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L’Abbazia di Santa Maria alla Croce, più comunemente conosciuta come Badia di Tiglieto, è un luogo di culto cristiano cattolico situato all'interno del Comune di Tiglieto, in Liguria. Risale al XII secolo ed ha ospitato la prima comunità di monaci cistercensi al di fuori della Francia. Il sito storico è famoso per il suggestivo paesaggio che lo circonda: il Parco Regionale del Beigua, riconosciuto dall’UNESCO come Global Geopark. L'abbazia è ora proprietà della famiglia Salvago Raggi e gestita dall'associazione "Amici della Badia”.[1]

La costruzione

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L'abbazia fu fondata il 18 Ottobre del 1120 da una comunità di monaci provenienti dalla località francese di La Fertè, dando così origine alla prima comunità cistercense in Italia. Non si è conservata una carta di fondazione indicante data e fondatore, ma sappiamo quasi per certo che la data è questa grazie a documenti scritti nel periodo seguente, dai quali possiamo dedurre anche i nomi dei principali fondatori e finanziatori, come quello di Anselmo del Bosco. [2] La provenienza dei monaci fondatori può essere considerata una delle ragioni per cui lo stile architettonico della struttura si avvicina molto a quello francese. L'edificio principale fu costruito dove tempo prima sorgeva il monastero benedettino di San Colombano. L'abbazia fu ufficialmente riconosciuta nel 1132 da Papa Innocenzo II. [3]

I cistercensi

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I monaci cistercensi provenienti dall'abbazia di La Fertè furono guidati dall'abate Pietro, il quale fondò e condusse la Badia di Tiglieto. [3] Il richiamo a Maria e alla croce del nome dell’abbazia si collega direttamente con alcuni dei principali elementi dell’ordine cistercense, che fu fondato, costruendo il primo monastero, nel 1098 in Francia, a Citeaux, dal quale deriva il nome dell’ordine. I monaci cistercensi, detti anche “monaci bianchi” per il loro abito bianco, basano il proprio stile di vita sull'allontanamento dal mondo, sul lavoro manuale, sulla preghiera e sulla spiritualità, contraddistinguendosi da molte altre abbazie che spesso, all'epoca, decadevano in corruzione. Lo stile di vita segue in modo molto severo la Regola di San Benedetto. Il movimento monastico fu riconosciuto e approvato da Papa Callisto III nel 1119, con la condizione che tutte le comunità cistercensi dovessero essere economicamente autosufficienti.[2] Tra le varie occupazioni dei monaci durante il loro soggiorno in val d'Orba la più conosciuta è l'agricoltura. Sfruttando il terreno fertile e ricco di risorse della valle, la comunità religiosa iniziò la produzione di vari prodotti alimentari o generalmente provenienti dalle loro coltivazioni. I monaci si impegnarono molto anche nella bonificazione dei boschi della zona e crearono un'agricoltura forestale. Infatti, in un documento risalente al 1127, Guido il marchese di Gavi cede il bosco di Rovereto (probabilmente vicino ad Alessandria) ai monaci.[2]

Epoche e contesti esterni

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Il terreno sul quale l'abbazia fu fondata venne donato dalla famiglia dei Obertenghi e altre famiglie possidenti grandi terreni nella zona. Nel corso degli anni la Badia venne rovinata da conflitti di interessi da parte di persone che volevano impossessarsi dei terreni resi fertili dal duro lavoro dei monaci. Nel 1635 la Badia fu affidata al cardinale Lorenzo Raggi in enfiteusi perpetua (gli vengono dati sulla proprietà gli stessi diritti del proprietario). Durante la permanenza della famiglia Raggi la Badia venne sottoposta a grandi trasformazioni, tra cui lo spostamento del convento al piano superiore e la sua trasformazione in abitazione, la sostituzione della copertura a capriate di legno con una volta a botte e le volte a crociera per le navate laterali. Durante questo periodo nell'abbazia soggiornò San Bernardo e si combattè una importante battaglia tra genovesi e austriaci. La famiglia dei Raggi intervenne anche in tutta l’area circostante, una delle azioni più importanti fu la deviazione del corso del fiume Orba, con l'obiettivo di fermare i continui allagamenti della piana. Anche la ricostruzione del ponte romanico realizzato in serpentino, il quale oggi viene considerato monumento dalla vista suggestiva, viene attribuita alla famiglia. Le ultime operazioni di restauro, terminate nel settembre 2016, comportarono la sistemazione e la ricomposizione del chiostro e degli affacci che lo caratterizzano e la rifinitura delle precedenti azioni di restauro.[3]

