Discussione:Odontoiatria
Inserisco parte di articolo eliminata da utente anonimo. A naso direi che non ha torto. Snowdog 20:11, Dic 22, 2004
Attualmente, poiché sta assumendo crescente importanza una visione olistica (cioè più globale) dell'essere umano, la studio della postura della bocca è maggiormente indagato per meglio comprenderne ruolo e importanza nella postura di tutto il corpo.
Esemplificando molto: una malposizione dentaria influenza le tensioni dei muscoli stomatognatici, e questi, a loro volta influenzando le catene muscolari collegate verso il basso, ci spingono a cambiare il modo di stare in piedi che sarà "adattato" ma non più perfetto. Ma può accadere anche l'esatto contrario: assumiamo frequentemente una posizione scorretta del corpo (in piedi o da seduti) e le catene muscolari verso l'alto ci spingono a cambiare il modo di chiudere i denti che sarà "adattato" ma non più perfetto. Questo banale esempio può far capire come una visione olistica della medicina richieda che anche l'odontoiatra possa indagare i piedi (e inviare il paziente anche da un ortopedico-posturologo), o indagare altre sezioni del corpo, per svelare la causa di una malposizione dentaria. Ma, viceversa, come un ortopedico-posturologo possa sospettare una causa dentaria (e inviare il paziente anche da un odontoiatra).
Imprecisioni
[modifica wikitesto]Credo che si dovrebbero correggere un paio di imprecisioni:
1) la terapia per le cisti,secondo molti,è solo chirurgica e non è possibile in alcun modo indurre la regressione di una cisti attraverso l'endodonzia.
- Vero, ma dipende molto dalla definizione di cisti... --Massimo Finizio 09:07, Ago 23, 2005 (CEST)
2) l'apicectomia consiste nell'exeresi (asportazione chirurgica) dell'apice dentario,e non del granuloma anche se talvolta le due operazioni avvengono simultaneamente.
- Etimologicamente corretto, ma troppo estremo. Penso si possa dire che consiste nell'asportazione chirurgica dell'apice del dente e dei tessuti cistici o di granulazione che lo circondano. --Massimo Finizio 09:07, Ago 23, 2005 (CEST)
3) tutti gli autori sono concordi nell'attribuire una eziologia multifattoriale ed allo stesso tempo incerta alla malattia parodontale,come dimostra lo studio di Genco R. pubblicato sul Journal of Periodontology del 1996. I fattori in questione sono i batteri e i geni presenti nel DNA umano,più fattori di rischio quali fumo,malattie metaboliche (come il diabete) e l'età. Infatti non c'è prova del fatto che la sola presenza di batteri o stimoli traumatici possa indurre la malattia parodontale. Pertanto il riferimento al prof. Planas (peraltro mai sentito nominare) mi pare fuori luogo perché non ho trovato né in bibliografia né nel link riportato alcuna prova scientifica di quanto sostenuto. Tanto più che praticamente nessuno riconosce nei traumi occlusali l'eziologia della malattia parodontale.
4) Se posso aggiungere non mi risulta che ci si debba iscrivere perforza all'ordine della provincia in cui si esercita.
- Rimuoverei anch'io il link al prof. Planas e lo eliminerei dal testo, conservando però il riferimento al trauma occlusale che viene considerato anche da altri fattore di rischio. --Massimo Finizio 09:07, Ago 23, 2005 (CEST)
- Vi sono autori (come il Prof. Kaare Langeland negli USA e, mi pare, il Dr. Nicola Perrini in Italia) che sostengono che una percentuale non indifferente (si parla anche di un 60%) di "granulomi", radiologicamente diagnosticati, sarebbero in realtà piccole cisti. Inoltre, nella esperienza dei citati autori, il trattamento endodontico di cisti anche grandi può avere successo se intenzionalmente si va oltre apice con la strumentazione. Al fine di rompere meccanicamente la continuità della cisti. Il che mette in moto un processo di fagocitosi da parte dell'organismo stesso (coadiuvato dalla terapia sterilizzante endodontica). Non mi pare allora corretto, se quanto questi autori affermano è vero, il dire che la terapia delle cisti è esclusivamente chirurgica. --Samuel John Porter 11:16, Ott 19, 2005 (CEST)
- Non meraviglia che non si conosca il nome del Prof. Pedro Planas. Poiché la nostra odontoiatria europea è sovrastata da un pensiero nord-americano e trascura quella di lingua spagnola. Una esplorazione un po' più attenta del sito www.aippitalia.it che avevo inserito (e altri cassato) avrebbe sùbito, nel link interno "Libri", svelato che una bibliografia esiste!
