Corvus woodfordi

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Corvo beccobianco
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
SottoregnoEumetazoa
SuperphylumDeuterostomia
PhylumChordata
SubphylumVertebrata
InfraphylumGnathostomata
SuperclasseTetrapoda
ClasseAves
SottoclasseNeornithes
SuperordineNeognathae
OrdinePasseriformes
SottordineOscines
InfraordineCorvida
SuperfamigliaCorvoidea
FamigliaCorvidae
GenereCorvus
SpecieC. woodfordi
Nomenclatura binomiale
Corvus woodfordi
(Ogilvie-Grant, 1887)

Il corvo beccobianco o corvo di Guadalcanal (Corvus woodfordi (Ogilvie-Grant, 1887)) è un uccello passeriforme della famiglia dei corvidi[2].

Il nome scientifico della specie, woodfordi, rappresenta un omaggio a Charles Morris Woodford, naturalista e governatore coloniale inglese.

Misura 40-41 cm di lunghezza, per 555-615 g di peso[3]: a parità d'età, i maschi sono più grossi e pesanti rispetto alle femmine[3].

Veduta ventrale di esemplare impagliato.

i tratta di uccelli dall'aspetto robusto e massiccio, muniti di testa arrotondata con becco lungo, appuntito e lievemente ricurvo verso il basso, con collo robusto, ali digitate, zampe forti e coda squadrata e piuttosto corta.

Il piumaggio si presenta interamente di colore nero lucido, con presenza di riflessi metallici verdi sulla testa e purpurei su corpo e ali.
I due sessi sono del tutto simili nella colorazione.

Il becco, come intuibile dal nome comune, è di colore bianco avorio, con punta nera: anche la base della mandibola superiore appare di questo colore, che tuttavia è dato dalle lunghe vibrisse presenti attorno alle narici ed orientate in avanti. Le zampe sono di colore nerastro: gli occhi sono invece di colore bianco-azzurrino.

Il corvo beccobianco è un uccello dalle abitudini di vita essenzialmente diurne e moderatamente gregarie, che di notte dormono riuniti fra i rami di un albero in gruppi di una quindicina d'individui, mentre durante il giorno si muovono nella canopia e fra i rami alti alla ricerca di cibo, attività che viene svolta da soli, in coppie o in piccoli gruppi di 3-4 individui.

Il richiamo di questi uccelli è rappresentato da un breve gracchio rimbombante che suona come wah-wah: esso ricorda il richiamo dell'affine corvo di Torres, rispetto al quale si presenta più acuto e veloce.

Alimentazione

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Si tratta di uccelli onnivori, la cui dieta è incentrata sul consumo di insetti (in particolar modo coleotteri), artropodi ed altri invertebrati, nonché delle loro larve e da cibi di altra origine, come frutta, bacche, semi, granaglie e piccoli vertebrati.

Le informazioni sulla riproduzione di questi uccelli sono molto scarse e limitate all'osservazione di esemplari che si approssimavano ad andare in amore durante i mesi di giugno-luglio, il che farebbe pensare a un periodo riproduttivo durante la primavera australe[3]: per il resto, si ha motivo di ritenere che i costumi riproduttivi del corvo beccobianco siano analoghi, per modalità e tempistica, a quelli osservabili nelle altre specie di corvo.

Distribuzione e habitat

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Il corvo beccobianco è endemico delle Isole Salomone, delle quali popola la porzione centrale e sud-orientale (isole di Choiseul, Santa Isabel e Guadalcanal).

L'habitat di questi uccelli è costituito dalla foresta pluviale tropicale di pianura e collina (con predilezione per quest'ultima), spingendosi fino a 1250 m di quota[3].

Secondo alcuni, il corvo beccobianco sarebbe da accorpare col corvo di Bougainville, col quale però non sembrerebbe presentare un'affinità filogenetica particolarmente stretta[3].

Alcuni autori riconoscerebbero una sottospecie vegetus del sud di Santa Isabel[3], tuttavia la specie viene generalmente considerata monotipica[2].

  1. ^ (EN) BirdLife International 2012, Corvus woodfordi, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ a b (EN) F. Gill e D. Donsker (a cura di), Family Corvidae, in IOC World Bird Names (ver 9.2), International Ornithologists’ Union, 2019. URL consultato il 30 ottobre 2018.
  3. ^ a b c d e f (EN) White-billed Crow (Corvus woodfordi), su Handbook of the Birds of the World. URL consultato il 30 ottobre 2018.

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