Indice
Badia di San Salvatore di Sesto
L'Abbazia San Salvatore di Sesto, anche detta brevemente Badia di Sesto, era un complesso di edifici composto almeno da un monastero di frati Benedettini e da una chiesa, con annesso un imponente campanile quadrangolare, turrito, situato tra l'abitato di Castelvecchio di Compito e l'antico Lago di Bientina, quest'ultimo scomparso dal secolo XIX. Attualmente rimane solo parte del campanile inglobato nel muro settentrionale della Villa Ravano-Cambiaso-Della Gherardesca, oggi Gabin, edificata nel secolo XIX sulle rovine della Badia. Una folta vegetazione ricopre da anni tutta la facciata settentrionale della Villa Gabin, in cui è posto il campanile (n. 294 della mappa sotto riportata).
Geografia
[modifica | modifica wikitesto]La Badia era posta tra i rilevi del Monte Pisano, che arrivano a Castelvecchio di Compito e l'antico lago di Sesto. Tale posizione strategica, nella frazione di Castelvecchio di Compito (Capannori), le consentiva di controllare i traffici tra la piana di Lucca ed il bacino dell'Arno, sia quelli terrestri, che correvano lungo la via Di Tiglio, sia quelli fluviali che passavano per il lago.[1] L'area è quasi un promontorio, che sporge nell'alveo dell'antico lago di Sesto verso Oriente, in direzione dell'Isola del Lago e di Orentano, che sorgeva sulla riva opposta. A nord persiste ancora l'ultimo residuo del Lago di Sesto, il lago della Gherardesca, mentre a sud-est si estende l'Area naturale protetta di interesse locale Il Bottaccio.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Storia antica
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1954, nel parco annesso alla Badia, emerse una epigrafe latina risalente al I secolo d.C.[2] da cui si evince la probabile datazione del primo insediamento. Come afferma lo stesso Ciampoltrini, che riferisce la figura in rilievo di una barca sulla iscrizione: "È dunque possibile che la figurazione della barca rammenti le attività di fabri navales", il defunto avrebbe potuto appartenere ad una famiglia impegnata nella costruzione probabilmente di barche, attività che si sarebbe potuta svolgere sulle rive dell'Auser, come lo stesso Ciampoltrini illustra in uno studio sulla pesca e sulla navigazione fluviale lungo l'Auser.[3] Peraltro l'archeologo, in un altro studio, attribuisce alla figura della barca un probabile significato simbolico.[4] Attualmente l'epigrafe, la cosiddetta "stele dei Laronii", è conservata presso il Museo Athena di Capannori (Tassignano).[5]
Alto Medioevo
[modifica | modifica wikitesto]Viene accennata da Kurze la possibilità che il re longobardo Cuniperto durante il suo regno (688-700) abbia fondato il Monastero di Sesto.[6]
Il documento più antico, che si riferisca al Monastero di San Salvatore in Sesto, è datato 754 ed è riportato da Schiaparelli nel Codice Diplomatico Longobardo.[7] Altro antico documento risale al 796, quando nella Lucchesia regnava Carlo Magno, re dei Franchi.[8] Il contratto tra il Presbitero Amico e Domenico di Liutperto testimonia che Sesto all'epoca era un vero e proprio centro abitato, dove si trovava il Monastero di San Salvatore e la casa con l'oliveto, oggetti questi della transazione. Se ne deduce che il monastero sia stato fondato in epoca anteriore.
Nel 937 la Badia fu concessa in dote dal re Ugo ad Adelaide, sposa di suo figlio Lotario.[9]
Venne ricostruita dalla madre Willa del marchese Ugo di Toscana nel 996.[10]
Ottenne vari riconoscimenti imperiali, cioè diplomi e privilegi da parte di:[9]
- Ottone III il 21 luglio 986, che le conferiva ampi poteri giurisdizionali;
- Enrico II il 25 aprile 1020;[11]
- Corrado II il 6 aprile 1027, con cui i monaci potevano eleggere il proprio Abate;
- Enrico III il 4 luglio 1053.
Essi ampliarono e confermarono un vasto patrimonio territoriale, esteso soprattutto nel Compitese, ma che arrivò fino a Volterra ed oltre l'Appennino, nel Parmense, anche in Corsica, svincolandola dal potere marchionale.
Con la bolla di Sergio IV del 2 dicembre 1010 il monastero ottenne l’immediata sottomissione alla Santa Sede e l'indipendenza assoluta dalla gerarchia ecclesiastica locale.[9]
Basso Medioevo
[modifica | modifica wikitesto]Alessandro II, ovvero il vescovo di Lucca Anselmo I, con una bolla papale datata 7 marzo 1068,[12][13] in cui interviene il futuro papa Gregorio VII, allora arcidiacono della Santa Sede Ildebrando, conferma all'abate Benedetto ed ai suoi successori il monastero ed i beni posseduti, che vengono elencati, e la facoltà di consacrare ed ordinare clerici e di poter seppellire i defunti.[14]
Nell'XI secolo l'abbazia nel giro di pochi anni munì di fortificazioni quattro luoghi situati nelle sue vicinanze, realizzando così il castello di Compito (a Pieve di Compito), Castelvecchio e Castro Novo de Sesto (a Colle di Compito) e un altro castello sull'isola del lago di Sesto.[15]
Con lo scoppio delle guerre tra Lucca e Pisa, che seguirono i diplomi imperiali concessi a Lucca e a Pisa da Enrico IV nel 1081, l'abbazia vide occupato e devastato gran parte del suo territorio.
