Utente:Saratopaz/SandboxGiuliano (frazione di Potenza)
Borgo Giuliano frazione | |
---|---|
Borgo Giuliano | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Basilicata |
Provincia | Potenza |
Comune | Potenza |
Territorio | |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 85100 |
Fuso orario | UTC+1 |
Nome abitanti | Giulianesi |
Patrono | Maria Santissima Ausiliatrice |
Giorno festivo | 24 maggio |
Clima
[modifica | modifica wikitesto]Il clima del territorio del comune di Potenza è tipicamente continentale. Gli inverni sono freddi e caratterizzati da copiose precipitazioni nevose. Il periodo estivo gode di temperature miti.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Borgo Giuliano (comunemente detto contrada Giuliano) è una contrada di Potenza distante appena 6 km dalla città, ubicato nella zona ovest del suo territorio comunale. La sua storia si intreccia con quella del latifondo denominato “Monte dell’Occhino”, del quale ne rappresenta il nucleo abitativo più consistente ed antico.
Notizie del suddetto latifondo le troviamo nel testamento olografo della nobildonna aviglianese Agata De Cillis, la quale nel 1763, all’età di settant’anni, credendo di essere prossima alla morte ( in realtà sopravviverà fino al 1974), dichiara suo erede universale il nipote Don Mario Petraroli, residente in Monopoli (BA), il quale, fra i vari beni ereditati dalla nonna, incamera anche la tenuta di “Monte dell’Occhino” in agro di Potenza.
La signora Agata, in prime nozze, aveva sposato il potentino signor Giuseppe Cibelli, con la promessa di avere,come dote matrimoniale dal medesimo, la somma di 1300 ducati. Dalla loro unione nasce un’unica figlia: Anna Vittoria. Dopo poco tempo il signor Cibelli muore senza aver versato alla moglie la dote promessa. La signora Agata si risposa con il ricco possidente aviglianese, don Francescantonio Salinas, ma prima chiede alla famiglia Cibelli di versarle la somma pattuita come dote matrimoniale. La famiglia Cibelli non è in grado di onorare l’impegno pattuito in denaro, e in cambio cede a donna Agata la tenuta “Monte dell’Occhino” di circa ettari 300 , già menzionata di sopra.
Erede universale della signora Agata avrebbe dovuto essere sua figlia Anna Vittoria la quale, in giovane età, va in sposa a don Francesco Petraroli di Monopoli. Dalla loro unione nascono tre figli: Isabella, Agata e Mario. La signora Agata De Cillis, non si sa se per premorienza della figlia o per sua precisa volontà, decide di scegliere, come suo unico erede universale, il nipote Mario Petraroli. Il signor Mario considera poco remunerativa e difficile da controllare, questa sua tenuta agricola così lontana da Monopoli, e decide di metterla in vendita. La famiglia Giuliani di Potenza, già proprietaria di altri latifondi, si dichiara molto interessata all’acquisto.
Molti sono i componenti della famiglia Giuliani, ma anche loro, per non spezzettare le loro proprietà, applicano la legge del maggiorascato: tutti i beni di una famiglia, per non essere ridotti all’insignificanza, devono andare in successione ad un unico erede. Giacinto è il primogenito della famiglia Giuliani, ma a causa della morte improvvisa del padre, non ha ancora intestato alcunchè come sua proprietà: a questo ci pensano i suoi due zii sacerdoti, Don Carlo e Don Gerardo; acquistano dal signor Mario Petraroli la tenuta “Monte dell’Occhino” e la intestano a Giacinto. La tenuta “Monte dell’Occhino” è delimitata a Nord dal torrente “Rivisco” che scorre verso il fiume Basento ad un’altitudine di 700 metri circa e si estende verso Sud, sul costone irregolare ed accidentato di un’altura, fino a toccare i 1100 metri di quota, dove incontra un tratturo regio largo,(almeno sulla carta) 22 metri, un tempo utilizzato per la transumanza di armenti verso il Tavoliere delle puglie e che, ora funge anche da confine Sud della tenuta. A metà costa del latifondo, in un pianoro di circa 3 ettari, posto a 950 metri di altitudine e attraversato a sua volta da un altro tratturo, di larghezza più contenuta, utilizzato come via di collegamento fra Potenza ed Avigliano, il signor Giacinto fa costruire la sua casa-masseria di campagna, d’ora in poi denominata “Masseria Giuliani” e diventata successivamente “Masseria Giuliano” per un errore di trascrizione compiuto non si sa da chi; da qui il toponimo “Giuliano”, utilizzato anche per denominare il borgo odierno.
Sul fianco destro della sua casa (guardandola di fronte), il signor Giacinto fa costruire anche una piccola cappella da adibire al culto. Più in là nel tempo, senza poter stabilire esattamente quando, la cappella viene intitolata a Maria SS Ausiliatrice, il che fa pensare ad un intervento diretto o indiretto dei Salesiani; ordine fondato da San Giovanni Bosco, santo molto popolare nella seconda metà del 1800, che, come sappiamo era devotissimo di Maria SS Ausiliatrice. Don Giacinto, tutte le domeniche, sale a cavallo a Masseria Giuliani per partecipare alla celebrazione della messa e passare del tempo nella sua residenza di campagna: sono guai seri per il sacerdote se inizia la celebrazione prima che lui arrivi… Negli anni successivi all’acquisto della tenuta, vanno più che bene gli affari per Don Giacinto, propiziati anche dalla raccolte copiose di messi, dovute a condizioni climatiche favorevoli; ma ben presto, alle annate grasse , fanno seguito altrettante annate magre e Don Giacinto, ormai settantenne, non riesce più a far fronte ai suoi impegni di natura economica e, per non fallire, decide di vendere la tenuta “Monte dell’Occhino” alla ricca famiglia Viggiani anch’essa impegnata nello sfruttamento di latifondi di sua proprietà siti in agro di Potenza. Il latifondo in oggetto, resta di proprietà della famiglia Viggiani fino al 1915, quando la signora Giulia Viggiani, in qualità di ultima erede della tenuta, decide di venderla ai fittavoli e ai coloni che vi lavoravano e vi abitavano dentro.
