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Battaglia dell'Asinaro
Battaglia dell'Asinaro parte della guerra del Peloponneso | |||
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La mappa mostra il percorso delle truppe ateniesi in fuga da Siracusa. Dopo la sconfitta a ovest della città, le truppe fuggirono verso sud. Dapprima furono annientate le truppe di Demostene e poi quelle di Nicia sul fiume Asinaro. | |||
Data | 18 settembre 413 a.C. | ||
Luogo | Asinaro | ||
Esito | Vittoria siracusana | ||
Schieramenti | |||
Comandanti | |||
Effettivi | |||
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Perdite | |||
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La battaglia dell'Asinaro o Assinaro si svolse nel 413 a.C. e vide contrapposti: i siracusani, a cui erano accorsi in aiuto i soldati spartani guidati da Gilippo, contro le truppe ateniesi in fuga guidate da Nicia, presso il fiume Asinaro.
Antefatti
[modifica | modifica wikitesto]Nel 413 a.C., quando gli ateniesi cercarono di contrattaccare per aprire una breccia nelle mura difensive di Siracusa, furono pesantemente sconfitti dai difensori, a tal punto che la spedizione stette per ritirarsi. Senonché Nicia convinse i compagni strateghi, Demostene ed Eurimedonte, a restare e cercare di ritentare l'impresa fallita[2]. Una nuova sconfitta non si fece attendere, la flotta fu distrutta e l'esercito invasore decise di ritirarsi via terra con tutti e 40000 i soldati rimasti.[3]
I siracusani e gli alleati rincorsero l'esercito in rotta e lo costrinsero a dare battaglia pure in condizioni sfavorevoli. I sicelioti proposero a tutti i soldati ateniesi di arrendersi, senza essere resi schiavi o sudditi dei vincitori; seimila tra tutti i soldati si arresero e accettarono l'offerta a discapito di Nicia e degli strateghi ateniesi[4]. Gli strateghi inviarono delegati per ritrattare l'offerta e riprendere gli uomini fuggiti. I siracusani, però, non acconsentirono; 300 soldati disperati fuggirono[5][6].
Svolgimento
[modifica | modifica wikitesto]Gli ateniesi si diressero sempre più a sud, fino a raggiungere le sponde del fiume Asinaro dove, stremati, lottarono pur di riuscire a bere un po' d'acqua. La località menzionata da Tucidide è Akraion Lepas cioè la rupe di Akrai, un luogo stretto in cui i siracusani prepararono delle fortificazioni atte ad affrontare gli ateniesi per annientarli definitivamente.
I siracusani ne approfittarono e, appostati su un'altura, cominciarono a tirare dardi e giavellotti contro i nemici; nel frattempo, gli alleati peloponnesiaci li affrontarono, corpo a corpo, davanti alle sponde del fiume[7].
«καὶ τὸ ὕδωρ εὐθὺς διέφθαρτο, ἀλλ᾽ οὐδὲν ἧσσον ἐπίνετό τε ὁμοῦ τῷ πηλῷ ᾑματωμένον καὶ περιμάχητον ἦν τοῖς πολλοῖς.»
«In breve l'acqua s'intorbidò e si corruppe, ma non venne meno la frenesia di berne, e più d'uno impugnò le armi contro un compagno, per raggiungere un sorso di quell'acqua dal sapore di fango, ed insieme di sangue.»
Nicia si arrese e i suoi uomini furono risparmiati, anche se le perdite furono innumerevoli[7].
Conseguenze
[modifica | modifica wikitesto]Il massacro avvenuto vicino alle sponde dell'Asinaro fu quello che sparse più sangue in tutta la spedizione in Sicilia, a detta di Tucidide[8]. Molti furono i prigionieri che finirono tra le mani dei siracusani; gran parte di questi fu posto nelle latomie, tra le quali la più famosa risulta essere quella dei Cappuccini, dove molti perirono dalla fatica e dalle insostenibili condizioni di lavoro[8]. Con questa sconfitta, la spedizione si sfaldò e i comandanti ateniesi Nicia e Demostene furono giustiziati[9].
L'identificazione dell'Akraion Lepas
[modifica | modifica wikitesto]L'identificazione del luogo esatto della disfatta è finora controverso. Nel tempo si sono succedute varie ipotesi che fanno ipotizzare il luogo in un vallone a ovest di Floridia, probabilmente il Vallone Cavadonna nei pressi dei tornanti della SR 15.[10] Tuttavia l'ipotesi viene considerata poco credibile in quanto il punto risulta essere stretto per un gran numero di uomini e fin troppo pericoloso da attraversare, proprio per la facilità con cui si possono avere delle imboscate.[11]
È stata proposta anche la Sella di Filiporto a Pantalica, che darebbe maggior credito al fatto che il toponimo richiama ad Akrai, ben più vicina rispetto alla precedente ipotesi.[11] In realtà i luoghi di riferimento possibile sono molti di più, ma senza tuttavia grandi certezze, dato che il racconto di Tucidide non chiarisce l'ubicazione.[12]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c Diodoro Siculo, XIII, 19.
- ^ Tucidide, VII, 47.
- ^ Tucidide, VII, 75.
- ^ Tucidide, VII, 82.
- ^ Tucidide, VII, 83.
- ^ Plutarco, Nicia, 27.
- ^ a b Tucidide, VII, 84.
- ^ a b Tucidide, VII, 87.
- ^ Plutarco, Nicia, 29.
- ^ Google Maps, su Google Maps. URL consultato il 30 ottobre 2017.
- ^ a b Dario Palermo, Akraion Lepas. URL consultato il 30 ottobre 2017.
- ^ Antonio Randazzo, 13-ritirata degli ateniesi - Assedio ateniese di Siracusa, su antoniorandazzo.it. URL consultato il 30 ottobre 2017 (archiviato dall'url originale il 7 novembre 2017).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Tucidide, Guerra del Peloponneso. (qui)
- Plutarco, Vite parallele. (qui)
- Diodoro Siculo, Bibliotheca historica. (qui)
- Margherita Nicosia Margani, Alcune questioni relative alla battaglia dell’Asinaro (413 a. C.), in Rivista di Filologia e di Istruzione classica, Torino, 1930, p. 180-201...
Voci correlate
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