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Emirato di Soran
Soran میریتیا سۆران | |
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Entità curde nel 1835 | |
Dati amministrativi | |
Lingue ufficiali | turco ottomano |
Capitale | Rawandiz |
Politica | |
Forma di Stato | Emirato |
Mir | Muhammad Pasha di Rawanduz |
Nascita | 1816 |
Causa | Istituzione |
Fine | 1836 |
Causa | Scioglimento |
Territorio e popolazione | |
Evoluzione storica | |
Preceduto da | Impero ottomano |
Succeduto da | Impero ottomano |
L'Emirato di Soran (in curdo میرنشینی سۆران)[1] era un emirato curdo medievale fondato prima della conquista del Kurdistan da parte dell'Impero ottomano nel 1514.[2] Fu successivamente rianimato dall'emiro Kor con sede a Rawandiz dal 1816 al 1836.[3] Kor fu estromesso da un'offensiva degli ottomani.[4]
Primi anni
[modifica | modifica wikitesto]Anche se non esiste una data certa sull'origine dell'Emirato di Soran, lo storico curdo Sharaf al-Din Bitlisi menziona l'emirato nello Sharafnama nel 1597 che fu stabilito da un pastore di nome Isa. Bitlisi afferma che gli abitanti del villaggio seguirono rapidamente il popolare Isa e attaccarono il castello di Rewan dove si stabilirono. Adottarono il nome Soran che significa 'dal rosso' dalle pietre rosse nei pressi del castello. Lo studioso Qadir Muhammad Muhammad scrive che l'emirato fu probabilmente fondato tra il 1330 e il 1430.[5]
Anni dopo, durante la battaglia di Cialdiran nel 1514 tra gli ottomani e Safavidi, l'Emirato riuscì a conquistare terre tra Erbil e Kirkuk.[6] Nel 1534, l'emiro Ezaddin Sher fu giustiziato da Solimano il Magnifico per via del trattamento riservato ai servi dell'imperatore e l'emirato fu dato agli yazidi guidati da Hussein Beg. Quest'ultimo governò come un brutale tiranno e fu presto rovesciato dalla famiglia del precedente emiro guidata dall'emiro Saifaddin il quale fu a sua volta giustiziato dall'imperatore a Costantinopoli, spingendo l'emirato nell'anarchia.[7]
Sotto l'emiro Kor
[modifica | modifica wikitesto]L'ultimo principe dell'emirato fu l'emiro Muhammad Kor, che regnò dal 1813 al 1836. Il padre, Mustafa Beg, gli consegnò pacificamente il principato. Nei primi anni del suo governo riuscì a consolidare il suo potere e iniziò a lanciare attacchi contro il vicino principato di Baban. Occupò Harir nel 1822, Koysinjaq, Altunkupri ed Erbil nel 1823 e conquistò Akre e Raniyah nel 1824. Il fiume Zab fu stabilito come confine tra i due emirati.[5]
Mentre la regione subì un vuoto di potere a causa del declino di Baban, della guerra russo-turca dal 1828 al 1829 e della guerra egiziano-ottomana dal 1831 al 1833, guidò una forza tribale a Rawandiz, costruì una cittadella nella città e costituì un esercito. Tra il 1831 e il 1834 riuscì a catturare diversi paesi e città in altri emirati curdi. Nel 1831 conquistò l'emirato di Bahdinan di Amedi.[8] Kor allargò ulteriormente la sua influenza a Mardin, Cizre e Nusaybin, costringendo il sovrano del Bohtan Mir Sevdin ad accettare la sua autorità, un fatto che causò serie preoccupazioni nella capitale ottomana Costantinopoli.[8] Kor catturò quindi Akre e oppresse gli yazidi nelle nuove aree appena conquistate.[8]
Sotto l'emiro Kor, l'emirato di Soran sviluppò un potente esercito che consisteva tra i 30.000 e i 50.000 moschettieri tribali a cui venivano dati stipendi regolari, con l'aspetto di un esercito nazionale.[5] Lo stesso Kor mangiava ogni sera con 100-200 soldati di diverse tribù. Una moltitudine di tribù diverse si unirono al suo esercito come Baliki, Rewendek, Sidek, Shirwani, Rusuri, Malibas, Sheikhab, Nurik, Kheilani, Hnearai, Sheikh Mahmudi, Kassan, Derijiki, Bamami, Sekw, Shikuli, Mendik, Baimar e Piraji.[5]
Temendo una cooperazione tra l'Emirato di Soran e Muhammad Ali d'Egitto, gli ottomani inviarono un esercito a Soran nel 1834. Kor riuscì a respingere le forze e spingersi verso l'Iran.[8] Ciò portò i notabili curdi di Bradost, Akre e Amedi a lamentarsi con Reşid Mehmed Pasha del governo ottomano sostenendo di essere stati oppressi dal Mir Kor di Soran.[8]
Kor cercò di sottomettere gli Assiri di Tyari nel 1834, ma subì un'umiliante sconfitta nei pressi del villaggio di Lezan nel Basso Tyari. Questa sconfitta giocò un ruolo importante nella caduta dell'emirato.[9][10][11][12] Una seconda offensiva ottomana fu avviata nel 1836 che costrinse Kor a ritirarsi a Rawandiz, principalmente a causa della mancanza di sostegno da parte dei suoi alleati tribali.[13]
Dopo aver fatto pressioni per arrendersi dalla situazione data, l'emiro Kor si recò a Istanbul per i negoziati, dove gli fu conferita l'autorità sull'area dell'Emirato di Soran. Tuttavia sulla via del ritorno scomparve nell'area del Mar Nero. L'Impero ottomano sostenne suo fratello Rasul come emiro dell'Emirato. L'Emirato alla fine cadde vittima della crescente centralizzazione dell'Impero ottomano.[14][15]
Presa di coscienza curda
[modifica | modifica wikitesto]Ci furono tratti di presa di coscienza curda da parte dell'Emirato di Soran, incluso il desiderio di unire tutte le aree curde sotto un unico dominio e l'uso di uniformi curde per il proprio esercito. Su questo elemento, il fratello di Emir Kor, Rasul, disse allo scrittore e viaggiatore britannico Frederick Milingen:[16]
«Con un genio d'aspirazione aveva concepito la grande idée di emancipare il suo paese dall'autorità dei sultani e di consolidare il potere della sua famiglia. Unendo le qualità di un conquistatore e di un legislatore, Mehemet Pasha è riuscito ad estendere il suo dominio sulle vicine province di Kerkuk [sic] e Mussul [sic], e a radunare sotto la sua bandiera un gran numero di truppe Curde [sic].»
