Sadaaki Akamatsu
Sadaaki Akamatsu | |
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Il sottotenente di vascello Akamatsu in una fotografia del 1944 o 1945 ad Atsugi, Giappone | |
Soprannome | "Temei" |
Nascita | Prefettura di Kōchi, 30 luglio 1910 |
Morte | Kōchi, 22 febbraio 1980 |
Cause della morte | polmonite |
Dati militari | |
Paese servito | Impero giapponese |
Forza armata | Marina imperiale giapponese |
Arma | Dai-Nippon Teikoku Kaigun Kōkū Hombu |
Specialità | Pilota da caccia |
Reparto | 302° Kōkūtai |
Anni di servizio | 1928-1945 |
Grado | Chu-i |
Guerre | Seconda guerra sino-giapponese Seconda guerra mondiale |
Campagne | Campagna della Filippine Campagna delle Indie orientali olandesi |
Decorazioni | vedi qui |
Dati estratti da Imperial Japanese Navy Aces 1937-45[1] | |
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Sadaaki Akamatsu (赤松 貞明?, Akamatsu Sadaaki; Prefettura di Kōchi, 30 luglio 1910 – Kōchi, 22 febbraio 1980) è stato un aviatore giapponese, famoso asso dell'aviazione da caccia del Dai-Nippon Teikoku Kaigun Kōkū Hombu, il servizio aeronautico della Marina imperiale giapponese, durante la seconda guerra sino-giapponese e la seconda guerra mondiale. È accreditato dell'abbattimento di 27 velivoli nemici[2].
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque il 30 luglio 1910 nella prefettura di Kōchi, e dopo aver frequentato il liceo Kainan si arruolò nella Marina imperiale giapponese nel 1928.[3] Assegnato al servizio aereo nel 1930 conseguì il brevetto di pilota militare a Sasebo nel corso nel marzo 1932.[4] Prestò poi servizio imbarcato sulle portaerei Akagi, Kaga e Ryujo, e nei Kokutai Yokosuka e Omura.[3] Allo scoppio della guerra con la Cina nel 1937, con il grado di 2° Capo fu trasferito al 13° Kokutai,[4] dotato dei caccia Mitsubishi A5M,[5] venendo subito impiegato in combattimento nel settore della Cina centrale.[5] Il 25 febbraio 1938 reclamò l'abbattimento di quattro velivoli nemici nell'area di Nanchino, e nel settembre dello stesso anno fu trasferito al reparto imbarcato della Soryu.[5] Al termine della campagna di Cina reclamava l'abbattimento o il danneggiamento di 200 velivoli nemici, autoproclamandosi re degli assi, ma si era guadagnato, presso i suoi superiori, la fama di pilota indisciplinato, cacciatore di donne e alcolista violento. Il suo comportamento veniva tollerato in quanto era considerato un pilota da caccia dal talento eccezionale. Nell'aprile 1941 fu promosso Capo di prima classe ed assegnato al 3° Kokutai.[4]
All'atto dell'entrata in guerra del Giappone, il 7 dicembre 1941, entrò subito in azione sulle Filippine.[6] Nel corso dell'attacco contro l'aeroporto di Clark Field danneggiò un caccia Curtiss P-40, e il suo primo abbattimento tre giorni dopo su Manila. Il suo reparto passò poi a combattere durante l'invasione[6] della Indie orientali olandesi,[4] e lì conseguì l'abbattimento di due Curtiss-Wright CW-21 Demon sopra Surabaya e due P-40 sopra Balì. Quando il suo Kokutai, decollato da Kupang attaccò Darwin (Australia) reclamò l'abbattimento di un Supermarine Spitfire.
