Indice
-
Inizio
-
1 Antecedenti storici
-
2 Politica e struttura
-
3 Vittime
-
3.1 Madri e bambini
-
3.2 Vittime celebri
-
3.2.1 Le suore [Alice Domon] e [Léonie Duquet]
-
3.2.2 [Azucena Villaflor] e le altre madri
-
3.2.3 [Oscar Smith]
-
3.2.4 [I frati palatini]
-
3.2.5 [La notte delle matite spezzate]
-
3.2.6 [Il martirio di Centeno (Ley de Contrato de Trabajo)]
-
3.2.7 [Elena Holmberg], [Timmerman], [Karakachoff], [Branca], [Walsh], [Oesterheld]
-
3.2.8 [Elisabeth Käsemann]
-
3.2.9 [Dagmar Hagelin]
-
-
3.3 Discussione sul numero delle vittime
-
-
4 Carnefici
-
4.1 Autori di crimini contro l'umanità e genocidio
-
4.1.1 Giunte militari e rispettivi presidenti
-
4.1.2 Zone operative
-
4.1.3 Repressori celebri
-
4.1.3.1 [Alfredo Astiz]
-
4.1.3.2 [Adolfo Scilingo]
-
4.1.3.3 [Carlos Guillermo Suárez Mason]
-
4.1.3.4 [Emilio Eduardo Massera]
-
4.1.3.5 [Luis María Mendía]
-
4.1.3.6 [Miguel Etchecolatz]
-
4.1.3.7 [Jorge Eduardo Acosta]
-
4.1.3.8 [Julio Simón]
-
4.1.3.9 [Ramón Camps]
-
4.1.3.10 [Raúl Guglielminetti]
-
4.1.3.11 [Santiago Omar Riveros]
-
-
4.1.4 Imprese e imprenditori
-
4.1.5 Religiosi della Chiesa Cattolica
-
4.1.6 Funzionari statunitensi
-
-
4.2 Collaborazionisti
-
-
5 Resistenza e opposizione
-
6 Conseguenze
-
6.1 [CONADEP] e [Nunca más]
-
6.2 [Processo alle Giunte Militari]
-
6.3 Sollevazioni militari
-
6.4 Leggi di impunità e indulti
-
6.5 Annullamento delle leggi di impunità e riapertura dei processi
-
6.6 Altri processi
-
6.7 Le marce per i diritti umani
-
6.8 [Gruppo Argentino di Antropologia Forense (EAAF)]
-
6.9 Musei e spazi per la memoria
-
6.10 Autocritica delle forze armate
-
6.11 Il giorno della memoria
-
-
7 Interpretazioni storiche
-
8 Impatto culturale
-
9 Riferimenti, bibliografia, ecc
-
10 [Da infilare da qualche parte]
Utente:Daphoenyx/Sandbox
Con in termine Guerra sporca si fa riferimento a un periodo buio per la storia argentina, e precisamente alla dittatura militare autodenominatasi Processo di Riorganizzazione Nazionale, che ha governato il paese dal 1976 al 1983.
La dittatura si instaurò il 24 marzo 1976, in seguito al colpo di stato del generale Videla (che ha deposto la allora presidentessa Martínez de Perón), e si concluse il 30 ottobre 1983, quando il governo militare, indebolito anche in seguito al fallimento della Guerra delle Falkland, si vide costretto ad indire elezioni democratiche (successivamente vinte da Alfonsín).
La denominazione allude in particolare al regime di violenze indiscriminate, persecuzioni, repressioni illegali, torture sistematiche, sparizioni forzate di persone, manipolazione delle informazioni e terrorismo di stato; si riferisce anche al carattere informale e anomico della relazione tra il potere militare contrapposto alla stessa popolazione civile e alle organizzazioni di guerriglia, relazione che si configurava come guerra civile, ma che non è mai stata considerata come tale. L'uso sistematico della violenza e la sua estensione contro obiettivi civili nell'ambito della presa del potere politico e burocratico da parte delle Forze Armate ha determinato l'immediata sospensione dei diritti e delle garanzie costituzionali e ha favorito l'applicazione di tattiche e procedimenti bellici irregolari nei confronti di tutta la popolazione civile.
Antecedenti storici
[modifica | modifica wikitesto]Prima del 1976, la violenza politica in Argentina aveva subito una forte escalation anche a causa di un contesto internazionale che alimentava queste tendenze (guerra fredda, anticomunismo, movimenti di liberazione nazionale, foquismo, guerriglie).