«With an aspiring genius he had conceived the grande idée of emancipating his country from the authority of the sultans, and of consolidating the power of his family. Uniting the qualities of a conqueror and of a legislator, Mehemet Pasha succeeded in extending his sway over the neighbouring provinces of Kerkuk[sic] and Mussul [sic], and in gathering under his flag a large number of Koordish [sic] troop.»
Inoltre, il ricercatore Ghalib scrive:[17]
«Attraverso molti secoli di dominio ottomano, [i Curdi] non sono riusciti a costruire un senso di comunità tra i curdi e il sovrano dominante. I curdi ricordavano la loro felicità sotto Soran e altri emirati curdi. Pertanto, non hanno accolto con favore i funzionari ottomani. Ricordare il passato è importante per tenere a mente la propria storia.»
«[T]hrough many centuries of Ottoman rule, they [Kurds] could not build up a sense of community between the Kurds and the dominant ruler. Kurds remembered their happiness under Soran and other Kurdish emirates. Therefore, they did not welcome the Ottoman officials. Remembering the past is important for keeping one’s own history in mind.»
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Mustafa, 2019, p. 1.
- ^ Ghalib, 2011, p. 50.
- ^ Ebraheem, 2013, p. 35.
- ^ Eppel, 2016, pp. 54-55.
- ^ a b c d (EN) Qadir Muhammad Muhammad, Kurds and Kurdistan in the View of British Travellers in the Nineteenth Century, University of Leicester, 14 dicembre 2017, pp. 94-98.
- ^ Ghalib, 2011, p. 52.
- ^ Ghalib, 2011, p. 53.
- ^ a b c d e (EN) Sabri Ates, The End of Kurdish Autonomy: The Destruction of the Kurdish Emirates in the Ottoman Empire, Cambridge University Press, 2021, p. 76, ISBN 978-1-108-47335-4.
- ^ (EN) Hirmis Aboona, Assyrians, Kurds, and Ottomans: Intercommunal Relations on the Periphery of the Ottoman Empire, Cambria Press, 2008, p. 173, ISBN 978-1-61336-471-0.
- ^ Ross, Mosul, 19 November 1847. From Ross to Layard, 61,63,79
- ^ (EN) Henry James Ross, Letters from the East, J. M. Dent & Company, 1902, pp. 62-63.
- ^ (EN) Thomas Laurie, Dr. Grant and the Mountain Nestorians, Gould and Lincoln, 1853, p. 262, ISBN 978-0-7905-5103-6.
- ^ Eppel, 2018, pp. 42-43.
- ^ Eppel, 2016, p. 56.
- ^ Eppel, 2018, p. 43.
- ^ Millingen, 1870, p. 184.
- ^ Ghalib, 2011, p. 111.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Ebraheem, Sharameen, The Impact of Architectural Identity on Nation Branding: The Case Study of Iraqi Kurdistan (PDF), Manchester Metropolitan University's Research Repository, 2013.
- (EN) Eppel, Michael, A People Without a State, The Kurds from the Rise of Islam to the Dawn of Nationalism, Routledge, 2016, ISBN 978-1-4773-0911-7.
- (EN) Eppel, Michael, The Kurdish emirates, Routledge Handbooks Online, 2018, DOI:10.4324/9781315627427-4, ISBN 978-1-138-64664-3.
- (EN) Ghalib, Sabah Abdullah, The Emergence of Kurdism with Special Reference to the Three Kurdish Emirates within the Ottoman Empire, 1800-1850, University of Exeter, 2011.
- (EN) Millingen, Frederick, Wild Life Among the Koords, Hurst and Blackett, 1870.
- (KU, EN) Ahmad Mustafa, Otamans Empire toward Soran Emirat during the authority amir Muhammed of Rowandiz (1813-1836), in Twejer, vol. 2, n. 3, 2019-08, DOI:10.31918/twejer.1923.10. URL consultato il 28 gennaio 2023 (archiviato dall'url originale il 30 giugno 2022).