Sicalis flaveola

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Fringuello zafferano

Maschio, Brasile

Femmina
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
SubphylumVertebrata
ClasseAves
SottoclasseNeornithes
SuperordineNeognathae
OrdinePasseriformes
SottordineOscines
InfraordinePasserida
SuperfamigliaPasseroidea
FamigliaThraupidae
GenereSicalis
SpecieS. flaveola
Nomenclatura binomiale
Sicalis flaveola
(Linnaeus, 1766)
Sinonimi

Fringilla flaveola
Linnaeus, 1766

Areale

Il fringuello zafferano o botton d'oro (Sicalis flaveola (Linnaeus, 1766)) è un fringuello del Sud America, molto comune nelle aree aperte e semiaperte delle pianure al di fuori del bacino dell'Amazzonia. Questo piccolo uccello ha un'ampia distribuzione che comprende la Colombia, il Venezuela settentrionale (dove è chiamato "canario de tejado" ossia "canarino dei tetti"), l'Ecuador occidentale, il Perù occidentale, il Brasile orientale e meridionale (dove è chiamato "canário-da-terra" o "canarino nativo"), Bolivia, Paraguay, Uruguay, Argentina settentrionale e Trinidad e Tobago. È stato anche introdotto alle Hawaii, a Porto Rico e altrove. Sebbene comunemente considerato un canarino, non è correlato al canarino atlantico. In precedenza, è stato collocato negli Emberizidae ma è più vicino ai "mangia semi".[2]

Il maschio è di colore giallo brillante con una corona arancione sul capo che lo distingue dalla maggior parte degli altri fringuelli gialli (ad eccezione del fringuello giallo dalla fronte arancione). Le femmine sono più difficili da identificare, e la livrea è solo una versione leggermente più opaca del maschio, ma nella sottospecie meridionale S. f. pelzelni sono bruno oliva con pesanti venature scure.

Il fringuello zafferano fu formalmente descritto nel 1766 dal naturalista svedese Carl Linnaeus nella 12ª edizione del suo Systema Naturae con il nome binomiale Fringilla flaveola.[3] L'epiteto specifico è un diminutivo del latino flavus che significa "dorato" o "giallo".[4] La località tipo è il Suriname.[5] Il fringuello zafferano è ora inserito nel genere Sicalis, creato nel 1828 dallo zoologo tedesco Friedrich Boie.[6][7]

Sicalis flaveola ha cinque sottospecie:[2]

  • S. f. flaveola (Linnaeus, 1766) – Trinidad, Colombia, Venezuela e le Guiane;
  • S. f. valida Bangs & Penard, TE, 1921 – Ecuador e Perù nordoccidentale;
  • S. f. brasiliensis (Gmelin, JF, 1789) – Brasile orientale;
  • S. f. pelzelni Sclater, PL, 1872 – Bolivia orientale, Paraguay, Brasile nordorientale, Argentina settentrionale e Uruguay;
  • S. f. koenigi Hoy, G, 1978 – Argentina nordoccidentale

Vive in colonie che non scendono sotto la decina di esemplari.

Il canto del fringuello zafferano è piacevole ma ripetitivo, e ciò, combinato con il loro aspetto, li ha portati ad essere spesso tenuti in cattività come uccelli canori in molte zone del suo areale.

Sicalis flaveola.ogg (info file)
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Ascolta il canto di Sicalis flaveola

Alimentazione

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Si nutre di semi e anche d'insetti.

Il fringuello zafferano nidifica, tipicamente, nelle cavità degli alberi, sebbene sia stato visto nidificare anche nei nidi abbandonati dell'hornero rossiccio (Furnarius rufus), tra i rami dei bambù e sotto i tetti delle case. Difatti questa specie tollera la vicinanza umana, e appare spesso nelle aree suburbane e frequenta spesso le mangiatoie per uccelli. I maschi sono poligami, accoppiandosi con due femmine durante la stagione della nidificazione, e territoriali, il che ha portato la specie ad essere utilizzata in sport sanguinari tra due maschi rinchiusi in una gabbia per combattere fino alla morte.[8][9]

Ad inizio primavera la femmina si nutre degli insetti lungo i fiumi o nell'acqua (tipo buffalos), che avranno il doppio vantaggio di stimolarne l'estro e al contempo di essere utilizzati, specie nei primi giorni di vita, per l'imbeccata alla prole, che durante la prima settimana, come gli zigoli, è prevalentemente insettivora.

  1. ^ (EN) BirdLife International 2016, Sicalis flaveola, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020. URL consultato il 9 novembre 2017.
  2. ^ a b (EN) F. Gill e D. Donsker (a cura di), Family Thraupidae, in IOC World Bird Names (ver 9.2), International Ornithologists’ Union, 2019. URL consultato l'11 maggio 2014.
  3. ^ (LA) Carl Linnaeus, Systema naturae : per regna tria natura, secundum classes, ordines, genera, species, cum characteribus, differentiis, synonymis, locis, Volume 1, Part 1, 12th, Holmiae (Stockholm), Laurentii Salvii, 1766, p. 321.
  4. ^ James A. Jobling, The Helm Dictionary of Scientific Bird Names, London, Christopher Helm, 2010, p. 160, ISBN 978-1-4081-2501-4.
  5. ^ Raymond A. Jr Paynter (a cura di), Check-List of Birds of the World, Volume 13, Cambridge, Massachusetts, Museum of Comparative Zoology, 1970, p. 126.
  6. ^ (DE) Friedrich Boie, Bemerkungen über mehrere neue Vogelgattungen, in Isis von Oken, vol. 21, 1828, Cols 312–328 [324].
  7. ^ Frank Gill, David Donsker e Pamela Rasmussen (a cura di), Tanagers and allies, in IOC World Bird List Version 10.2, International Ornithologists' Union, luglio 2020. URL consultato il 16 ottobre 2020.
  8. ^ Cf. José Felipe Monteiro Pereira, Aves e Pássaros comuns do Rio de Janeiro, Rio de Janeiro, Technical Books, 2008, ISBN 978-85-61368-00-5, page 134
  9. ^ Sharon Peters, Authorities crack down on finch-fighting rings, USA Today, 9 marzo 2010. URL consultato il 26 aprile 2017.

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