Coordinate: 42°12′50.11″N 13°54′43.83″E

Chiesa di Sant'Eustachio Martire

Da Teknopedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Disambiguazione – Se stai cercando la basilica di Roma, vedi Basilica di Sant'Eustachio.
Chiesa di Sant'Eustachio
StatoItalia (bandiera) Italia
RegioneAbruzzo
LocalitàTocco da Casauria
Coordinate42°12′50.11″N 13°54′43.83″E
ReligioneCristiana cattolica
TitolareSant'Eustachio
OrdineDomenicano
Arcidiocesi Chieti-Vasto
CompletamentoPrima del 1º luglio 1169

La chiesa di Sant'Eustachio Martire è una chiesa cattolica di Tocco da Casauria, in provincia di Pescara e arcidiocesi di Chieti-Vasto.

È ubicata al centro storico del paese, di fianco al Palazzo Ducale.

È stata la prima chiesa costruita a Tocco da Casauria[1] ed è dedicata al culto di Eustachio Martire[2]. Dalla data di fondazione sconosciuta, è certamente più antica del 1º luglio 1169[1]. Venne rasa al suolo dal terremoto del 1706 e poi ricostruita subendo varie modifiche nel corso del tempo[3]. Nel 2009 il terremoto dell'Aquila l'ha resa inagibile[4].

La chiesa (a sinistra) e il Castello Caracciolo (a destra)

La chiesa di Sant'Eustachio è la chiesa più antica di Tocco da Casauria, originariamente costruita accanto al castello del paese, nella parte più alta della collina, ed in mezzo al centro urbano. Non ci sono fonti che ne riportano la data di fondazione, tuttavia il documento più antico che cita la chiesa è il Chronicon Casauriense, e porta la data 1º luglio 1169. In esso si parla di una donazione della chiesa di San Vittorino di Tocco situata a Marano (frazione del paese)[1]. Esso recita:

«Nel 1169, calendas Iunii, Ind. 2, Ruggero e Roberto, figli del fu Maccabeo di Tocco, per la salvezza delle loro anime e di quello del predetto padre e della madre, Gaitelgrina, nonché del fratello, Rainaldo, donano la chiesa di San Vittorino, sita nel luogo detto Marano, con tutta la sua dote, al monastero di Casauria e per questo al suo abate, Leonate, liberando i loro genitori dal peccato di aver sottratto detta chiesa alla giurisdizione del monastero. Pertanto, la nuova donazione è effettuata a vantaggio della casa per i frati infermi. In cambio il suddetto Roberto chiede che si recintino salmi e preghiere e si celebrino Messe negli anniversari di morte dei suoi parenti e di se stesso. Promette, inoltre, di fare un pranzo ai frati, mentre egli vivrà, ogni anno del giorno sesto delle calende di giugno. Questo documento si fece nel Castello di Tocco, nella chiesa di Sant'Eustachio (S. Eustasij), nel 4° anno del regno di Guglielmo II. Tra i testimoni v'è Alesius presbiter»

Un altro documento che cita questa chiesa è una bolla di Papa Innocenzo III, risalente al 1208, con cui riconferma al vescovo chietino Bartolomeo i privilegi accordatigli dagli imperatori e dagli altri pontefici, fra questi privilegi vi era il possesso della chiesa di Sant'Eustachio a Tocco da Casauria[5].

La chiesa fu distrutta nel terremoto della Maiella del 1706 e subito dopo ricostruita nello stesso luogo in stile settecentesco; però la cappella del Santissimo Sacramento, parte più antica della chiesa, non fu ricostruita[3].

La facciata, ricostruita dopo il terremoto del 1706, venne modificata nel 1846 dal maestro Gaetano Alberici[6][7] nella forma definitiva che vediamo ancora oggi[3].

Il 13 gennaio 1915 il terremoto della Marsica coinvolse anche Tocco da Casauria e lesionò il campanile della chiesa[5].