Alcuni eventi degni di nota di questo periodo furono:
- il bombardamento di Plaza de Mayo (Buenos Aires) da parte di aviatori militari della Marina di Guerra, che causò la morte di almeno 300 civili (giugno 1955);
- una serie di fucilazioni clandestine nella località di José León Suárez (Buenos Aires);
- la Rivoluzione cubana del 1959, evento che influenzerà moltissimo i giovani dell'America Latina, anche attraverso la figura dell'argentino Che Guevara;
- la scomparsa del sindacalista Felipe Vallese, considerato il primo desaparecido in Argentina;
- il colpo di stato in Brasile del 1964, il primo di una serie volti a stabilire dittature militari permanenti;
- la Rivoluzione Argentina, (1966-1972), la prima dittatura permanente nel paese (nonchè il quinto colpo di stato dall'inizio del secolo): il massacro di Trelew viene considerato il primo atto di terrorismo di stato in Argentina.
Nel 1974 assume la presidenza Isabel Martínez de Perón, salita al potere in seguito alla morte del marito.
I primi mesi del 1976 sono stati caratterizzati da un susseguirsi di atti di violenza politica, combinati con un quasi completo vuoto di potere e disordine istituzionale. Il 22 marzo fu assassinato il dirigente sindacale Atilio Santillán (facente parte del sindacato dello zucchero di Tucuman e della confederazione generale del lavoro argentina). Il 23 marzo il giornale La Opinión di Buenos Aires pubblicò a caratteri cubitali: "L'Argentina inerme davanti alla mattanza".
Il giorno successivo, il 24 marzo 1976, si instaura (secondo alcuni, in modo prevedibile) la dittatura militare, appoggiata da alcuni settori, rifiutato da altri, davanti alla passività della maggior parte della popolazione, dando così inizio a un governo militare che si autodenominò Processo di Riorganizzazione Nazionale, caratterizzato da una politica repressiva in linea con il terrorismo di stato, in seguito conosciuta anche come Guerra Sporca.
Politica e struttura
[modifica | modifica wikitesto]Struttura istituzionale "ufficiale"
[modifica | modifica wikitesto]Il 24 marzo 1976, una Giunta Militare delle tre forze armate, assunse il potere, come "organo supremo della Nazione". Questa giunta era integrata dal Generale Jorge Rafael Videla, l'Ammiraglio Emilio Eduardo Massera e il Brigadiere Generale Orlando Ramón Agosti. Il primo fu anche designato del titolo di presidente, e a lui facevano capo la maggior parte dei poteri, sia esecutivo che legislativo. "Nell'esercizio del potere costituente", la giunta stabilì uno Statuto, a cui dovevano sottostare tutte le altre leggi, inclusa la Costituzione.
Il primo giorno, la Giunta Militare dettò 31 comunicati. Il comunicato n.1 riportava:
«Si comunica alla popolazione che, a partire dalla [suddetta] data, il paese si trova sotto il controllo operativo della Giunta dei Comandanti Generali delle Forze Armate. Si raccomanda a tutti gli abitanti la stretta osservanza delle disposizioni e direttive che vengano emanate dalle autorità militari, di polizia e di sicurezza, così come estrema attenzione nell'evitare atti e azioni individuali o di gruppo che possano esigere il drastico intervento del personale operativo.»
Il comunicato n.19 stabiliva:
«Si comunica alla popolazione che la Giunta dei Comandanti Generali ha deciso che sarà punito con la pena di reclusione a tempo indeterminato quella persona che attraverso qualsiasi mezzo diffonda, divulghi o pubblicizzi comunicati o immagini provenienti o attribuite ad associazioni illecite o persone o gruppi notoriamente dedicati ad attività sovversive o al terrorismo. Saranno puniti con reclusione fino a dieci anni colui che attraverso qualsiasi mezzo diffonda, divulghi o pubblicizzi notizie, comunicati ed immagini con il proposito di perturbare, offendere o calunniare le attività delle Forze Armate, di Sicurezza e di Polizia.»
Sempre lo stesso giorno è entrata in vigore la pena di morte e i Consigli di Guerra (Legge 21.264):
«Art.1 - Chiunque pubblicamente attraverso qualsiasi mezzo, inciti alla violenza collettiva e/o alteri l'ordine pubblico, sarà punito [...] con reclusione fino a dieci anni.
Art.2 - Chiunque danneggi in qualsiasi modo i mezzi di trasporto, di comunicazione, le fabbriche, le installazioni di gas e acqua corrente e altri servizi pubblici, sarà punito con reclusione a tempo determinato o con la morte [...].
Art.5 - [...] il personale militare delle forze di sicurezza e delle forze di polizia farà uso di armi in caso la persona compia uno dei reati previsti ai punti 2, 3, 4 precedenti [...].
