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Amefurikozō
L'Amefurikozō (雨降り小僧? lett. "Bambino della pioggia") è uno spirito del folclore giapponese illustrato da Toriyama Sekien nel suo libro Konjaku Gazu Zoku Hyakki.
Nella letteratura
[modifica | modifica wikitesto]Letteratura classica
[modifica | modifica wikitesto]Nel "Konjaku Gazu Zoku Hyakki," porta un ombrello giapponese ed una lanterna di carta. Nel testo di spiegazione è scritto che "parlando del dio della pioggia Ushi, c'è l'amefurikozō, che lavora al suo jidō (雨のかみを雨師(ushi)といふ 雨ふり小僧といへるものは めしつかはるる侍童(jidō)にや?)," dicendo che essi sono i jidō (bambini impiegati dalla nobiltà) del dio cinese della pioggia Ushi.[1]
Poiché Ushi (雨師) è un titolo onorifico della nobiltà (大人, "ushi"), e dato che jidō (侍童) può essere inteso come jidō (児童) che significa "bambino," si può interpretare che questo yōkai sia un gioco di parole per indicare "un bambino impiegato da un adulto".[1]
Nel libro kibyōshi del periodo Edo, proprio come il personaggio tōfu-kozō, essi appaiono come degli yōkai che svolgono il ruolo di servitori.[2] Nel kibyōshi "Gozonji no Bakemono (御存之化物?)" di Jihinari Sakuragawa ed illustrato da Utagawa Toyokuni nel (1792), quando un uomo cammina in una notte piovosa, un amefurikozō con un occhio solo che indossa un kasa di bambù e che stringe qualcosa in entrambe le mani. Poiché essi appaiono nelle notti piovose, e dato che possiedono qualcosa in ambedue le mani, possono essere confusi con i tōfu-kozō che appare anch'esso durante le notti piovose con in mano un tōfu.[3]
Letteratura moderna
[modifica | modifica wikitesto]Per la letteratura sugli yōkai pubblicata dopo il periodo Shōwa e durante l'attuale periodo Heisei, ci sono delle teorie secondo cui se gli si rubasse l'ombrello e lo si indossasse, non si potrebbe più toglierlo,[4] o che egli si diverta a bagnare le persone ed a vederle turbate.[5] Secondo le spiegazioni di Mizuki Shigeru Road, a Sakaiminato, nella prefettura di Tottori, l'amefurikozō avrebbe il ruolo di regolare la pioggia, qualcosa che è fortemente legata alla vita e al lavoro di ciascuno.[6]
Nella parte intitolata "Amefurikozō" del saggio di Norio Yamada "Tōhoku Kaidan no Tabi", c'è una storia in cui, nel distretto di Kamihei nella prefettura di Iwate, una volpe chiese ad un amefurikozō se poteva far cadere la pioggia, perché ci doveva essere un matrimonio di volpi, e quando l'amefurikozō mosse la lanterna di carta la pioggia cominciò improvvisamente a cadere, ed il matrimonio di volpi poté svolgersi.[7]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b (JA) 多田克己, 絵解き 画図百鬼夜行の妖怪, in 季刊 怪, カドカワムック, 第伍号, 角川書店, 1999, pp. 300–301頁, ISBN 978-4-04-883575-6.
- ^ (JA) 飯島吉晴, 豆腐小僧の周辺 小さ子神の系譜, in 怪, カドカワムック, vol.0032, 角川書店, 2011, pp. 167頁, ISBN 978-4-04-885094-0.
- ^ (JA) 延広真治編, 江戸の文事, ぺりかん社, 2000, pp. 177–178頁, ISBN 978-4-8315-0937-6.
- ^ 少年社・中村友紀夫・武田えり子編, 妖怪の本 異界の闇に蠢く百鬼夜行の伝説, 学習研究社, 1999, p. 108頁, ISBN 978-4-05-602048-9.
- ^ (JA) 草野巧・戸部民夫, 日本妖怪博物館, 新紀元社, 1994, pp. 155頁, ISBN 978-4-88317-240-5.
- ^ (JA) 雨降り小僧(あめふりこぞう), 境港市. URL consultato il 2011年5月17日 (archiviato dall'url originale il 27 maggio 2011).
- ^ 山田野理夫, 東北怪談の旅, 自由国民社, 1974, pp. 178頁.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Shigeru Mizuki, Yōkai, Dizionario dei mostri giapponesi, traduzione di Satoko Fujimoto, Patrick Honnoré, Volume 1 A-K, Pika Édition, 2008, ISBN 978-2-84599-812-4.