Bellottia apoda

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Bellottia apoda
Immagine di Bellottia apoda mancante
Stato di conservazione
Specie non valutata
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseActinopterygii
OrdineOphidiiformes
FamigliaBythitidae
GenereBellottia
Specie'B. apoda'
Nomenclatura binomiale
Bellottia apoda
Giglioli, 1883
Sinonimi

Bellotia apoda

Nomi comuni

Brotola apoda

Bellottia apoda, nota in italiano come brotola apoda, è piccolissimo un pesce osseo marino della famiglia Bythitidae. Il genere Bellottia deriva il suo nome dall'ittiologo Cristoforo Bellotti.

Distribuzione e habitat

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È presente nel mar Mediterraneo (mar Adriatico compreso, dove appare non rara) e nell'oceano Atlantico orientale subtropicale. Non è comune in nessuna parte del suo areale ed è riscontrata solo occasionalmente ma forse solo perché difficile da catturare e da individuare nel sacco delle reti a strascico per le dimensioni minime e l'aspetto poco appariscente.

Vive tra 30 e quasi 600 metri di profondità. Nel golfo di Napoli è stata catturata più volte sulle praterie di Posidonia oceanica a basse profondità.

Il corpo è leggermente compresso ai lati e la testa molto grande, un po' schiacciata dall'alto in basso. La bocca è grande, supera l'occhio di un buon tratto, e le mascelle robuste. La testa è dotata di papille e di grandi pori ben visibili. Ha un aspetto quasi anguilliforme, con le pinne dorsale, anale e caudale unite e non distinte. La parte posteriore del corpo è appuntita e fortemente compressa. Le pinne ventrali mancano del tutto, le pinne pettorali hanno dimensioni modeste e base d'inserzione larga. Le scaglie sono piccole ed embriciate. Sono presenti due linee laterali, una ben visibile al centro del corpo, l'altra vicino al profilo dorsale.

Il colore è bruno-beige con minuta puntinatura nera e regione ventrale scura.

Si tratta di una specie minuscola che raggiunge al massimo i 6,5 cm ma di solito non supera i 4,5.

Visti i ritrovamenti sporadici la biologia di questa specie è quasi ignota.

Alimentazione

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Si ciba di piccoli invertebrati, sia planctonici che bentonici.

Viviparo. Il maschio ha un organo copulatore impiegato per la fecondazione interna che avviene mediante spermatofore.

Occasionale con retini per i gamberetti.

  • Tortonese E. Osteichthyes, Calderini, 1975
  • Costa F. Atlante dei pesci dei mari italiani, Mursia, 1991 ISBN 88-425-1003-3

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