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Massacro di Maratha, Santalaris e Aloda
Massacro di Maratha, Santalaris e Aloda strage | |
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Localizzazione dei massacri contro i turco-ciprioti | |
Tipo | Massacro |
Data | 14 agosto 1974 |
Stato | Cipro |
Coordinate | 35°12′40″N 33°48′00″E |
Arma | Mitragliatrici, strumenti affilati |
Obiettivo | Civili turco-ciprioti |
Responsabili | EOKA B |
Conseguenze | |
Morti | 126 |
Il massacro di Maratha, Santalaris e Aloda (in turco Muratağa, Sandallar ve Atlılar katliamı) si riferisce al massacro[1][2][3][4][5] di turco-ciprioti da parte dell'EOKA B[4] il 14 agosto 1974[6] durante l'invasione turca di Cipro nei villaggi di Maratha, Santalaris e Aloda. 89 (o 84[7]) persone da Maratha e Santalaris furono uccise, e altre 37 persone furono uccise nel villaggio di Aloda.[8] In totale, 126[9] persone furono uccise durante il massacro.[6] Il massacro avvenne poco dopo l'inizio della seconda invasione turca, in concomitanza con altri massacri.[10][11][12][13][14]
Contesto
[modifica | modifica wikitesto]Secondo il censimento del 1960, gli abitanti dei tre villaggi erano interamente turco-ciprioti.[15] La popolazione totale di Maratha e Santalaris era di 207 persone.[16] Nel 1973, la popolazione totale dei villaggi era salita a 270, con 124 a Maratha, 100 a Santalaris e 46 ad Aloda. Tuttavia, nel luglio 1974, in seguito alla prima invasione turca di Cipro, tutti gli uomini in età da combattimento furono portati come prigionieri di guerra nei campi di internamento di Famagosta, e da lì trasferiti a Limassol.[17][18]
Massacro
[modifica | modifica wikitesto]Il 20 luglio 1974, gli uomini dei villaggi furono arrestati dall'EOKA-B e inviati a Limassol. A seguito di ciò, secondo le testimonianze citate da Sevgül Uludağ, uomini dell'EOKA-B del vicino villaggio di Peristeronopigi vennero, si ubriacarono nel campo che avevano allestito nella caffetteria del villaggio, spararono colpi in aria e successivamente violentarono molte donne e ragazze. Lo stupro in seguito incluse i ragazzi e continuò fino al 14 agosto 1974. Al lancio della seconda invasione dell'esercito turco, decisero di non lasciare testimoni e uccisero l'intera popolazione dei villaggi presenti in quel momento.[19][20]
A Maratha e Santalaris furono uccisi in 84-89. L'imam di Maratha dichiarò che c'erano 90 persone nel villaggio prima del massacro e che ne erano rimaste solo sei.[21] Durante il massacro furono uccisi anche anziani e bambini.[7] Solo tre persone riuscirono a fuggire dal massacro di Aloda.[1] Gli abitanti dei tre villaggi furono sepolti in fosse comuni con un bulldozer. Gli abitanti del villaggio di Maratha e Santalaris furono sepolti nella stessa fossa.[1]
L'Associated Press descrisse i cadaveri come "così malconci e in decomposizione che si sbriciolarono in pezzi quando i soldati li sollevarono dalla spazzatura con le pale".[21] Il quotidiano Milliyet riferì che parti dei corpi erano state tagliate e che nel massacro erano stati usati strumenti affilati e mitragliatrici.[22]
Secondo lo scrittore e ricercatore greco-cipriota Tony Angastiniotis, almeno uno degli aggressori presentava un accento greco continentale, il che suggeriva che fosse un ufficiale greco.[22]
Reazioni
[modifica | modifica wikitesto]Le Nazioni Unite descrissero il massacro come un crimine contro l'umanità affermando che:
costituisce un ulteriore crimine contro l'umanità commesso dai sicari greci e greco-ciprioti.[23]
La strage fu riportata dai media internazionali, tra cui il The Guardian e The Times.[24] Rauf Denktaş rimandò un incontro con i greco-ciprioti dopo la scoperta della fossa comune.[25]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c (EN) Pierre Oberling, The Road to Bellapais: The Turkish Cypriot Exodus to Northern Cyprus, Social Science Monographs, 1982, p. 185, ISBN 978-0-88033-000-8. URL consultato il 18 dicembre 2021.
- ^ (FR) L'Événement du jeudi, S.A. L'Evénement du jeudi, 1995-04, p. 45. URL consultato il 18 dicembre 2021.
- ^ (EN) United Nations Security Council, Documents Officiels, vol. 41, 1988. URL consultato il 18 dicembre 2021.«Only three of the inhabitants of Atlilar (Aloa) survived this massacre. For the defenceless inhabitants of the villages of Murataga (Maratha) and Sandallar (Sandallaris)...»