Art.7 - Vengono istituiti in tutto il territorio del paese i Consigli di Guerra Speciali Permanenti [...] che insieme ai Consigli di Guerra Permanenti per il Personale Subalterno delle Tre Forze Armate, giudicheranno i casi di reato che sono previsti dalla presente legge.
Art.10 - La presente legge sarà applicabile a tutti i maggiori di diciassette anni.»
Lo stato di assedio, con la conseguente sospensione delle garanzie costituzionali, era già stato dichiarato durante il governo di Isabel Martínez de Perón, con il Decreto 1368 del 1974. Pochi giorni dopo il governo militare ha approvato la legge 21.275, sospendendo il diritto costituzionale.
La Giunta Militare ha dettato leggi e ordini discrezionali, organizzando le detenzioni e i sequestri di massa (Leggi 21.258, 21.260, 21.262, 21.274, ecc.). La Legge 21.260, dettato lo stesso 24 marzo 1976, per esempio, stabiliva:
«Art. 1 - Si autorizza fino al 31 dicembre 1976
Autorízase hasta el 31 de diciembre de 1976 a dar de baja por razones de seguridad, al personal de planta permanente, transitorio o contratado, que preste servicios en la Administración Pública Nacional, en el Congreso Nacional, organismos descentralizados de cualquier carácter, autárquicos, empresas del Estado y de propiedad del Estado, servicios de cuentas especiales, obras sociales y cualquier otra dependencia del Poder Ejecutivo, que de cualquier forma se encuentre vinculado a actividades de carácter subversivo o disociadoras. ...Estarán comprendidos en la presente disposición , aquellos que en forma abierta, encubierta o solapada preconicen o fomenten dichas actividades.»
Struttura clandestina e illegale
[modifica | modifica wikitesto]Davanti alla Commissione Interamericana di Diritti Umani della OEA, il governo militare spiegò che era necessrio vincolare "il tema dei diritti umani con la necessità di reprimere il terrorismo e la sovversione come mezzo per preservare la sicurezza della nazione" (1979).
Secondo il Generale Martín Balza, che è stato capo dell'Esercito tra il 1991 e il 1999
«La dittatura del 1976 aveva una concezione decentralizzata per quanto riguarda l'esecuzione. Hanno agito come signori della guerra. Come veri e propri signori feudali, mettendo in atto un piano sistematico per commettere crimini contro l'umanità.»
Il 6 maggio 1977, il Generale Alfredo Oscar Saint-Jean, governatore militare della provincia di Buenos Aires, ha dichiarato al giornale inglese The Guardian:
«Per prima cosa elimineremo i sovversivi; poi i loro complici; in seguito i loro simpatizzanti; infine, gli indifferenti e i "tiepidi".»
Negli ordini segreti del 17 settembre 1976 dettati dal Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, il Generale Roberto Eduardo Viola, non si parla più di annichilare "le azioni" dei sovversivi, bensì di annichilare gli individui stessi:
«Applicare il potere di combattere con la massima violenza per distruggere i delinquenti sovversivi ovunque essi siano. L'azione militare è sempre violenta e sanguinosa. Il delinquente sovversivo che impugni delle armi deve essere annichilato senza accettarne la resa. L'attacco si eseguirà attraverso l'individuazione e l'annichilamento degli attivisti sovversivi. Gli ordini devono specificare se si devono arrestare tutti o solo alcuni, se in caso di resistenza passiva bisogna annichilarli o detenerli, se si distruggono i beni o se si opta per preservarli. I cecchini potranno essere impiegati per "batir cabecillas de turbas o muchedumbres".»
