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Bahdinan
Il principato di Bahdinan[1][2] o Badinan[3] fu uno dei principati curdi più potenti e duraturi. Venne fondato da Baha-al-Din originario dell'area di Şemzînan ad Hakkari tra il XIII o il XIV secolo d.C. La capitale di questo emirato fu per molto tempo Amadiya. I sovrani di Bahdinan governarono l'emirato sin dal califfato abbaside,[4] una delle prime dinastie nella storia islamica.
Era centrato nella città di Amadiya (o Amêdî) nell'attuale provincia di Dahuk nel Kurdistan iracheno. Secondo Evliya Çelebi il principato era diviso nei seguenti distretti:
Aqra, Zakho, Shikhoyi, Duhok, Zibari e Muzuri.[5]
I distretti erano unità autonome sotto i propri governanti nominati dal khan di Amadiya. Vi erano inoltre capi tribali con posizioni ufficiliazzate (ad esempio, ai capi delle tribù Sindi e Silvane era richiesto della convalida dal sovrano di Zakho).[5]
Il principato raggiunse il suo apice durante il regno di Bahram Pasha il Grande (1726-1767).[6]
Minacciati dagli sforzi espansionistici e accentratori degli imperi ottomano e safavide, i principi di Bahdinan furono trascinati in scontri prolungati con queste due potenze rivali. I governanti di Bahdinan, Esmail Pasha e Mohammad Said Pasha[7] furono deposti dall'emiro del vicino principato di Soran nel 1831.[8] Tuttavia, il loro dominio fu ripristinato dopo che gli ottomani sconfissero Soran nel 1836.[9] Sebbene l'influenza di Soran durò solo pochi anni, il principato di Bahdinan non si riprese mai del tutto. Perseguendo una politica di centralizzazione, gli ottomani rovesciarono il principato di Bahdinan nel 1843[9] (o 1838) e lo incorporarono nell'Eyalet di Mosul.[10]
La biblioteca antica più famosa della regione, nella scuola Qubehan ad Amadiya, fu distrutta dalle truppe britanniche nel tentativo di reprimere una rivolta nella regione nel 1919, sebbene circa 400 manoscritti furono salvati e alla fine trovarono la loro strada nella collezione del Museo dell'Iraq.[11]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Giacomo E. Carretto, Dalla Mesopotamia all'Iraq, Editoriale Jaca Book, 1991, p. 104, ISBN 978-88-16-42002-1. URL consultato il 31 gennaio 2023.
- ^ (EN) Michael Eppel, A People Without a State: The Kurds from the Rise of Islam to the Dawn of Nationalism, University of Texas Press, 13 settembre 2016, p. 34, ISBN 978-1-4773-0913-1. URL consultato il 31 gennaio 2023.
- ^ Giuseppe Campanile, Storia della regione del Kurdistan e delle sette di religione ivi esistenti del p.m. Giuseppe Campanile professore in sacra teologia, prefetto delle missioni della Mesopotamia, e Kurdistan, .., dalla stamperia de' fratelli Fernandes. Strada Tribunali, N.° 287, 1818, p. 22. URL consultato il 31 gennaio 2023.
- ^ (EN) Sabri Ates, The End of Kurdish Autonomy: The Destruction of the Kurdish Emirates in the Ottoman Empire, Cambridge University Press, 2021, p. 76, ISBN 978-1-108-47335-4. URL consultato il 31 gennaio 2023.
- ^ a b Martin van Bruinessen, Kurdistan in the 16th and 17th centuries, as reflected in Evliya Çelebi's Seyahatname, in The Journal of Kurdish Studies 3 (2000), 1-11, 1º gennaio 2000. URL consultato il 31 gennaio 2023.
- ^ (EN) Hamma Mirwaisi, The History of White People: Caucasus - America, Hamma Mirwaisi, 22 febbraio 2020, p. 320. URL consultato il 31 gennaio 2023.
- ^ (EN) Wadie Jwaideh, The Kurdish National Movement: Its Origins and Development, Syracuse University Press, 19 giugno 2006, p. 61, ISBN 978-0-8156-3093-7. URL consultato il 31 gennaio 2023.
- ^ (EN) Sabri Ateş, Ottoman-Iranian Borderlands: Making a Boundary, 1843-1914, Cambridge University Press, 21 ottobre 2013, p. 67, ISBN 978-1-107-03365-8. URL consultato il 31 gennaio 2023.
- ^ a b (EN) Michael M. Gunter, Routledge Handbook on the Kurds, Routledge, 6 agosto 2018, ISBN 978-1-317-23798-3. URL consultato il 31 gennaio 2023.
- ^ (EN) Hirmis Aboona, Assyrians, Kurds, and Ottomans: Intercommunal Relations on the Periphery of the Ottoman Empire, Cambria Press, 2008, p. 195, ISBN 978-1-60497-583-3. URL consultato il 31 gennaio 2023.
- ^ Faraj, S.S. Libraries and Librarianship in Iraqi Kurdistan. In: Libraries in the Early 21st Century: An International Perspective, edited by R.N. Sharma, vol.2, 297-311. 2012. Berlin: de Gruyter Saur.
Voci correlate
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