- ^ a b (EN) Paul Sant Cassia, Bodies of Evidence: Burial, Memory and the Recovery of Missing Persons in Cyprus, Berghahn Books, 2005, p. 237, ISBN 978-1-57181-646-7. URL consultato il 18 dicembre 2021.
- ^ (FR) Gilles de Rapper, Pierre Sintès e Kira Kaurinkauski, Nommer et classer dans les Balkans, École française d'Athènes, 2008, p. 263, ISBN 978-2-86958-202-6. URL consultato il 18 dicembre 2021.
- ^ a b (TR) Muratağa ve Sandallar konusu AİHM'e götürülyor, su KIBRIS POSTASI. URL consultato il 18 dicembre 2021.
- ^ a b CYPRUS: Ankara's Slow Nibble, su time.com (archiviato dall'url originale il 22 dicembre 2008).
- ^ (EN) Paul Sant Cassia, Bodies of Evidence: Burial, Memory and the Recovery of Missing Persons in Cyprus, Berghahn Books, 2005, p. 69, ISBN 978-1-57181-646-7. URL consultato il 18 dicembre 2021.
- ^ List of Turkish Cypriot missing persons (PDF), su mfa.gov.cy (archiviato dall'url originale il 15 settembre 2011).
- ^ (EN) Jentleson, Bruce W., 1951-, Paterson, Thomas G.,, Encyclopedia of U.S. foreign relations, Oxford University Press, 1997, ISBN 978-0-19-511055-5, OCLC 34557986. URL consultato il 18 dicembre 2021.
- ^ Tony Jaques, Dictionary of battles and sieges : a guide to 8,500 battles from antiquity through the twenty-first century, Greenwood Press, 2007, ISBN 978-0-313-02799-4, OCLC 230808376. URL consultato il 18 dicembre 2021.
- ^ Van Coufoudakis, Cyprus and the European Convention on Human Rights: The Law and Politics of Cyprus v. Turkey, Applications 6780/74 and 6950/75, in Human Rights Quarterly, vol. 4, n. 4, 24/1982, pp. 450, DOI:10.2307/762205. URL consultato il 18 dicembre 2021.
- ^ (EN) European Commission of Human Rights, Applications nos. 6780/74 and 6950/75, Cyprus against Turkey: report of the Commission, Council of Europe, 1976, OCLC 1084656036. URL consultato il 18 dicembre 2021.
- ^ (EN) European Commission of Human Rights, Cyprus V Turkey Judgement (PDF), su law.gov.cy. URL consultato il 18 dicembre 2021 (archiviato dall'url originale il 4 giugno 2019).
- ^ Map of Cyprus (JPG), su ww38.kypros-cyprus.com (archiviato dall'url originale il 28 ottobre 2007).
- ^ ΚΥΠΡΟΣ - CYPRUS (612 villages, 9251,47 Km²) (PDF), su agrino.org. URL consultato il 18 dicembre 2021 (archiviato dall'url originale l'11 agosto 2011).
- ^ Famagusta, su prio-cyprus-displacement.net, PRIO Cyprus Center. URL consultato il 18 dicembre 2021.
- ^ Aloa, su prio-cyprus-displacement.net. URL consultato il 18 dicembre 2021.
- ^ Sevgul Uludag, Yeraltı Notları, Sevgul Uludag's blog on hamamboculeri.org: From Maratha to Voni: Rapes as a weapon of war…, su Yeraltı Notları, Sevgul Uludag's blog on hamamboculeri.org, 13 luglio 2014. URL consultato il 18 dicembre 2021.
- ^ Sevgül Uludağ,2 Ekim 2008, su stwing.upenn.edu. URL consultato il 18 dicembre 2021 (archiviato dall'url originale il 20 giugno 2021).
- ^ a b The Victoria Advocate - Ricerca Archivio di Google News, su news.google.com. URL consultato il 18 dicembre 2021.
- ^ a b Asmussen, Jan. Cyprus at war: diplomacy and conflict during the 1974 crisis (2008), I.B. Tauris, p. 349: "Angastiniotis relates that at least one of the attackers had spoken with a mainland Greek accent suggesting that he had been a junior mainland officer."
- ^ (EN) United Nations Office of Public Information, UN Monthly Chronicle, United Nations, Office of Public Information., 1974-07, p. 98. URL consultato il 18 dicembre 2021.
- ^ (EN) Clement Henry Dodd, The Political, Social and Economic Development of Northern Cyprus, Eothen Press, 1993, p. 101, ISBN 978-0-906719-18-3. URL consultato il 18 dicembre 2021.
- ^ (EN) Turkish Cypriote Puts Off Meeting With Ethnic Greeks, in The New York Times, 3 settembre 1974. URL consultato il 18 dicembre 2021.
Voci correlate
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