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Discussione:Piero Pisenti
Piero Pisenti, dal 1915 al 1919, fece sì parte della maggioranza che amministrava la città di Pordenone, essendone pure assessore. Ma la maggioranza non era conservatrice, ma democratico-radicale: divisa sulla questione della guerra dai socialisti, molte erano però da sempre le relazioni positive fra i due partiti.
Non solo: altre notizie sono imprecise: il partito fondato nel 1920 si chiamava non "Unione", ma "Partito del Lavoro"; si fa confusione fra incarichi di partito ed altri incarichi, addirittura più importanti, come quello di Prefetto di Udine, ed autore dell'unificazione fra le due province di Udine e Gorizia nella "Provincia del Friuli" dal 1923 al 1927.
Compressivamente, la voce va vigorosamente ripresa in mano, utilizzando i non pochi testi esistenti in materia.
Gian Luigi Bettoli
Pisenti non rifiutò le domande di grazia al "processo di Verona", (al contrario, quando il segretario del partito voleva portargliele, Pisenti disse che le avrebbe di sicuro portate al Capo del Governo, da qui il rifiuto di Pavolini di concedergliele), lasciando che fosse il partito a definire la questione, siccome era stato proprio il PFR, con Pavolini, a volere la morte dei condannati. --Flaviorovere 15:24, 4 mar 2008 (CET)
Confermando quanto sopra: da Indro Montanelli La Storia d'Italia (capitolo: il processo) "a quel punto accadde un imprevisto che parve agli accusati un colpo di fortuna. Un infarto uccise Trignali Casanova, e il suo posto come ministro fu preso da Piero Pisenti che era un serio e ragionevole uomo di legge. Questi diede un'occhiata ai fascicoli e vide subito che l'accusa non reggeva, Chiese audienza a Mussolini e si trattenne con lui due ore..." si legge pure che il Pisenti "disse chiaro e tondo che avrebbe portato la domanda a Mussolini. Pavolini insorse...Cosí con procedura contorta e dopo un misero giuoco di scaricabarile fu sottoscritto il documento che stabiliva di non inoltrare la domamnda di grazia..." Marco de Vito
Processo di Bergamo
[modifica wikitesto]Il pisenti non é stato condannato ad un anno, ma assolto com formula piena con diritto ad ovazione alla lettura della sentenza.
Al termine della Seconda guerra mondiale fu arrestato il 21 giugno 1945 e grazie all'Intervento di Fermo Solari poté evitare alla disposta fucilazione che i partigiani avevano programmato (replica all'Avv. Pisenti di B Signorelli in la "Libertá 21/9/1946".Dopo un anno di carcere preventivo, processato per "collaborazionismo", Pisenti sarà assolto dalla Corte d'Assise Speciale di Bergamo con formula piena (per non aver commesso il fatto). Poi, nel 1947 la sentenza di assoluzione troverà conferma dalla Corte di Cassazione" (Fonte: Mario Meneghini"Piero Pisenti" pagina 19(edizioni Nuovo Fronte). Tra il público quando fu pronunciata la sentenza scaturí l'inrrefrenabile ovazione nell'aula del tribunale di Bergamo (B. Sigrorelli idem).Assolto, tornò a Pordenone esercitando l'attività forense e dove è morto nel 1980.
Marco de Vito