In particolare rimando al nome della Prof.ssa Wilma Alexandre Simoes, brasiliana, di cui compare sul sito della Associazione Italiana Pedro Planas (Membro della Federazione Internazionale Associazioni Pedro PLanas, FIAPP) la copertina della traduzione in spagnolo dal portoghese dei suoi due volumi (per oltre 1100 pagine). La Simoes è stata la riconosciuta allieva prediletta del Prof. Planas, è conosciuta (in Sud America) docente universitaria; e si può facilmente reperire il suo curriculum di tutto rispetto. È sufficiente impostare una ricerca su PubliMed per veder citato il suo nome in moltissime ricerche. --Samuel John Porter 11:16, Ott 19, 2005 (CEST)
- Pur rispettando e condividendo in larga parte l'impostazione filosofica di Planas, faccio presente che
- L'articolo si chiama Odontoiatria e non "Riabilitazione Neuro-Occlusale", e ritengo che ci siano tanti siti che parlano di odontoiatria in modo più completo e rilevante per il pubblico non specialistico rispetto a quelli di singole associazioni, a maggior ragione quando trattano aspetti parziali dell'odontoiatria.
- Nulla vieta di creare un articolo "riabilitazione neuro-occlusale" e parlare più ampiamente delle posizioni di Planas (ricordando però il NPOV)
- Non penso di dire nulla di nuovo se ti dico che pubblicare un libro non comporta nessuna verifica scientifica di quello che si scrive, ma solo una legittima aspirazione a diffondere le proprie idee. Quindi non è corretto citare i libri come prova di validità scientifica. La ricerca du Pubmed delle pubblicazioni degli autori citati, poi, pur essendo numerose, sono pubblicate su un numero ristrettissimo di riviste né recenti né particolarmente autorevoli.--Finizio 14:30, ott 19, 2005 (CEST)
- La etiologia della malattia parodontale dell'adulto è certamente multipla, ma sappiamo dalla Scuola del Prof. Lindhe (di Goteborg,Svezia, per i profani) che il trauma occlusale aumenta del 50% la distruzione di parodonto sui danni batterici. Ma, ancorché ignoto e negletto alla cultura odontoiatrica statunitense e nordeuropea, il Prof. Planas aveva clinicamente mostrato come una bocca funzionalmente ben equilibrata (quindi occlusione abituale collimante con l'occlusione miocentrica) fosse esente da m. parodontale (e la possa fermare!). Non dette e, che io sappia, non esiste ancora una "dimostrazione scientifica" di quanto sopra ricordo, ma sta di fatto che tutti i Colleghi Odontoiatri (tra i quali il sottoscritto) che si avvalgono anche dell'ottica terapeutica di Planas vedono denti con mobilità 3 e poco residuo osso parodontale (valutazione radiografica), vedono una incredibile (sic) stabilizzazione di detti elementi. Che non devono più essere estratti. Non mi dilungo: chi (invito precipuo agli "addetti ai lavori") vuole può abbondantemente documentarsi partendo proprio dalla bibliografia citata nel sito cassato (e che inviterei a reinserire) e sopra ricordato. Nonché contattare la AIPP per il Congresso, i Corsi e tutte le attività d'associazione. Che hanno appunto lo scopo di far conoscere anche ai Colleghi italiani il valore della filosofia del Prof. Pedro Planas. --Samuel John Porter 19:27, Ott 19, 2005 (CEST)