Per riformarlo papa Pasquale II affidò il monastero sestense, che aveva già perso gran parte dei propri beni, ai Camaldolesi prima del 1118. Fallito questo tentativo, nel giugno 1134 Innocenzo II [16] sottopose la Badia di Sesto all'abate dell'abbazia di San Benedetto in Polirone, Enrico, affinché lo riportasse alla regola monastica, consegnandola come proprietà di cui poteva disporre liberamente.[17]
Nel 1379 si verifica il ritorno del monastero al potere pontificio: dopo l'abate Pietro, che venne nominato dai padri di Polirone, il papa elesse Anselmo da Gubbio come abate della Badia.
Le Croniche di Giovanni Sercambi propongono una rappresentazione della Badia di Sesto,[18] allorché l'11 aprile 1397 i pisani "combateono chastelvecchio di compoto e quello presero e affossorlo". Nell'immagine si nota una chiesa ad una navata, di fianco ad un campanile turrito e con merlatura sporgente, sulle rive del lago di Sesto. A seguito dell'incursione pisana gli abitanti di Castelvecchio si ritirarono nel campanile turrito della badia, con l'abate. I rifugiati dovettero abbandonare la rocca scendendo per le corde delle campane, perché i pisani avevano provveduto a bruciare la porta del campanile. Furono risparmiati dai vincitori.[19] Una nuova distruzione di Castelvecchio e della Badia avvenne il 14 aprile 1397, "come li homini di pisa arsero tucto chastelvecchio di compoto e partirsi".[20]
Il 22 gennaio 1403 Bonifacio IX consegnò la Badia ad un monaco diciassettenne,[21] Giovanni, figlio Nicolai Nerii, perché l'abate del tempo, Anselmo, era finito in carcere a Lucca. Nell'Estimo Guinigiano del 1411-1413 vengono ancora censiti i suoi possedimenti nel Piviere di Compito e sul lago di Sesto. Nel 1412 una porzione del lago venne riconosciuta alla comunità di Castelvecchio, una parte alla comunità di Colle di Compito e a quella di Palaiuola, mentre la Abbazia di Sesto rimase proprietaria di 3500 coltre.[22] Dal 1444-1445 il complesso religioso rimase nelle mani della famiglia Bernardi di Lucca per circa 40 anni. Nel 1483 papa Sisto IV affidò la badia a Giorgio, del fu Galeotto, Franciotti di Lucca, segretario del cardinale di Pavia fino al 1511, anno della sua morte, dopo subentrò il chierico Bartolomeo Arnolfini. Nel 1513 venne annessa al cenobio dei Santi Ponziano e Bartolomeo di Lucca.[17]
Età moderna e contemporanea
[modifica | modifica wikitesto]Il cartografo Giuseppe Natalini illustra una mappa del 1659, conservata presso l'Archivio di Stato di Lucca con un complesso edilizio adagiato sulle sponde del Lago di Bientina, denominato "Case e Chiesa alla Badia", in cui si erge un campanile con caratteristica merlatura sporgente ed una chiesa ad una navata.[23][24] Invece sono i cartografi Antonio Capretti e Domenico Merli che su un'altra grande mappa del Lago di Sesto raffigurano nel 1795 una "Villa detta Badia", che rappresenta forse il solo edificio superstite dell'abbazia di Sesto.[25]
Nel XIX secolo venne edificata sulle rovine del complesso religioso la Villa Della Gherardesca, che ha contato come proprietari varie altre famiglie importanti come i Ravano, i Cambiaso ed i Poschi. Attualmente si può ammirare soltanto una serie di edifici per lo più in completo abbandono, coperti da un manto di siepi, non lontano dal Lago della Gherardesca. Dell'antica Badia rimane visibile sul lato nord solo parte della torrre campanaria.[26] Gli attuali proprietari, i signori Gabin, detengono una azienda agricola nei terreni circostanti.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Giuseppe Caciagli, La Badia di San Salvatore del lago di Sesto, Bandecchi & Vivaldi, 1984, p. 9.
- ^ Giulio Ciampoltrini, Amici antichi e recenti: epigrafia latina nel territorio di Capannori (amore e morte, fatiche e successi), su segnidellauser.blogspot.com. URL consultato il 2 dicembre 2023.