Decorazioni interne

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Due delle sale più suggestive del complesso sono le sale Armarium e Capitolare, il soffitto delle quali è sostenuto da imponenti colonne caratterizzate da capitelli ottagonali. La maggior parte degli arredi interni è stata spostata alla nuova parrocchia nella località Casavecchia, tra cui i due antichi confessionali in legno, due acquasantiere a forma di conchiglia sorrette da una testa d’angelo e la croce trilobata, che ora si trova a lato dell’altare maggiore, la quale riporta un giglio di Firenze, che fa pensare che possa essere un dono ai marchesi Raggi da parte della famiglia dei Medici.[3]

Struttura esterna e dintorni

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L’abbazia, formata da chiesa e convento, è circondata dal paesaggio suggestivo della val d’Orba, che vede molti Platani e Cedri secolari nel proprio territorio. La struttura originale risalente al medioevo è stata completamente stravolta. Quella che un tempo era l’entrata principale della chiesa ora è posta sul lato di ponente della struttura, circondata da un muro di mattoni. L’attuale ingresso si trova sul lato di levante, è composto da una porta con stipiti e arco in conci di pietra bianca e nera, probabilmente provenienti da Genova. Nonostante i vari rinnovamenti ai quali la Badia è stata sottoposta, è ancora possibile scorgere vari simboli. Nelle chiavi di volta, per esempio, spicca il Nodo di Salomone.[4] Non lontano dalla Badia sorge il famoso ponte a 5 arcate che attraversa il fiume Orba. A un estremo del ponte si trova un vecchio rovere, chiamato quercia di Napoleone, che è stato dichiarato albero monumentale dal Corpo Forestale dello Stato.[5] Il nome deriva dall'incisione che forma la lettera N sulla corteccia, prova del fatto che il condottiero francese Napoleone I passò su quel ponte e lasciò il marchio.

Il Parco Naturale

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Nei vicini dintorni dell’abbazia, si trova un itinerario escursionistico ad anello, ideale per escursionisti e biker. Il percorso si estende sulla piana antistante all’ abbazia e ripercorre la fitta rete di sentieri e mulattiere create, in parte, dai monaci. Lungo il percorso è possibile osservare boschi di conifere, radure e castagneti da frutto. Più avanti si passeggia sulle sponde del fiume Orba e se ne possono osservare le suggestive gole da punti rialzati. Il percorso termina con la quercia di Napoleone.[6]

Il parco, inoltre, ospita numerose specie di flora e fauna, che ne alzano il valore a livello di biodiversità. La posizione geografica insolita del parco (sul mare ma con alti rilievi) favorisce la formazione di un clima con frequenti cambiamenti improvvisi e differenze tra territori vicini.[5]

  1. ^ (IT) Badia Di Tiglieto - Ultimati Lavori di Restauro, su liguriaoggi.it, 9 Settembre 2016. URL consultato il 22 Marzo 2018.
  2. ^ a b c [www.associazioneamicibadiaditiglieto.it/index.php/abbazia-storia-e-foto/16-il-monastero-di-santa-maria-e-santa-croce-di-tiglieto-dalle-origini-all-avvento-della-famiglia-raggi Il Monastero di Santa Maria e Santa Croce di Tiglieto dalle origini all'avvento della famiglia Raggi], 16 Ottobre 2016.
  3. ^ a b c d [www.culturainliguria.it/cultura/it/Temi/Luoghivisita/architetture.do;jsessionid=6A69AB53F0433BB450F6284CE402E9C3.node2?contentId=27935&localita=2100&area=209 Badia di Tiglieto], su Sito Ufficiale Della Cultura Della Regione Liguria.
  4. ^ Marisa Uberti, [www.duepassinelmistero.com/Tiglieto.htm Abbazia Cistercense di Tiglieto (GE)].
  5. ^ a b Parco Naturale Regionale del Beigua, su parks.it, 16 Luglio 2011.
  6. ^ Enrico Bottino, [www.mentelocale.it/genova/articoli/59746-genova-tiglieto-badia-tiglieto-itinerario-parco-beigua.htm Badia di Biglietto, Itinerario nel Parco del Beigua].