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Ardiglione
Il termine ardiglione (ma l'antica forma dardiglione è tuttora in uso, soprattutto nell'industria orologiaia) deriverebbe dal provenzale dardillon, diminutivo del francese dard ("dardo", "punta di freccia"), con il significato quindi di "piccolo dardo", "piccolo puntale".[1]
Originariamente esso indicava la "punta, ch'è nella fibbia" o, più precisamente: nella fibbia "è infilzata una punta detta ardiglione, la quale si fa passare in un foro della cintura, che è termine, dove altri vuol fermarla".[2] Il suo significato moderno non è sostanzialmente mutato da allora: si tratta del perno o stanghetta mobile - più o meno appuntita, piatta o inarcata, singola o doppia, in genere metallica - che serve a impedire lo scorrimento della cintura nella staffa della fibbia: incernierata su un lato della fibbia, viene inserita in uno dei fori della cintura e permette di bloccarla andando ad appoggiarsi sul lato opposto della fibbia.
L'impiego dell'ardiglione è quindi legato a quello delle fibbie e, temporalmente, è documentato fin dall'antichità nei numerosi pezzi di oreficeria, anche finemente decorati, pervenutici. Analogamente il suo settore di utilizzo, oltre che come chiusura per numerosi gioielli (cinture e cinturini, bracciali e collane), spazia dall'abbigliamento (calzature comprese) ai suoi numerosi accessori (borse, cappelli, ghette, nastri, tascapani, valigie), perdendo talora la sua funzione di utilità pratica per assumere solo quella decorativa; in tal caso, spesso dell'ardiglione si perde ogni traccia e rimane esclusivamente la fibbia (molto più appariscente).
Negli ami da pesca
[modifica | modifica wikitesto]L'ardiglione è una contropunta presente negli ami da pesca che impedisce lo sfilamento dell'amo dalla bocca dell'animale pescato. La presenza dell'ardiglione è consentita solo nei tipi di pesca che prevedono l'uccisione del pesce; qualora la pesca implichi la liberazione obbligatoria dell'animale (pesca "no kill"), il pescatore deve dotare le sue lenze di ami sprovvisti di ardiglione per minimizzare le ferite dell'animale e il tempo della sua manipolazione ed esposizione all'aria durante la slamatura.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Così Gilles Ménage nel suo Dictionaire etymologique ou Origines de la langue françoise, Parigi, Anisson, 1694, pp. 45 e 58 (consultabile su Google libri.), ripreso anche dal Vocabolario etimologico della lingua italiana di Ottorino Pianigiani (consultabile nella sua versione on line.).
- ^ Entrambe la citazioni sono tratte dalla 1ª edizione del Vocabolario degli accademici della Crusca (1612), consultabile sul sito dedicato (archiviato dall'url originale il 15 aprile 2013).