Lando (famiglia)

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Disambiguazione – Se stai cercando la nobile famiglia emiliana conosciuta con lo stesso nome, vedi Landi.
Lando
Inquartato di bianco e di nero
StatoRepubblica di Venezia (bandiera) Repubblica di Venezia
Titoli
Data di fondazioneXI secolo
Data di estinzione1834
Etniaitaliana
Rami cadetti
  • Lando di Verona
Stemma del doge Pietro Lando.

I Lando (talvolta anche Landi) furono una famiglia patrizia veneziana, annoverata fra le cosiddette Case Nuove. Nella prima metà del secolo XVI diedero alla Repubblica un doge, Pietro Lando.

La tradizione narra che i Lando provenissero da Altino[1][2] e che si chiamassero originariamente Mainardi[2].

Attivi a Venezia fin da tempi remotissimi, i Lando risultano presenti con certezza in seno al Maggior Consiglio a partire dal 1297[3], anno della celebre serrata. Pare che questa famiglia fosse divisa in diversi rami già in epoca molto antica, ognuna avente un proprio stemma nobiliare, finché, rimasta un'unica linea dinastica ed estintesi le altre, i Lando acquisirono il tradizionale blasone inquartato di nero e d'argento che li ha sempre contraddistinti[2].

Lando di Verona

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È da ricordare, inoltre, un ramo cadetto del casato, cui fa riferimento lo stemma qui riportato[4], che sin dal 1486 risultò essere iscritto al Consiglio nobile di Verona[5]. Nel 1792, costoro furono elevati al rango comitale «con un Caratto della Giurisdizione della Podestaria dei Lissini[5]», della quale, avendone fatto acquisto, furono investiti.

Il ramo comitale veronese, al contrario di quello primogenito, sopravvisse alla caduta della Serenissima e ottenne dal Governo imperiale austriaco, nelle persone dei fratelli Silvestro Alessandro Antonio, Anna Maria Alessandra e Giulia Teresa Alessandra di Alessandro, la conferma dell'avita nobiltà con Sovrana Risoluzione del 29 marzo 1823[5].

Noti soprattutto per le eccellenti carriere ecclesiastiche di molti membri del casato[1], i Lando giunsero all'apice della propria potenza nel corso del secolo XVI, con l'elezione di Pietro di Giovanni al trono dogale (1539).

Il ramo patrizio della famiglia si estinse nel 1734[3], forse in un Antonio di Giovanni[1], Procuratore di San Marco. Sua erede universale fu la di lui sorella, andata in sposa nel 1692 a Giovanni di Lorenzo Correr[1].

Membri illustri

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  1. ^ a b c d e Dizionario storico-portatile di tutte le venete patrizie famiglie, Venezia, Giuseppe Bettinelli, 1780, p. 89.
  2. ^ a b c John Temple-Leader, Libro dei nobili veneti ora per la prima volta messo in luce, Firenze, Tipografia delle Murate, 1866, p. 48.
  3. ^ a b (PDF) Dorit Raines, Cooptazione, aggregazione e presenza al Maggior Consiglio: le case del patriziato veneziano, 1297-1797 (PDF), in Storia di Venezia, I, 2003, p. 65. URL consultato il 30 aprile 2012.
  4. ^ Vittorio Spreti, Enciclopedia Storico-Nobiliare Italiana, IV, Milano, Hoepli, 1928-1936, p. 37.
  5. ^ a b c Francesco Schröder, Repertorio genealogico delle famiglie confermate nobili e dei titolati nobili esistenti nelle Provincie Venete, Vol. 1, Venezia, Tipografia di Alvisopoli, 1830, p. 427.

Voci correlate

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