- ^ "Pesca e navigazione fluviale lungo l'Auser/Serchio in età romana. I materiali dalla Piana di Lucca" In Atti del II Convegno Nazionale di Archeologia Subacquea, Bari 2003, pp. 209-224, su academia.edu.
- ^ Giulio Ciampoltrini, Giulio Ciampoltrini, Prosopographia Lucensis. Un contributo per la storia della società lucchese fra I e II secolo dC., in Actum Luce, 17, 1988.
- ^ Guido Casotti, Al Museo Athena apre una nuova sezione dedicata all’epigrafia, in Noi TV, 7 luglio 1917 (visualizzato il 4 dicembre 2023)
- ^ Kurze, La Tuscia e Liutprando, a cura di Marco Carrara, Lucca " Caput Tusciae Longobardorum" 569-774, 2008, p. 115.
- ^ Luigi Schieparelli, Codice Diplomatico Longobardo,, in Fonti per la Storia di Italia, Istituto Storico Italiano,, vol. 351, Roma, 1929.«"Monastero Domini et Salvatoris di Sesto", riportato da Graziano Concioni in Monasteri, chiese, ospedali e romitori del piviere di Compito ( secc. VIII-XIII)»
- ^ Abate Domenico Barsocchini Memorie e documenti per servire alla storia di Lucca, Tomo V parte II, documento n. CCLIV, pag.148, 1837, Lucca
- ^ a b c Alberto Maria Onori, L'Abbazia di San Salvatore di Sesto ed il Lago di Bientina. Una Signoria Ecclesiastica 1250/1300, Salimbeni, 1984, pp. 14 e seguenti.
- ^ W. Kurze, Monasteri e nobiltà nella Tuscia altomedievale, in Monasteri e nobiltà nel senese e nella Toscana Medievale. Studi diplomatici, archeologici, genealogici, giuridici e sociali, Siena, 1989.
- ^ Imperatore Enrico II di Franconia, 425, su MGH DD H II.
- ^ Bolla di Alessandro II, conservata in copia presso l'A.S.Milano. Come da Archivio Pescaglini.
- ^ Pflugk-Harttung, Acta Pontificum Romanorum Inedita, II, n. 139 p. 104, su books.googleusercontent.com.
- ^ Raffaele Savigni, Episcopato e società cittadina a Lucca da Anselmo II a Roberto, Lucca, 1996, p. 247.
- ^ J.A.Quiròs Castillo, El incastellamento en el territorio de la ciudad de Luca (PDF), 1999, 3.1.2.Los castillos del singlo XI.
- ^ Kehr, IP, III, p.460 n.16, 9 giugno 1134
- ^ a b Le dipendenze polironiane in diocesi di Lucca (PDF), in L’Italia nel quadro della espansione europea del monachesimo cluniacense, Atti del Convegno internazionale di storia medioevale (Pescia, 26-28 novembre 1981). URL consultato il 14 gennaio 2024.
- ^ Giovanni Sercambi, CHOME LE GENTI DI PISA COMBATEONO CHASTELVECCHIO DI COMPOTO E QUELLO PRESERO E RUBÓRONO E AFFORSÓLLO ., su Salvatore Bongi (a cura di), play.google.com, I, 1892, p. 371.
- ^ Giovanni Sercambi, COME LE GENTI DI PISA COMBATEONO LO CANPANILE DELLA BADIA DI SEXTO E QELLO EBBERO ., su Salvatore Bongi (a cura di), play.google.com, p. 372.
- ^ Giovanni Sercambi, Le croniche di Giovanni Sercambi, Lucchese, Tipografia Giusti, 1892, p. 380. URL consultato il 19 marzo 2024.
- ^ 22-01-1403 – S.PONZIANO (pergamena), su easlu.beniculturali.it, Archivio di Stato di Lucca, 20 ottobre 1999. URL consultato il 23 ottobre 2024.
- ^ Salvatore Bongi, 03 Disegno del lago di Sesto, fondo Offizio sopra i paduli di Sesto, vol.58 (Inventario del R. Archivio di Stato in Lucca), su archiviodigitale.icar.beniculturali.it, Archivio di Stato di Lucca. URL consultato il 4 dicembre 2023.
- ^ Beni compresi tra la chiesa e casa della Badia e il lago di Bientina, su www502.regione.toscana.it.
- ^ Natalini Giuseppe, Beni compresi tra la chiesa e casa della Badia e il lago di Bientina, in Terrilogio della linea rossa, Archivio di Stato di Lucca, fondo dell'Offizio sopra i paduli di sesto, 48 unità archivistica, 1659.
- ^ Antonio Capretti e Domenico Merli, 03 Mappa del lago di Sesto con l'indicazione dei luoghi adiacenti, in Archivio di Stato di Lucca, Offizio sopra i Paduli di Sesto n. 46 Mappe varie. 1795
- ^ Frilli Marco, Gruppo Archeologico Capannorese, 1998, Capannori itinerari archeologici II. pag.18-19