Rientrato in Giappone nel maggio 1942[6] operò come istruttore, rientrando in servizio attivo nel luglio 1943, assegnato al 331° Kokutai di stanza in Birmania. Il 5 dicembre 1943 reclamò l'abbattimento di quattro aerei nemici su Calcutta[4] (India), e nel gennaio 1944 rientrò in Patria, assegnato al 302° Kokutai di Atsugi,[7] allora in fase di equipaggiamento con i nuovissimi Mitsubishi J2M Raiden.[8] In questo reparto iniziò ad addestrare i piloti meno esperti, tra in quali Yutaka Morioka che proveniva dai cacciabombardieri.[9] Durante la fase finale della guerra si distinse nuovamente, abbatte quattro Grumman F6F Hellcat il 16 febbraio 1945 volando a bordo di un Mitsubishi A6M Zero, 2 o 3 North American P-51 Mustang[N 1] il 19 aprile, e un altro P-51 Mustang il 29 maggio.[10] Al termine della guerra aveva al suo attivo 8.000 ore di volo e un totale di vittorie accreditate variabile da 27[10] a 30.[11]
Ritornato alla vita civile esercitò l'attività di pilota per la ricerca dei banchi di pesce per conto dell'associazione pescatori di Kōchi, volando a bordo di un piccolo Piper. Venduto l'aereo qualche anno dopo gestì poi un caffè in quella stessa città, ma lottò sempre contro l'alcolismo e morì di polmonite,[11] dimenticato da tutti[N 2] il 22 febbraio 1980.[12]
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]Annotazioni
[modifica | modifica wikitesto]Fonti
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Sakaida 2012, p. 86.
- ^ Sakaida 2012, p. 104.
- ^ a b Gueli 2016, p. 41.
- ^ a b c d e Izawa, Holmes 2016, p. 30.
- ^ a b c Gueli 2016, p. 42.
- ^ a b c Gueli 2016, p. 43.
- ^ Hata, Izawa 1989, p. 252.
- ^ Sakaida 2012, p. 87.
- ^ Izawa, Holmes 2016, p. 31.
- ^ a b Izawa, Holmes 2016, p. 93.
- ^ a b Gueli 2016, p. 44.
- ^ Sakaida 2012, pp. 87-88.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) John C. Fredriksen, America's Military Adversaries: From Colonial Times to the Present, Santa Barbara, ABC-CLIO, 2001, ISBN 1-57607-603-2.
- (EN) Ikuhiko Hata e Yasuho Izawa, Japanese Naval Aces and Fighter Units in World War II, Annapolis, Naval Institute Press, 1989, ISBN 0-87021-315-6 ..
- (EN) Philip Kaplan, Naval Air: Celebrating a Century of Naval Flying, Barnsley, Pen & Sword Books Ltd., 2012, ISBN 1-78159-241-1.
- (EN) Saburō Sakai, Martin Caidin e Fred Saito, Samurai!, New York, Bantam Books, 1978, ISBN 978-4-7698-1442-9.
- (EN) Henry Sakaida, Imperial Japanese Navy Aces 1937-45, Botley, Osprey Publishing Company, 2012, ISBN 978-1-85532-727-6.
- (EN) Henry Sakaida, Aces of the Rising Sun, 1937–1945, Botley, Osprey Publishing Company, 2002, ISBN 1-84176-618-6.
- (EN) Yasuho Izawa e Tony Holmes, J2M Raiden and N1K1/2 Shiden/Shiden-Kai Aces, Botley, Osprey Publishing Company, 2016, ISBN 1-47281-262-X.
Periodici
[modifica | modifica wikitesto]- Marco Gueli, Saadaki Akamatsu, "L'asso con la bottiglia" del Sol Levante, in Aerei nella Storia, n. 109, Parma, West-Ward Edizioni, agosto-settembre 2016, pp. 41-43.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (FR) Akamatsu Sadaaki, su Ciel De Gloire - Histoire des As de L Aviation de 1914 à nos jours. URL consultato il 25 giugno 2016.
- "Song of Raiden fighter squadron" (archiviato dall'url originale il 24 marzo 2012)., Nippon News, No. 254. in the official website of NHK. (JA)
- https://web.archive.org/web/20130625162413/http://www.asisbiz.com/il2/Zero/A6M2-21-302Kokutai-3D-126-Akamatsu.html
- http://acesofww2.com/bad_boys.htm