Il giardino di Elizabeth

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Il giardino di Elizabeth
Maniero degli Arnim a Nassenheide, Collezione Alexander Duncker
AutoreElizabeth von Arnim
1ª ed. originale1889
1ª ed. italiana2001
Genereromanzo
Sottogenereautobiografico
Lingua originaleinglese
AmbientazioneGermania, anni 1890

Il giardino di Elizabeth (Elizabeth and Her German Garden) è un romanzo di ispirazione autobiografica della scrittrice britannica Elizabeth von Arnim, pubblicato nella prima edizione in lingua inglese nel 1898 con lo pseudonimo di Elizabeth, senza cognome[1].

Genesi del romanzo

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Il giardino di Elizabeth fu ispirato dall'amore per la residenza di Nassenheide in Pomerania (oggi Rzędziny, Polonia)[2][3] dove Elizabeth von Arnim si trasferì nel 1897 con il primo marito, il conte tedesco Henning August von Arnim-Schlagenthin. Il romanzo fu pubblicato l'anno successivo ed ebbe un successo clamoroso (ben 21 edizioni nel 1899[4]), tanto che da allora l'autrice firmò la maggior parte delle opere successive con la dicitura «by the author of "Elizabeth and her German garden"»[5].

Il romanzo è sotto forma di un diario tenuto in prima persona, dal 7 maggio al 18 aprile dell'anno seguente, da una signora inglese sposata a un nobile prussiano. Dopo cinque anni di matrimonio e la nascita di tre figlie, da lei chiamate in base al mese di nascita, la donna è scontenta della grande e caotica città nella quale abitano e, desiderosa di solitudine, rivela al marito di volersi trasferire in Pomerania nell'isolata tenuta familiare. Con l'approvazione del suo indulgente marito, da lei chiamato tuttavia "Uomo della collera", la donna si dedica alla ristrutturazione dell'enorme abitazione e soprattutto del giardino che la circonda. La pace e la bellezza del luogo l'appassionano ogni giorno di più, sebbene dapprima i familiari non siano lieti dei nuovi interessi della donna:

«La prima parte di quel periodo di beatitudine fu la più perfetta, perché non avevo null'altro a cui pensare tranne che alla pace e alla bellezza che mi circondavano. Poi comparve colui che ha il diritto di apparire come e quando vuole e mi rimproverò per non aver mai scritto, e quando gli risposi che ero stata letteralmente troppo felice per pensare a scrivere parve prendere come una critica, che lo colpiva di riflesso, la considerazione potevo essere felice da sola. [...] Cercai di rabbonirlo, ma nella placò quell'Uomo della Collera, e disse che sarebbe rientrato immediatamente dalla famiglia trascurata. Così se ne andò, e il resto di quel prezioso periodo fu disturbato da rimorsi di coscienza (ai quali vado molto soggetta) ogni qualvolta scoprivo dentro di me il desiderio di mettermi a saltare dalla gioia.»

In realtà Elizabeth preferisce vivere da sola:

«La frenesia di stare sempre con i propri pari, e la paura di essere lasciati soli per poche ore, è per me del tutto incomprensibile. Io sono capace d'intrattenermi benissimo da me stessa per settimane di seguito, senza accorgermi per nulla, se non per la pace che mi pervade, di essere stata sola.»

  1. ^ Elizabeth and her German garden, Leipzig: Tauchnitz, 1900; edizione in lingua italiana: Il giardino di Elizabeth, traduzione di Graziella Bianchi Baldizzone, Torino: Bollati Boringhieri, 1989, ISBN 88-339-0491-1
  2. ^ Leslie De Charms, Elizabeth of the german garden: a biography, London, etc: Heinemann, 1958. Il testo è una biografia di Mary Annette Beauchamp (pseudonimo: Elizabeth von Arnim) scritta da sua figlia Liebet von Arnim Butterworth (pseudonimo: Leslie De Charms)
  3. ^ Jeffrey M. Heath (a cura di), The Creator as Critic and Other Writings by E.M. Forster, London: Dundurn, 2008, pp. 613-6, ISBN 1-77070-178-8, ISBN 978-1-77070-178-6 (Google libri)
  4. ^ Miranda Kiek, «Elizabeth von Arnim: The forgotten feminist who’s flowering again», The Independent, Tuesday 8 November 2011
  5. ^ Jennifer Walker, Elizabeth of the German Garden: A Literary Journey, Brighton: Book Guild, 2013. ISBN 978-1-84624-851-1

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