Nel telegramma interno AT183 dell'ambasciata degli Stati Uniti in Argentina del 14 maggio 1980 si racconta:
«Discutendo sul continuo "apego" di tattiche extragiudiziali contro i Montoneros che sono membri della TEA [Tropas Especiales de Agitación, Truppe Speciali di Agitazione] e del TEI [Tropas Especiales de Infantería, Truppe Speciali di Fanteria] Emboff ha chiesto perché i militari non sentivano che fosse possibile portare queste persone davanti a corti formali, incluse le corti marziali. Il nostro informatore gli ha fornito due motivazione. Primo, le forze di sicurezza né sanno come utilizzare le soluzioni legali, né ripongono la loro fiducia in quelle. I metodi attuali sono più semplici e familiari. Secondo, non vi è nessun militare importante che "abbia il coraggio" di assumersi la responsabilità formale per la condanna e l'esecuzione di un montonero. Sotto le attuali regole, "nessuno" è responsabile nei registri delle esecuzioni. Castro»
In un altro documento ufficiale degli Stati Uniti, un "memorandum di conversazione" intitolato "Viti e bulloni della repressione governativa contro il terrorismo-sovversione" di fa un resoconto dettagliato della conversazione effettuata il 7 agosto 1979 tra William Hallman (consigliere politico dell'ambasciata degli stati uniti), James Blystone (Ufficiale della Sicurezza Regionale) e un alto capo militare il cui alias era Jorge Contreras, nel quale quest'ultimo chiarisce nel dettaglio la politica della repressione cosiddetta por izquierda (lett. "attraverso/con la sinistra), termine utilizzato per riferisti alle azioni illegali:
«Contreras ha parlato di due categorie di casi. [Al]la prima [categoria appartenevano] quelli che furono introdotti nel sisteman, e dei quali si scoprì, in seguito ad un "minuzioso interrogatorio", che non avevano nulla a che fare con la sovversione. Molti di questi, affermò Contreras, erano semplicemente rilasciati. Ha detto che crede che in passato altri fossero assassinati, quando la loro liberazione poteva comportare un rischio per "il sistema" -[per quanto riguarda] il personale implicato, i luoghi, ecc.-. (Contreras ha enfatizzato il fatto che era convinto che queste esecuzioni fossero comuni due o tre anni prima ma che l'anno scorso fossero rare.) Ha ripetuto che molto dipendeva dal personale del centro di detenzione: alcuni comandanti erano disposti a rischiare le loro operazioni [...], rendendosi conosciuti, con il fine di fare ammenda a qualcuno la cui innocenza era stata provata. Altri comandanti credono che il processo era più importante di qualsiasi altro individuo e che pure gli innocenti dovevano essere sacrificati al fine di evitare che il sistema si trovi in pericolo.»
Più avanti, nello stesso documento, in un sottotitolo chiamato "Organizzazione e Struttura", si dice:
Jorge Contreras es el Director del Grupo de Tareas 7 de la "Reunión Central" sección de la Unidad de Inteligencia del Ejército 601. Su grupo de tareas fue creado durante mayo, junto con el Grupo de Tareas 6, que sigue a los sindicatos y economía. El trabajo del Grupo de Tareas 7 es estudiar las actividades de los estudiantes, grupos políticos y organismos religiosos. Hasta hace unos meses el sistema de grupos de tareas creado en 1971-1972 contaba solo con cinco de esos grupos: Grupo de Tareas 1 encargado del ERP; Grupo de Tareas 2 estaba encargado de Montoneros; en esta ocasión Contreras no entró en los deberes de los Grupos de Tareas 3, 4, y 5. [6] [[#CITEREFJorge Contreras es el Director del Grupo de Tareas 7 de la "Reunión Central" sección de la Unidad de Inteligencia del Ejército 601. Su grupo de tareas fue creado durante mayo, junto con el Grupo de Tareas 6, que sigue a los sindicatos y economía. El trabajo del Grupo de Tareas 7 es estudiar las actividades de los estudiantes, grupos políticos y organismos religiosos. Hasta hace unos meses el sistema de grupos de tareas creado en 1971-1972 contaba solo con cinco de esos grupos: Grupo de Tareas 1 encargado del ERP; Grupo de Tareas 2 estaba encargado de Montoneros; en esta ocasión Contreras no entró en los deberes de los Grupos de Tareas 3, 4, y 5. [6]|op. cit.]]
La directiva de operaciones represivas 504/77 establecía que la detención de los obreros sospechosos "se efectuará con el método que más convenga fuera de las fábricas y de manera velada".
En el diario La Nación del 3 de noviembre de 1977 se publicó el siguiente comunicado demostrativo de la situación en el país:
El Comando de la Zona 1 informa a la población que el 2 de noviembre, en horas de la noche, en las proximidades de Plaza Constitución, una patrulla de las fuerzas leales sorprendió a un activista que incitaba al cese de actividades y trataba de impedir la concurrencia al trabajo de algunos operarios, siendo abatido por el fuego. Se procura su identificación. Las fuerzas legales cumplieron con la misión impuesta tendiente a asegurar la libertad de trabajo. op. cit.
Procedure repressive
[modifica | modifica wikitesto][Sparizione forzata]
[modifica | modifica wikitesto][Centri Clandestini di Detenzione (CCD)]
[modifica | modifica wikitesto]Tortura sistematica
[modifica | modifica wikitesto][Voli della morte]
[modifica | modifica wikitesto]I voli della morte furono uno dei distintivi di questo periodo storico. Mediante questa procedura, migliaia di desaparecidos sono stati gettati in mare dopo essere stati addormentati tramite iniezioni di pentothal. Le operazioni venivano condotte su velivoli della marina militare.