. ^ (LA) Sacra Congregazione Concistoriale, Decreto Quo aptius, AAS 57 (1965), pp. 610-611.
  4. ^ A questa data Damiano Zavaglia era già stato eletto vescovo di Mondovì; la sua nomina risale probabilmente allo stesso giorno di erezione della diocesi. Grassi, Memorie istoriche della Chiesa vescovile di Monteregale, vol. I, p. 1; vol. II, documento 92, pp. 165-166.
  5. ^ Eubel, Hierarchia catholica, vol. I, p. 349.
  6. ^ Il Grassi (Memorie istoriche della Chiesa vescovile di Monteregale, vol. I, p. 63) riporta che nell'episcopio di Mondovì si trova il ritratto di Gerolamo Ferrero designatus episcopus an. 1523 morte preventus. Di questo vescovo eletto non v'è traccia in Eubel e lo stesso Grassi lo esclude dalla sua cronotassi.
  7. ^ Grassi, Memorie istoriche della Chiesa vescovile di Monteregale, vol. I, p. 70.
  8. ^ Il 28 dicembre è il giorno in cui, secondo quanto documenta Grassi (Memorie istoriche della Chiesa vescovile di Monteregale, vol. I, p. 127), fu sepolto il vescovo Felice Bertodano, evidentemente morto qualche giorno prima. Probabilmente il cardinale Vincenzo Laureo ottenne l'amministrazione della diocesi durante il periodo di sede vacante (ibid., pp. 127 e 130).
  9. ^ Nominato vescovo titolare di Elenopoli di Bitinia.
  10. ^ Destinatario dell'epistola Ioannis bonae di papa Pio X

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]