Indice
Cometa ISON
Cometa C/2012 S1 (ISON) | |
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Stella madre | Sole |
Scoperta | 21 settembre 2012 |
Scopritore | Vital Mikalaevič Newski, Artëm Olegovič Novičonok |
Parametri orbitali | |
(all'epoca 2456600,5 4 novembre 2013[1]) | |
Semiasse maggiore | 5436,586 UA |
Perielio | 0,01244 UA |
Afelio | 10873,16 UA |
Periodo orbitale | 400864,5 anni |
Inclinazione orbitale | 62,405° |
Eccentricità | 0,9999977 |
Longitudine del nodo ascendente | 295,651° |
Argom. del perielio | 345,566° |
Par. Tisserand (TJ) | 0,065 (calcolato) |
MOID da Terra | 0,023097 UA |
Dati osservativi | |
Magnitudine app. |
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Magnitudine ass. | 10,2 |
Magnitudine ass. |
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La cometa ISON, chiamata anche C/2012 S1 (ISON), era una cometa radente e non periodica scoperta il 21 settembre 2012 dal bielorusso Vital Mikalaevič Newski e dal russo Artëm Olegovič Novičonok. La scoperta è stata effettuata utilizzando un telescopio riflettore di 0,4 m dell'International Scientific Optical Network vicino a Kislovodsk in Russia[2]. La sua scoperta suscitò la speranza che si trattasse della prima cometa ben visibile a occhio nudo dall'emisfero boreale dal 1997 (anno della Hale-Bopp). Le speranze di un magnifico spettacolo vennero comunque disilluse durante l'autunno.[3]
La cometa ISON si è disintegrata al perielio il 28 novembre 2013, lasciando solo un tenue residuo di polveri e frammenti.[4]
Scoperta
[modifica | modifica wikitesto]Al momento della scoperta la cometa si trovava a circa 615 milioni di km di distanza dal Sole, ovvero poco oltre l'orbita gioviana.
La scoperta della cometa è stata effettuata dagli astronomi Vital Mikalaevič Newski e Artëm Olegovič Novičonok il 21 settembre 2012, entrambi lavorano all'International Scientific Optical Network in Russia. Dopo tre giorni durante i quali vengono misurate posizioni astrometriche per calcolare un'orbita preliminare, il 24 settembre 2012, dopo che nel frattempo sono state trovate immagini di prescoperta risalenti fino al dicembre 2011, viene annunciata ufficialmente la scoperta della cometa[5]. La scoperta che aveva già suscitato notevoli aspettative tra gli astronomi professionisti e gli astrofili fa il giro del mondo in poche ore. In seguito sono state scoperte immagini di prescoperta risalenti fino al 30 settembre 2011[6].
Denominazione
[modifica | modifica wikitesto]La denominazione "C/2012 S1 (ISON)" deriva da: "C", in quanto non periodica; "2012", in quanto scoperta in tale anno; "S1", in quanto prima cometa scoperta nella seconda metà del mese di settembre; "ISON", in quanto scoperta nel corso del programma di ricerca International Scientific Optical Network. Il nome "Cometa ISON" con cui è comunemente indicata dalla stampa rischia di essere, pertanto, fonte di possibile confusione: se nel corso dello stesso programma di osservazione venisse scoperta una cometa dello stesso genere a fine febbraio 2015 essa verrebbe denominata C/2015 D1 (ISON).
Orbita
[modifica | modifica wikitesto]Nell'ottobre del 2012 ISON si trovava fra l'orbita di Giove e l'orbita di Saturno. La cometa è transitata al perielio il 28 novembre 2013 ad una distanza di 0,012 au dalla superficie solare. La sua orbita è iperbolica e molto inclinata rispetto al piano dell'eclittica, elementi che fanno ritenere altamente probabile che la cometa provenga dalla nube di Oort. La cometa è passata a circa 0,07 au da Marte il 1º ottobre 2013 ed il 26 dicembre 2013 è passata a circa 0,4 au, circa 60 milioni di km, dalla Terra, cioè 160 volte la distanza Terra-Luna, per confronto, la luminosissima cometa Hale-Bopp, passò a 197 milioni di km dalla Terra.
Visibilità
[modifica | modifica wikitesto]Al momento della scoperta, ISON aveva una magnitudine apparente di 18,8. Questa cometa, prima del suo primo passaggio al perielio, passaggio particolarmente vicino al Sole, come le altre comete provenienti dalla Nube di Oort, non ha mai subito stress gravitazionali né shock termici; questo fece sì che creò aspettative di forte visibilità fino ad un livello molto ottimistico di una lunga coda di circa 100 volte più luminosa di Venere e probabilmente anche più luminosa della Luna, visibile anche in pieno giorno. Nelle ore attorno al passaggio al perielio la cometa, secondo alcune stime, avrebbe potuto raggiungere una magnitudine di -13,1[7] portandosi al livello, e forse anche superando, quella della cometa Ikeya-Seki che nel 1965 raggiunse la magnitudine di −10. Secondo le previsioni avrebbe potuto rimanere di magnitudine negativa fra il 24 novembre e il 3 dicembre, invece la cometa diminuì gradualmente le aspettative di visibilità già qualche mese prima dell'avvicinamento al perielio, a causa di alcuni improvvisi ed inaspettati outburst. Qualche giorno dopo il passaggio al perielio, secondo i dati raccolti da SOHO, la cometa ISON si frantumò in buona parte, subendo una perdita di luminosità tale da rendere impossibile la visione amatoriale.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ I dati di C/2012 S1 dal sito JPL.
- ^ (EN) Trigo-Rodríguez, J. M.; Moyano-Cambero, C. E et al., Photometric follow-up of sungrazing comet C/2012 S1 ISON from OAdM and other observatories, in European Planetary Science Congress 2013, settembre 2013, Bibcode:2013EPSC....8..985T.
- ^ La cometa Ison non ce l'ha fatta, polverizzata dal Sole (aggiornamento), su ilmessaggero.it. URL consultato il 16 dicembre 2020.
- ^ Piero Bianucci, Cometa Ison: in gennaio respireremo la sua polvere, su lastampa.it, La Stampa, 2 dicembre 2013. URL consultato il 20 marzo 2014 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2014).
- ^ (EN) MPEC 2012-S63 : COMET C/2012 S1 (ISON)
- ^ (EN) MPEC 2013-Q27 : COMET C/2012 S1 (ISON)
- ^ (EN) Nakano Note (Nakano wa Kangaeru noda) NK 2354 C/2012 S1 (ISON)
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Cometa ISON
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Cometa ISON - Dati riportati nel database dell'IAU, su minorplanetcenter.net, Minor Planet Center.
- (EN) Cometa ISON - Dati riportati nello Small-Body Database, su ssd.jpl.nasa.gov, Jet Propulsion Laboratory.