L’incarico di ritagliare, misurare e vendere i vari appezzamenti di terreno va all’agrimensore e, a sua volta fittavolo interessato, signor Nolè Canio, capostipite di quasi tutti le famiglie Nolè, oggi residenti in Borgo Giuliano. Prima di procedere alla vendita, la signora Giulia stabilisce che un lotto di m 4000, ritagliato nella parte est davanti al casino-masseria, dovrà essere destinato a diventare una “Corte comune”,(in pratica una piazza),i cui proprietari saranno tutti quelli che compreranno i propri appezzamenti nei quali vivevano prima, in qualità di affittuari a vario titolo. Grazie a questa decisione lungimirante della signora Giulia, attorno a quella “Corte comune” si cominciano a costruire case in pietra, al posto dei pagliai distribuiti nell’intero fondo; dando così inizio alla composizione di Borgo Giuliano. Il Borgo, oggi, conta una settantina di case a due piani, distribuite armonicamente a raggiera intorno a quella Corte comune, da alcune settimane, denominata “piazza monsignore Francescantonio Nolè", vescovo nella città di Cosenza nato a Borgo Giuliano nel giugno del 1948.
Circa 20 anni fa, è stata costruita una tangenziale che sfiora il Borgo sulla sua sinistra, andando verso Avigliano, liberandolo dal traffico che lo attraversava al suo interno; da allora Giuliano è diventato un luogo dove è ancora più piacevole vivere, perchè vi si possono organizzare eventi tutto l’anno e i bambini possono giocare liberamente senza rischio di incidenti provocati da macchine in transito.
Col passar degli anni, il Borgo si ingrandisce e la cappella, fatta costruire da Don Giacinto Giuliani, diventa insufficiente a contenere i fedeli. Negli anni trenta del XIX secolo, i giulianesi decidono di rifarla daccapo ampliandola e si organizzano in maniera insolita: ciascun fedele adulto offre giornate di lavoro, a titolo gratuito, per la costruzione della nuova Cappella.
[[ https://www.wikidata.org/wiki/Q126371763 ]] Anche le donne danno il loro contributo trasportando l’acqua per fare la calce ed altri materiali leggeri di facile trasporto. Di comune accordo, rifanno la facciata della cappella, in pietra scalpellinata bugnata; facciata che possiamo ammirare ancora oggi nella sua integrità e bellezza. In poco tempo la cappella viene ultimata e si decide di comprare una statua della Madonna, da mettere in una icona, per poterla portare a spalla in processione, il 24 maggio di ogni anno (giorno dedicato a Maria SS Ausiliatrice nel calendario liturgico) fino alla località Casalino dove si gode un ampio panorama e si abbraccia con uno sguardo, quasi tutta l’estensione del fondo. Un gruppetto di persone viene incaricato di recarsi a Napoli per comprare la nuova statua. Questi, non sappiamo se per ignoranza o per scelta, comprano una statua che rappresenta sì la Madonna, ma non quella con il bambino Gesù in braccio, venerata come Maria SS Ausiliatrice, ma un’altra con le braccia aperte, in procinto di accogliere i fedeli e liberarli dai peccati, venerata come “Madonna della libera”. I giulianesi si affezionano subito alla nuova statua, nonostante non fosse quella indicata come Maria SS Ausiliatrice, e decidono di tenerla, fermo restando la data della festa il 24 maggio di ogni anno, come la tradizione, ormai consolidata, impone.
La festa
[modifica | modifica wikitesto]Tutti i cittadini che abitano all’interno del fondo “Monte dell’Occhino” da almeno 10 anni e si dichiarano di religione cattolica hanno costituito un comitato festa, promosso nei suoi albori già dai padroni del fondo, almeno 150 anni fa ed è tuttora vigente. Il comitato si rinnova di anno in anno, con componenti che vanno via o per raggiunti limiti d’età, o per malattia, trasferimento di residenza ed altro, ed altri che vi rientrano perchè hanno maturato i requisiti per farne parte. Il comitato ha il compito di individuare ogni anno, durante il giorno della festa, il nuovo procuratore che si occuperà di organizzare la festa civile e religiosa per l’anno successivo.
Si procede in questo modo:
- Tutti i membri del comitato che si dichiarano disponibili a prendersi cura di organizzare la festa per l’anno seguente, vengono scritti su bigliettini raccolti poi in un paniere insieme ad un biglietto con su scritto Maria SS ausiliatrice;
- Il giorno della festa, intorno alle ore 16:00, si procede all’estrazione dei biglietti, fatta sul palco della festa per assicurare il massimo della partecipazione e della trasparenza;
- Un bambino al di sotto dei 5 anni, estrae i biglietti dal paniere e li consegna ad un membro del comitato che li legge pubblicamente a voce alta;
- L’estrazione procede fino a quando viene estratto il biglietto con la scritta Maria SS Ausiliatrice; il nome scritto sul biglietto successivo designa il nuovo procuratore della festa, il quale, se vuole, può farsi affiancare( a sua scelta fra i membri del comitato), da una o due persone che lo aiuteranno ad organizzare la festa dell’anno successivo.
Note
[modifica | modifica wikitesto]
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- ...
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]{{Categorie bozza|