- Mi attribuisci cosa che io non ho detto. Non ho infatti citato libri "come prova di validità scientifica". Mi ero limitato a far notare, ed è cosa ben diversa e vera, che una bibliografia esiste. Visto che qualcuno l'aveva erroneamente detta inestistente; e detto Planas ignoto (affermazione, quest'ultima, sufficientemente vera/falsa in ambito europeo e statunitense). --Samuel John Porter 19:27, Ott 19, 2005 (CEST)
- Sorry, mi sono espresso male.--Finizio 21:16, ott 19, 2005 (CEST)
- Dopo la aneddotica e prima delle dimostrazioni scientifiche, esiste la clinica con la sua esperienza. Non credo che l'esperienza clinica possa essere spazzata via, ancorché non ancora assurta agli altari delle dimostrazioni scientifiche. Se così fosse non esisterebbe neanche la scienza, visto che è il pensiero che crea le dimostrazioni e non le dimostrazioni che creano il pensiero. Mi pare certo corretto non inverare una qualsiasi bibliografia, ma qui stiamo parlando di clinici che ci hanno studiato una vita, travasando in un libro il frutto di 50 anni di professione al servizio dei pazienti. Questo mi pare non possa essere disprezzato o sottovalutato, in nome della scienza. Se così facessimo, quanto della medicina sopravviverebbe? --Samuel John Porter 19:27, Ott 19, 2005 (CEST)
- Poco della medicina, ma molti pazienti in più sopravviverebbero (ovviamente non nella nostra disciplina). Chi ha esperienza clinica, se vuole diffonderla, deve verificarla scientificamente e fare in modo che le proprie idee vengano rese anche attacabili. Abbiamo (non mi riferisco a Planas) le cronache piene di guaritori con o senza laurea per permetterci di non verificare con approccio evidence based le nostre convinzioni cliniche.--Finizio 21:16, ott 19, 2005 (CEST)
- Mi pare ci sia una certa contraddizione nell'argomentare dapprima che "ci siano tanti siti che parlano di odontoiatria in modo più completo e rilevante per il pubblico non specialistico rispetto a quelli di singole associazioni, a maggior ragione quando trattano aspetti parziali dell'odontoiatria." per poi, subito dopo, suggerire che "Nulla vieta di creare un articolo "riabilitazione neuro-occlusale" e parlare più ampiamente delle posizioni di Planas". Una delle due esclude, dal tuo dire, l'altra. Gli aspetti sono sempre "parziali". --Samuel John Porter 19:27, Ott 19, 2005 (CEST)
- Non vedo contraddizione, in wikipedia puoi scrivere qualsiasi cosa di cui sei a conoscenza e che possa avere un interesse per qualcuno. Puoi mettere l'articolo Vanuatu, ma non puoi mettere la descrizione o i link ad un sito di Vanuatu nella pagina Organizzazione delle Nazioni Unite in quanto chi cerca l'ONU è improbabile che cerchi Vanuatu ed anche perché non sarebbe possibile mettere TUTTI i link e TUTTE le descrizioni dei paesi membri.