Nel 2009 il terremoto dell'Aquila ha colpito anche Tocco da Casauria rendendo la chiesa inagibile[4].

Il culto di Sant'Eustachio

[modifica | modifica wikitesto]
Statua di Eustachio Martire nella chiesa di San Domenico (Tocco da Casauria)

La chiesa è dedicata a Sant'Eustachio Martire che fu scelto come patrono di Tocco da Casauria; una leggenda narra che tale scelta fu dovuta ad una apparizione del Santo. Essa narra che in una battaglia in località Colle Morto, i toccolani trovandosi in difficoltà invocarono Dio e furono soccorsi da Eustachio. Ma forse il motivo più verosimile della scelta di Sant'Eustachio Martire come patrono del paese, è dovuta al fatto che egli è il protettore dei cacciatori[2].

La chiesa è a pianta rettangolare, con facciata tripartita da paraste, conserva l'impianto basilicale medievale con lo spicchio centrale più elevato, come si evidenzia anche nelle tre navate interne. La facciata di gusto barocco è in pietra bianca ed ha tre portali, dei quali il centrale maggiore coronato da architrave con fregi. Tra questi si trovano due bassorilievi, uno di questi rappresenta Cristo ingigantito tra due discepoli e l'altro mostra la Madonna col Bambino. Sull'architrave del portale principale vi è uno stemma col simbolo di Sant'Eustachio raffigurante un cervo con la croce latina fra le corna. In cima alla facciata anteriore vi è una statua del Santo con accanto un cervo.

Il campanile è posto lateralmente ed è a punta piramidale. Sul transetto si erge una piccola cupola.

L'interno è decorato da stucchi e pennacchi barocchi, con quattro altari a destra e tre a sinistra, più quello centrale maggiore.

Galleria d'Immagini

[modifica | modifica wikitesto]

Lato sinistro

[modifica | modifica wikitesto]

Facciata anteriore

[modifica | modifica wikitesto]
  1. ^ a b c Felice Virgilio di Virgilio, Tocco Casauria. Storia Arte Tradizioni, p. 173
  2. ^ a b Felice Virgilio di Virgilio, Tocco Casauria. Storia Arte Tradizioni, p. 174-175
  3. ^ a b c Felice Virgilio di Virgilio, Tocco Casauria. Storia Arte Tradizioni, p. 175
  4. ^ a b Redazione Cityrumors, Tocco da Casauria, 1 milione di euro per restaurare la chiesa di Sant’Eustachio, su abruzzo.cityrumors.it. URL consultato il 24 febbraio 2021.
    «Tocco da Casauria. Grazie a nuovi fondi Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) potranno proseguire i lavori di consolidamento e restauro della Chiesa di Sant’Eustachio, chiusa all’indomani del sisma del 6 aprile 2009»
  5. ^ a b Felice Virgilio di Virgilio, Tocco Casauria. Storia Arte Tradizioni, p. 174
  6. ^ Il suo nome si legge su una lapide posta sulla facciata della chiesa
  7. ^ Sant’Eustachio, in arrivo un milione per i lavori, su Il Centro. URL consultato il 9 maggio 2022.
    «La chiesa ha tre navate, la facciata risale al 1846 ed è opera del maestro Gaetano Alberici»
  • Felice Virgilio di Virgilio, Tocco Casauria. Storia Arte Tradizioni, 2ª ed., Avezzano, Uranographia Editrice Avezzano, settembre 1998.
  • Samuele Iovenitti, Tocco Casauria attraverso i secoli: storia, leggende, tradizioni, Sulmona, Editrice d'Amato, luglio 1960.
  • Violetta De Luca, Tocco da Casauria, un balcone sulla Val Pescara, in Gli antichi Italici nella Valle Peligna, Tesori d'Abruzzo (n.59), foto di Luca Del Monaco, Pescara, De Siena Editore, giugno 2021, pp. 124-125.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]