Centrophorus lusitanicus
Centroforo pinna bassa | |
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Stato di conservazione | |
Vulnerabile[1] | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Chordata |
Classe | Chondrichthyes |
Ordine | Squaliformes |
Famiglia | Centrophoridae |
Genere | Centrophorus |
Specie | C. lusitanicus |
Nomenclatura binomiale | |
Centrophorus lusitanicus Barbosa du Bocage & de Brito Capello, 1864 | |
Sinonimi | |
Centrophorus ferrugineus | |
Areale | |
Il centroforo pinna bassa (Centrophorus lusitanicus Barbosa du Bocage & de Brito Capello, 1864) conosciuto anche come sagrì[2] è un piccolo squalo di acque profonde della famiglia dei Centroforidi.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Con una lunghezza media di 88-144 cm ed una massima registrata di 160, è uno dei rappresentanti più grandi del genere Centrophorus. Di colore uniforme grigio-perlaceo, ha una costituzione tozza, con muso largo, prima pinna dorsale allungata e bassa e seconda pinna dorsale particolarmente alta; il margine posteriore delle pinne pettorali è moderatamente allungato; i dentelli dermici sono bassi, appiattiti e ruvidi. Viene spesso confuso con il centroforo comune[3].
Biologia
[modifica | modifica wikitesto]Si nutre di pesci ossei, di altri piccoli squali dell'ordine degli Squaliformi e di gamberi. È ovoviviparo e gli embrioni si nutrono solamente di tuorlo. La femmina dà alla luce 1-6 piccoli per volta, lunghi 33-36 cm. Durante la copula il maschio afferra la femmina mordendola sul dorso o sulle pinne[3].
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]Il centroforo pinna bassa è stato segnalato nell'Atlantico orientale al largo del Portogallo e dell'Africa occidentale, nell'oceano Indiano intorno al Mozambico e al Madagascar, e nel Pacifico occidentale nelle acque di Taiwan. Vive in prossimità del margine esterno della piattaforma continentale e nelle zone superiori della scarpata continentale, tra i 300 e i 1400 m di profondità[3].
Rapporti con l'uomo
[modifica | modifica wikitesto]Viene classificato come «specie vulnerabile» dall'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura a causa dell'areale limitato, dell'estremamente basso tasso di fecondità e dell'elevato numero di catture accessorie da parte dei pescherecci di profondità che operano nelle acque dell'Atlantico centro-orientale[3].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Clarke, M., White, W. & Compagno, L.J.V. (2009), Centrophorus lusitanicus, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
- ^ Mipaaf - Decreto Ministeriale n°19105 del 22 settembre 2017 - Allegato 1: Denominazioni in lingua italiana delle specie ittiche di interesse commerciale (PDF), su politicheagricole.it. URL consultato il 1º marzo 2018.
- ^ a b c d Centrophorus lusitanicus su FishBase.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Centrophorus lusitanicus
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