Così ti incoraggerei a scrivere l'articolo riabilitazione neuro-occlusale ed anche l'articolo Pedro Planas, ma non lo vedo bene in Odontoiatria o in Salute. --Finizio 21:16, ott 19, 2005 (CEST)
- Dal mio punto di vista, nulla vieterebbe di stilare un articolo sulla "Riabilitazione Neuro-Occlusale", salvo forse due (comunque opinabili) considerazioni: 1) entriamo in materia iperspecialistica (siamo infatti all'interno di UNA delle molteplici visioni gnatologiche: può trovare spazio in una enciclopedia dedicata a tutti?); 2) Il sito www.aippitalia.it contiene già al suo interno delle sintetiche spiegazioni proprio dedicate a quei non medici che volessero formarsi una idea, sia pur minima, di cosa intenda Planas. Ha senso ri-scrivere le stesse cose all'interno di Teknopedia? Quando, con un banale link (vivaddio, è uno dei punti di forza di internet e della ipertestualità!) si può rimandare il lettore interessato là dove sono già scritte? Se quanto dico sui link è scorretto, allora non comprendo perché in fondo alla stessa pagina dell'articolo "Odontoiatria" debba comparire un link ad un glossario di un sito internet altro dalla Teknopedia: per coerenza andrebbe cassato anch'esso in attesa che qualcuno lo riscrivesse dentro la Teknopedia (e quanti altri link? Di quanti altri articoli?). --Samuel John Porter 19:27, Ott 19, 2005 (CEST)
- Teknopedia ha le caratterisctiche di modificabilità e di neutralità che conosci. Un sito come quello indicato ha obiettivi legittimamente opposti. Questo è solo uno dei motivi per cui wikipedia non potrà mai essere una semplice raccolta di link. I link hanno senso se aggiungono qualcosa all'argomento trattato e se riguardano direttamente questo. Il link in questione parla di odontoiatria in generale partendo dalle parole dell'odontoiatria. --Finizio 21:16, ott 19, 2005 (CEST)
Normativa
[modifica wikitesto]Dal punto di vista storico esistono anche questi provvedimenti dedicati all'odontoiatria:
Legge 31/03/1912 n.298 Gazzetta Ufficiale Numero 90 del 15 aprile 1912 “Legge sull'obbligo della laurea in medicina e chirurgia per l'esercizio della odontoiatria.”
Regio Decreto Legge 16/10/1924 n. 1755 (in Gazz. Uff., 13 novembre, n. 265) “Disposizioni concernenti l'esercizio della odontoiatria e prostesi dentaria.”
Legge 23 Giugno 1927, N. 1187 (Gu N. 164 Del 18/07/1927) “Provvedimenti a favore degli odontotecnici concessionari delle nuove provincie del Regno.“
Regio Decreto Legge 13/01/1930 n. 20 (in Gazz. Uff., 8 febbraio, n. 32). “Iscrizione dei dentisti abilitati in elenchi transitori aggiunti agli albi dei medici.”
Legge L 05/06/1930 n. 943 (in Gazz. Uff., 21 luglio, n. 169). “Conversione in legge, con emendamenti, del Regio decreto-legge 13 gennaio 1930, n. 20, concernente la iscrizione dei dentisti abilitati in elenchi transitori aggiunti agli albi dei medici.”
RD 27 luglio 1934, n. 1265 art.367 (G.U. 9 agosto 1934, n. 186, suppl. ord.) “Approvazione del testo unico delle leggi sanitarie” (IN VIGORE, con modifiche)
LEGGE 11 MARZO 1972, n. 118 (GU n. 095 del 11/04/1972) art. 31 “Provvedimenti a favore delle popolazioni alto-atesine.”
corso di laurea
[modifica wikitesto]perchè e da quando il corso di laurea è diviso da quello di medicina? è bene scriverlo. --Placca Condor 15:16, 26 mar 2011 (CET)
Campi di pertinenza
[modifica wikitesto]Sarebbe interessante se si riuscissero ad ottenere informazioni riguardo i confini e i campi di pertinenza dell'odontoiatra e dei medici specialisti, come ad esempio il chirurgo maxillo-facciale. Cosa può fare uno e cosa può fare l'altro? Mi sembra un tema molto enciclopedico. Io però non so dove prendere queste informazioni. 93.39.251.90 (msg) 18:46, 21 mag 2011 (CEST)
Semplicemente non esiste un protocollo preciso per cui si dice dove inizia il campo di uno e dove inizia l'altro (per quanto riguarda i campi comuni). Questo vale anche per tanti altri medici...comunque semplicemente lo scopo delle due figure è diverso, per cui il problema di per se non si pone.
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